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MiArt 2018. Le impressioni dalla fiera: Vincenzo De Bellis, Massimo Vecchia, Stefano Castelli, Luigi Belluzzi

Vincenzo De Bellis (foto gq) Vincenzo De Bellis (foto gq)
Vincenzo De Bellis (foto gq)
Vincenzo De Bellis (foto gq)

Vincenzo De Bellis (curatore Walker Art Center di Minneapolis)

La fiera è bellissima, ho avuto l’occasione di vedere alcuni stand di alta qualità. C’è stata fin dalle prime battute moltissima gente, l’atmosfera è coinvolgente e probabilmente anche le vendite ne stanno giovando. Milano sta crescendo moltissimo, rispetto alle edizioni precedenti la città quest’anno è riuscita a fare sistema, a creare un sistema di eventi collaterali che stanno valorizzando l’evento. La città e la fiera stanno vivendo un periodo di raccolta dopo aver seminato per 6 anni, dal 2013 sono stati fatti numerosi progressi. Ora sia il pubblico che gli addetti ai lavori ci seguono con massima attenzione. Anche riguardo agli stand noto un miglioramento sotto tutti i punti di vista. Non solo per la qualità delle opere in esposizione, ma anche per la cura nell’allestimento espositivo.

Massimo Vecchia
Massimo Vecchia

Massimo Vecchia (capo dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea di Wannenes)

Mi piacciono molto i progetti curatoriali, come lo stand della Galleria dello Scudo (Verona) dedicato ai disegni preparatori di Afro. Altrettanto interessanti quelli di Copetti Antiquari (Udine) e della galleria Gomiero (Padova), che aprono una parentesi sull’arte attorno alla prima guerra mondiale. Sostanzialmente guardano alle avanguardie storiche del ‘900. Mi hanno colpito lo stand dedicato a Turcato e alle sue gomme piume della Galleria Spazia (Viareggio). Ottima poi la curatela espositiva, credo che il futuro di una fiera come Miart risieda proprio nella cura dello stand. Non significa proporre necessariamente un’esposizione monografica, ma presentare un allestimento dall’alto valore storico-artistico.

Stefano Castelli
Stefano Castelli

Stefano Castellli (giornalista e critico d’arte)

Impressione buona, probabilmente anche migliore degli ultimi anni. Soprattutto la sezione Emergent, che di solito è debole come anche ad Artissima (Torino) per esempio, mentre in questo caso è più che soddisfacente. Le grandi gallerie hanno portato delle ottime opere Gladstone Gallery (New York – Bruxelles) Galerie Lelong (Parigi – New York) Sprovieri (Londra) non sono venuti con cose minori, al contrario hanno proposte interessanti anche per quanto riguarda l’allestimento. Tra gli stand che mi hanno colpito c’è sicuramente Vistamare (Vistamarestudio, Pescara – Milano). Sono alla ricerca di quell’artista giovane e inaspettato in grado di sorprendermi. Confermo comunque che la qualità in generale è molto elevata. Mi piace in particolare la divisione per sezioni tematiche, che animano la visita rendendola simile ad una mostra per certi versi. Alcuni stand della sezione Decades espongono opere di Jonas Mekas, Giulio Turcato, Afro con i disegni e progetti, nomi del passato che rappresentano una sicurezza.

Luigi Belluzzi
Luigi Belluzzi

Luigi Belluzzi (Direttore WopArt Fair Lugano)

Credo che ci siano una serie di contingenze molto forti. In questo momento il percorso legato al contemporaneo di ArteFiera ha dato un input a mirar che ha sviluppato ancora di più il contemporaneo. Ho visto un ritorno molto importante di gallerie importanti come Sperone, Gagosian che hanno dato input al mondo del moderno con qualità molto alta. Ho visto piacevolmente anche la sezione dedicata all’arte emergente, anche se non mi sbilancio sulle sue potenzialità di mercato, c’è comunque un attenzione particolare. Ho notato che non ci sono mostre collaterali ma ogni espositore ha una proposta unica e forte e poi la fondamentale apertura al mondo internazionale: la manifestazione negli ultimi 4-5 anni ha fatto un salto di qualità non indifferente. Almeno nella giornata di oggi tutto il mondo che conta da qui è passato, da Fabio Capello ai grandi editori ai collezionisti, la famiglia Olgiati. Ho parlato con un paio di gallerie che hanno già cominciato a lavorare e vendere, non c’è un mercato stagnante come per quello degli old masters o dell’antiquariato, che è quello da cui derivo, che è fermo. La cosa bella, che non succede nelle altre fiere, è che la gente ride. Si è creato un bell’ambiente, sereno.

Per ulteriori informazioni consultare il sito ufficiale della fiera.

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