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L’ex-voto del Beato Angelico. Ecco com’è il Cristo crocifisso di Firenze dopo il restauro

Particolare del volto del cristo restaurato Particolare del volto del cristo restaurato
Particolare del volto del cristo restaurato
Particolare del volto del cristo restaurato

La Fondazione CR Firenze promuove il recupero del Cristo crocifisso tra i santi Niccolò e Francesco, opera del Beato Angelico del 1430 circa proveniente dalla sagrestia dell’Oratorio della Compagnia di San Niccolò di Bari

Questa sinergia in nome dell’arte ha avuto buon esito e, finalmente, ora e in futuro, generazioni di fiorentini, e non solo, potranno godere di questo piccolo gioiello”. C’è grande soddisfazione nelle parole del Vicepresidente della Fondazione CR Firenze Donatella Carmi, che presenta un capolavoro della storia fiorentina che viene restituito alla città: si tratta del Cristo crocifisso tra i santi Niccolò e Francesco, opera poco conosciuta del Beato Angelico risalente al 1430 circa, che dal 10 aprile al 24 giugno viene esposta dopo il restauro nella sede della Fondazione, che ha finanziato il progetto condotto dall’Opificio delle Pietre Dure. Il dipinto, su tavola sagomata, era esposto nella sagrestia dell’Oratorio della Compagnia di San Niccolò di Bari detta del Ceppo, che si trova a Firenze in via de’ Pandolfini: presenta la figura del Cristo crocifisso tra i santi Niccolò e Francesco, inginocchiati ai piedi del Golgota.

Cristo crocifisso tra i santi Niccolò e Francesco, del Beato Angelico
Cristo crocifisso tra i santi Niccolò e Francesco, del Beato Angelico

La prima notizia sull’opera risale al 23 ottobre 1564 ma l’attribuzione all’Angelico avviene solo nel 1909. Concepita sagomata fin dall’origine, nel 1611 l’opera è stata ridotta nelle dimensioni: l’intervento attuale, avviato nel 2016, si è proposto di recuperare un’immagine il più possibile vicina a quella originale, pur rispettando le tracce della storia conservativa e dei restauri precedenti. “La bellezza di questo dipinto e il suo valore storico – ha aggiunto Donatella Carmi – hanno convinto la Fondazione a investirci risorse, tempo e competenze. Il lavoro di Beato Angelico e l’Oratorio della Compagnia sono un patrimonio unico nel panorama nazionale e, pertanto, è apparso quanto mai opportuno rimetterle a disposizione del pubblico nella loro forma migliore e più esteticamente fruibile”.

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