Palazzo Pigorini di Parma spalanca le sue porte agli scatti di Fabio Pasini. Come lascia intendere il titolo della mostra “ZHDAT’ – Dalle Alpi alla Siberia. Paesaggi di oggi. Storie di ieri (1914-1920)“, il progetto fotografico si sviluppa in due tappe geograficamente ben distinte ma legate dal filo invisibile della storia della Prima Guerra Mondiale. Paesaggi distinti ma emotivamente legati tra loro nella memoria di molti italiani. Come ha spiegato il fotografo, con una lunga esperienza in campo sportivo ed esplorativo :

“Ho sentito la necessità di rappresentare la drammaticità nascosta in quelle icone di bellezza. Spesso, tornando da quelle escursioni mi ritrovavo con i miei amici trentini e alla fine si arrivava sempre a parlare della Russia. Gli italiani d’Austria, ossia i trentini e i giuliani che erano sotto l’Impero Austro-ungarico, iniziarono la guerra nel 1914 e vennero chiamati sul Fronte Orientale per fare guerra alla Russia.Molti morirono in quel primo anno di conflitto e molti furono fatti prigionieri nella grande Siberia.”

Uno sguardo antieroico e anti retorico verso questi luoghi di grande bellezza ma che un tempo furono scenario di atroci sofferenze. La maestosità della montagna e l’infinito silenzio siberiano attraverso l’obiettivo tornano indietro nel tempo e svelano il loro nato nascosto e claustrofobico. Come spiega il curatore della mostra Andrea Tinterri: “Due momenti distinti che anche tecnicamente vedono la loro restituzione attraverso forme antitetiche: dal foro stenopeico al banco ottico”.

Per il fronte dolomitico l’artista ha optato per stampe di piccolo formato mentre per quello in Siberia un formato ampio, che potesse accogliere l’estensione della steppa e l’uniformità del paesaggio”.

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