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Il Filo Nascosto, l’amore capolavoro di Paul Thomas Anderson

Il Filo Nascosto The Phantom Thread

Il Filo Nascosto The Phantom ThreadIl Filo Nascosto, in arrivo dal 22 febbraio l’amore capolavoro di Paul Thomas Anderson, candidato a 6 premi Oscar.

«Se solo si potesse distinguere l’amore vero dal falso amore come si possono distinguere i funghi buoni da quelli velenosi!».
Katherine Mansfield

Il nuovo film di Paul Thomas Anderson, Il Filo Nascosto (Phantom Thread), ambientato nella Londra del dopoguerra, vede protagonista il rinomato sarto Reynolds Woodcock (Daniel Day-Lewis). Lui e sua sorella Cyril (Lesley Manville) sono al centro della moda britannica, realizzando i vestiti per la famiglia reale, star del cinema, ereditiere e debuttanti. Solo ed esclusivamente abiti femminili.

Le donne entrano ed escono nella vita di Woodcock con cadenza sistematica. Lo stilista, maniaco del controllo, ha costruito nella propria villa atelier un mondo scandito da precise regole, dove tutto ruota attorno ai tempi e ai modi del suo essere creativo. Il delicato equilibrio di Woodcock potrebbe essere sostenuto giusto da un asceta, ma Anderson dona al personaggio anche la venerazione per la forma femminile e un innato dono per la seduzione. Più una maledizione che un dono, forse.

In un ristorante vicino la sua casa di campagna, lo stilista conosce, e subito corteggia, una cameriera affascinante e maldestra di nome Alma (Vicky Krieps), che ha proprio il tipo di corpo che piace a lui (le dice): un accenno di pancia e poco seno. Lei sembra perplessa, ma non offesa. Come le amanti precedenti Alma si trasferisce subito a casa di Woodcock e vediamo come gli stessi meccanismi, che all’inizio della pellicola avevano presentato l’amante precedente, si ripetono, precisi come un orologio.

Ogni gesto per Woodcock è un rito, dalla colazione alla vestizione, e soprattutto il disegno, la creazione.
Ma ad Alma non basta essere una comparsa in questa esagerata liturgia che sembra escluderla, relegarla nello sfondo. Vuole sentirsi riconosciuta e necessaria. Vuole essere amata, non tollerata. Non essere protagonista attiva, ma solo musa passiva la fa sentire rifiutata. E nulla vi è più pericoloso.
La vita di Woodcock da sempre “cucita su misura” viene così insidiata dall’amore. Il Filo Nascosto (Phantom Thread),Il Filo Nascosto è l’ottavo film di Paul Thomas Anderson (The Master, Vizio di Forma, Magnolia) e la sua seconda collaborazione con Daniel Day-Lewis, i due si sono ritrovano quasi 10 anni dopo Il Petroliere: correva l’anno 2008 e Daniel Day-Lewis per la sua interpretazione vinse l’Oscar come Miglior attore protagonista, il suo secondo. Un terzo è arrivato nel 2013 con Lincoln e un quarto potrebbe arrivare proprio con Il Filo Nascosto. Lewis ha annunciato che questo sarà il suo ultimo ruolo, il suo addio alla recitazione.

>> Anderson dirige con la grazia e l’ingegno di chi non ha più da dimostrare nulla a nessuno una storia romantica dai toni Hitchcockiani pronta a esplodere in una folie à deux. Mette in scena in modo ingegnoso un raffinatissimo affresco sull’amore come forma di bisogno.

Woodcock si aggrappa al desiderio di ordine e rigore, di controllo maniacale, anche sull’orlo della morte. Solo a quel punto capirà che il controllo può essere in mano anche a qualcun altro. E forse, allora, finalmente ha una sensazione di sollievo.  Il Filo Nascosto (Phantom Thread)Proprio come Rebecca di Hitchcock anche Il Filo Nascosto è un film di amore e controllo. Ne ricalca anche lo schema. La giovane (e nuova) amata viene accolta nella vita del protagonista maschile, che sembra distante e distratto. Di contorno un’invadente figura femminile che sembra tenere le redini di tutta la baracca: di là c’era la terribile sig.ra Danvers, la governante, e di qua invece Cyril, sorella, socia e ‘partner in crime’, non meno rigida, ma più ambigua – meravigliosamente interpretata da Lesley Manville (Another Year), giustamente nominata all’Oscar come Miglior attrice non protagonista. Con grande classe e mestiere tiene testa all’incredibile performance di Daniel Day-Lewis.

>> In Phantom Thread – come in Punch-Drunk Love – contrappunto fondamentale è la colonna sonora, composta per l’occasione da Jonny Greenwood (chitarrista solista dei Radiohead) che non è nuovo al mondo del cinema. Per lo stesso Anderson aveva già composto le colonne sonore de Il Petroliere, The Master e Vizio di Forma.

Per Il Filo Nascosto Greenwood allestisce una partitura in sospeso tra le atmosfere glamour e jazzate degli anni ’50 e il baratro della ‘psicopazzia’ che incombe sui protagonisti.

Mentre Alma va alla ricerca del ‘filo nascosto’ con cui legare a sé il cuore del ritroso amato, la macchina da presa esalta texture e tonalità, si concentra su bianchi e beige, su luci morbide che scolpiscono in maniera delicata ma precisa gli eleganti abiti usciti dalla mente e dalla matita del protagonista.
Gli attori calibrano gesti attentissimi e non hanno mai (letteralmente) un capello fuori posto. Anderson ci guida così passo passo negli angoli reconditi e oscuri della sua fantasia romantica. È un romanticismo gotico e oltraggioso, che vira, nel suo punto più estremo, verso il fantasmatico. Allestisce con geniale talento visivo il ritratto di un amore oscuro e terribile, imbrigliato in un’intricata rete di ambiguità.

 

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