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La classifica di ArtsLife dei migliori album del 2017

La classifica di Artslife dei migliori album del 2017

La classifica di Artslife dei migliori album del 2017La classifica di Artslife dei migliori album del 2017. Un anno in musica.

La classifica di Artslife dei migliori album del 2017. Tempo di classifiche e resoconti sull’anno in musica che sta per finire. Dal Time al Rolling Stone è ormai un grande classico la classifica degli album più belli (interessanti, ascoltati) pubblicati nel corso dell’anno. Anche noi di Artslife abbiamo quindi chiamato a raccolta alcuni dei redattori e chiesto loro di stilare la propria classifica dei migliori album del 2017.

Ecco di seguito tre classifiche che ci fanno ripercorrere le uscite musicali più interessanti di questo 2017 pronto a salutarci entro breve.

SFOGLIA LE GALLERY

>> Classifica di Marco Torcasio ( journalist & dj resident at q|LAB Milano)

10. The Horrors - V. V come quinto album di una camaleontica discografia. V come VIVA i The Horrors che con questo nuovo capitolo della propria parabola (ancora in fase ascendente grazie a dio) artistica si confermano bambola feticcio della scena indie globale. L’inquietudine degli esordi permane, si spoglia dell’egocentrismo adolescenziale per indossare l’abito più adatto della consapevolezza.
9. Lorde - Melodrama. Tra amori finiti e serate all'insegna della sregolatezza, con conseguenti prese di coscienza, il disco segue dichiaratamente un concept: un house-party che diventa l'ultimo momento di sfogo e condivisione, prima che il domani lasci il passo ai dubbi tipici di quel periodo che separa l'adolescenza dall'età adulta. Un melodramma a tutti gli effetti che l’artista neozelandese ha trascritto impeccabilmente in musica.
8. Depeche Mode - Spirit. Disco sia della ripartenza che della continuità, Spirit è stato stranamente concepito prima della Brexit e dell'elezione di Trump, ma riesce comunque a incarnarne perfettamente le tensioni e lo smarrimento che brani come “Where’s the Revolution”, “Going Backwards” e “Fail” tratteggiano. Nonostante i temi politici non siano tra i loro prediletti i DP sono rockstar ancora capaci di leggere il tempo in cui vivono.
7. St. Vincent - Masseducation. Come non amare una donna che usa ancora le chitarre elettriche come strumento di seduzione, degli uomini e dei fan. Mentre St. Vincent si muove con autoironia tra uscite pubbliche e apparizioni social, Annie Clark partorisce il suo disco più pop ed “elettronico”, ma con una memoria genetica che non rinnega nulla del suo passato trasversale e “modernista”.
6. Hercules & Love Affair - Omnion. Se gli Hercules fanno un disco non può non essere tra i migliori 10 dell’anno. A prescindere dalla formula. In questo caso siamo di fronte ad un featuring album che annovera collaborazioni ricercate e inaspettate. Ma nonostante le diverse partecipazioni importanti l’anima di Omnion rimane quella di Andy Butler, frontman del progetto artistico sin dagli esordi. Queer Power Alert.
5. Tove Lo - Blue Lips (Lady Wood Phase II). Pop di qualità Signore e Signori. La cantautrice canadese parla di questo lavoro come del capitolo più emotivo della sua discografia. Il singolo Disco Tits lasciava sperare in molti altri disco-anthems simili ma ciò che pervade Blue Lips nella sua interezza è invece la coerenza della melodia. Sul dancefloor prefigurato dalla soprannominata “ragazza più triste di Svezia” ballano bene i cuori solitari.
4. Goldfrapp - Silver Eye. Lunga vita all’electropop e, dunque, lunga vita a Goldfrapp. L’apparente incapacità di mantenere una linea retta nello sviluppo della personalità del progetto forse non è propriamente “una incapacità” ma una strategia di sopravvivenza a mode e tendenze estemporanee. Bravissimi perché capaci di ripescare elementi utili dal proprio passato, rielaborandoli e rimettendoli in circolo in dischi come questo.
3. The XX - I see You. Dopo aver inneggiato con i dischi precedenti alla bellezza del rinchiudersi nella propria cameretta, adesso Romy Madley Croft, Jamie xx e Oliver Sim hanno voglia di uscire, di lasciarsi alle spalle timidezze e complessi e di mettersi a ballare. Se il rischio è quello di diventare mainstream poco importa, un così alto risultato artistico giustifica anche quello.
2. Kelela - Take Me Apart. Il suo nome potrà suonare ancora nuovo ai più, ma tra i seguaci dell'R&B vige una certa isteria nei suoi confronti, fomentata appunto dal modo in cui lei  sembra riuscire a incarnare il lato più sofisticato del genere che, nel panorama di riferimento, latita da quell’iconico "The Velvet Rope" o dalla scomparsa di Aaliyah. LMK canzone e video più belli dell’anno.
1. Marilyn Manson - Heaven Upside Down. Un album importante per MM, ma ancor più per i suoi fan che nell’opera del proprio idolo ritrovano il manifesto perfetto e coerente della propria devozione. Conformandosi al principio fondamentale dell’Arte per l’Arte, qui l’opera vive di vita propria e, da sola, è sufficiente a recuperare tutta la credibilità che il suo autore pare abbia perso, a detta di alcuni miopi osservatori. Ma che non tocchino l’opera. Onore all’opera.

>> Classifica di Margherita Rotelli

10. Ghali - Album. Se si parla di Ghali e del suo album non si può non citare il produttore Charlie Charles, il Re Mida del rap italiano. Colui il quale in questo lungo 2017 ha contribuito fortemente ad avvicinare gli adolescenti (e non solo) alla trap italiana. Il punto di forza è la scrittura contemporanea, qui a volte al limite del nonsense. Il fatto però che sia il primo rapper mussulmano a parlare della propria religione, come di un tratto di se stesso, qualcosa al pari del gesto più quotidiano, è altamente apprezzabile. La produzione - proprio come i testi - è fresca, leggera e funziona, con alti e bassi, ma funziona. 
9.  Popolus – Azulejos. L'artista salentino non ne sbaglia una, partito nel 2003, ha pubblicato in pochi anni tre album che hanno contribuito a definire l'elettronica indie tutta italiana. Cori tribali, strumenti esotici e bass music. Si sente Lisbona, dove ha vissuto qualche mese con l'intento di scrivere l'album, si sentono i rimi, i flauti e la saudade ben rivista in chiave moderna.  In questo disco Populus dimostra di avere forte personalità e piena padronanza del genere che rappresenta in Italia, e perché no, anche all'estero. 
8. St Vincent - Masseduction. Il quinto album di St Vincent aka Annie Clark. Questo disco, fin dalla copertina, è una chiara opera pop: nei colori, nel titolo, nei suoni e nella personalità. È un pop molto determinato e fiero, che non diventa mai stucchevole. E se pop è la forma, seduzione è la chiave di lettura dell’intero album. Masseduction è un album intrigante, che esce dagli standard dell’artista stessa ed osa.
7. Mura Masa - Mura Masa. Un album che rappresenta un ragazzino di 19 anni che dal nulla è diventato famoso con collaborazioni che contano nomi come A$AP Rocky e Damon Albarn. Mura Masa confeziona quindi un disco pieno di contaminazioni, capacissimo di far ballare, e che, come se avessimo davanti la cartina di una grande metropoli, ci porta in giro per diverse sonorità. Un buon lavoro. 
6. King Krule - The Ooz. King Krule è il redhead inglese di cui tutti parlano, il poco più che ventenne la cui voce grave da tabagista settantenne è nelle orecchie di tutti. The Ooz è il disco in cui si intravede maturità e consapevolezza di essere diventato un artista. King Krule alterna cuori spezzati al ritmo di jazz minimale a suoni post-punk, il tutto miscelato dalla gloriosa e vibrante voce da ragazzino dall’aria dispersa. 
 
5. Sampha - Process. Sampha è un ragazzo cresciuto nella zona a sud di Londra, che canta con un timbro tutto suo dell’accettazione del dolore e delle relazioni che prendono mille sfumature diverse. Process è il suo disco di debutto, dove troviamo pezzi come Blood On Me fino alla ballata No One Knows Me (Like The Piano), gioiello di rara fattura in cui ricordi di infanzia si intrecciano con il dolore ancora vivo della scomparsa della madre. 
4. The National - Sleep Well Beast. Il settimo album dei The National. Matt Berniger, con l’aiuto della moglie Carin Besser, ci canta di amore e sofferenza, di una condizione umana in cui convivono angeli e demoni e lo fa con tempi dispari e controtempi, con insenature elettroniche e un’anima che tende quasi al pop. Sleep Well Beast è un disco dalle atmosfere dense ma vellutate che rappresenta appieno i The National, senza vergogna e con schietta umanità. 
3. Phoenix - Ti amo. Il sesto album dei Phoenix è una cartolina dell’Italia anni 80’ ritrovata su un polveroso scaffale dimenticato in qualche giornalaio di un paesino dell’Italia del sud. Ti am” è una dichiarazione d’amore al nostro Paese da parte di qualcuno che nella nostra terra ci ha lasciato il cuore. Un album, mezzo in italiano mezzo in inglese, che canta una nostalgia elettro-pop e che ricorda a tutti come la forza dei Phoenix sia quella di rendere spensierato qualsiasi momento, anche il più triste, con estrema eleganza.  
2. Gorillaz - Humanz. Dopo mesi di interminabile promozione, concerti segreti e app misteriose tornano i Gorillaz, la band virtuale più famosa del mondo, opera di quel genio di Damon Albarn e del fumettista Jamie Hewlett. L’attesa di 7 anni è finalmente finita.  In 20 tracce, con collaborazioni come De La Soul, Noel Gallagher, Grace Jones e Pusha T, spicca tutta l’identità elettronica del disco sapientemente mischiata a rap, trap, soul e black music. Humanz è un disco da fine del mondo, letteralmente. 
1 .Kendrick Lamar - DAMN. La tracklist di DAMN conta 13 pezzi, che scivolano veloci, senza riempitivi.  Ogni brano è potenzialmente un singolo, una dimostrazione di ciò che Kendrick Lamar può fare e di tutte le forme che può assumere il suo timbro vocale. DAMN è un’opera completa, un documento di identità dell’artista che non nasconde nemmeno un “segno particolare”.  

>> Classifica di Lorenzo Peroni

10. Drake - More Life. Listen / Seein' you got ritualistic / Cleansin' my soul of addiction for now / 'Cause I'm fallin' apart, yeah / Tension / Between us just like picket fences / You got issues that I won't mention for now / 'Cause we're fallin' apart (Passionfruit)
9. Miguel - War & Leisure. I am gonna show you / The world, and all that you desire / I said I, I don't wanna control you / I wanna set you free, just come with me (Told You So)
8. Tim McGraw, Faith Hill - The Rest of Our Life. I've been making plans for children / Since I've been looking in your eyes / I even have names picked out for them / Daughter'd be Rose / Son it'd be Ryan  (The Rest of Our Life)
7. Björk - Utopia. Is this excess texting a blessing? / Two music nerds obsessing / He reminds me of the love in me / I'm celebrating on a vibrancy / Sending each other MP3s / Falling in love to a song (Blessing Me)
6. Lana Del Rey - Lust For Life.  Lay, Lady, lay / On the side of a paradise / In the Tropic of Cancer / 'Cause if I had my way / You would always stay /And I'd be your tiny dancer, honey (Tomorrow Never Came feat. Sean Lennon)
5. Oscar and the wolf - Infinity.  You are my heart lost in a star and I hold my head down / You love me true, up on the moon, and I hold my head down / You are my heart lost in a star and I hold my head down (Breathing)
Dua Lipa
4. Dua Lipa - Dua Lipa. In the beginning / God created Heaven and Earth / For what it's worth, I think that he might've created you first / Just my opinion / Your body is the one paradise that I wanna fly to / Every day and every night (Genesis)
3. John Mayer - Album The Search for Everything. Oh honey / I been talking to myself / Just to hear you / And you're saying / Everything I wish you would / And it's so good (Emoji of a Wave)
2. Lorde - Melodrama. In my head, I play a supercut of us / All the magic we gave off /All the love we had and lost / And in my head / The visions never stop / These ribbons wrap me up / But when I reach for you / There's just a supercut (Supercut)
1. Halsey - Hopeless Fountain Kingdom. You wrote 100 letters just for me / And I find them in my closet in the pockets of my jeans / Now I'm constantly reminded of the time I was 19 / Every single one's forgotten in a laundromat machine (100 Letters)

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