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Art Basel Miami Beach 2017. Le 5 cose assolutamente da non perdere

Tom Wesselmann @ArtBasel Miami Beach 2017 Tom Wesselmann @ArtBasel Miami Beach 2017
Tom Wesselmann @ArtBasel Miami Beach 2017
Tom Wesselmann @ArtBasel Miami Beach 2017

Scende l’inverno su Miami, si alza il sipario su Art Basel. La torre elettronica su Lincoln Road segna i 60 fahreneit, all’incirca 15 gradi, che a Miami Beach significano gelo. Edizione “di passaggio” per la fiera più glamour e grande del mondo, 268 gallerie partecipanti da 32 paesi per una sfilata di vips dell’arte, della moda e dello spettacolo lunga 4 giorni (7-10 dicembre)… parata di limousine, lamborghini e “barche” dalle ruote enormi. Il Convention Center, sede storica fin dall’inaugurazione (2002) del capitolo tropicale della fiera svizzera, si sta rifacendo il trucco. Apertura: prossimo anno, 2018, per la nuova edizione, dal 6 al 9 dicembre – prima i passaggi a Hong Kong, 29-31 marzo 2018, e Basilea, 14-17 giugno 2018. Ora: lavori in corso. Ristrutturazione generale e ammodernamenti delle sale espositive per nuove strutture all’avanguardia. Risultato, all’interno: nuova pianta espositiva e riposizionamento trasversale degli stand in fiera. All’esterno: strade serrate per tutto il block. Entrata quest’anno limitata a Washington Avenue: galleristi squalificati in tutto il settore ovest e scia di polemiche (con tagli di prezzo consideveroli a favore degli stand coinvolti) e, fuori, fila perenne e perpetua di automobili, bus, uber, taxi e bmw courtesy car da qua alla terraferma. Congestione di traffico totale e dramma negli spostamenti (oltre 1 ora per arrivare da Miami Beach a Downtown). Comunque sia, oltre 80 mila le presenze e consueta soddisfazione generale di vendite dei galleristi. Una mostra oramai “matura”, come tengono a sottolineare. Tralasciando le solite frasi di rito, segnaliamo una fortissima (a detta di tutti) presenza di “collezionisti motivati provenienti da paesi ​​asiatici e latino-americani”, nonché la consueta massiccia presenza di curatori, direttori e istituzioni museali “col portafoglio in mano”.

Di seguito, le 5 cose (sezioni, opere, gallerie) migliori (o comunque tra le migliori) di questa sedicesima edizione (selezione opinabile e naturalmente limitata, data la qualità elevatissima degli stand e dei migliaia di lavori esposti).

1) Victoria Miro. Lo stand della galleria londinese è compendio di gusto e raffinatezza. Uno degli stand migliori della fiera, modello di eleganza. Ad ogni parete un artista: sfilano all’interno i quadretti di Chantal Joffe, quelli “nuovi” di Hernan Bas, i disegni di Ofili, i lavori di Kusama e quelli di Milton Avery. Il tutto intervallato dalle strutturine delicate di garza del coreano Do Ho Suh e raccolto dai mesti ritratti di Alice Neel degli anni Quaranta, afflitti sulle tinte di grigio, all’esterno.

Victoria Miro
Victoria Miro

2) Cinquina di gallerie: White Cube (Lampadario di ghiaccio a centro stand di McElheny, su cui gravitano Gormley, Hirst e Close) + Lisson Gallery (monolite specchiante e spiazzante argenteo di Kapoor, altra coppia di Kapoor convessa color smeraldo e magenta, alle pareti: Allora & Calzadilla, Daniel Buren, Ai Wei Wei e Mary Corse; all’esterno: un Buren di alluminio coloratissimo e segmentato) + Sadie Coles (galleria d’ingresso con accoglienza di cera di 3 metri mani in tasca by Urs Fischer, due cessi volanti con bulbi di luce di Sarah Lucas e il faccione -“con casa”- arrabbiato e inquietante, scultura-installazione di Jordan Wolfson) + Hauser & Wirth (due esagerati Achrome di Piero Manzoni del 1959 di 130 x 60 cm, due meravigliosi Guston e Bradford -di ritorno da Venezia -Guston con antologica all’Accademia, Bradford con personale al Padiglione degli Stati Uniti- poi opere di Roni Horn e Eduardo Chillida) + Thaddaeus Ropac (due Tony Cragg sui quali si torcono e riflettono una coppia di Baselitz, una sfilata di more in costume di Katz, due Jason Martin vellutati e un Rauschenberg di oltre 2 metri per uno e mezzo.

Thaddaeus Ropac
Thaddaeus Ropac
Hauser & Wirth
Hauser & Wirth
Sadie Coles
Sadie Coles
Lisson
Lisson
White Cube
White Cube
Thaddaeus Ropac
Thaddaeus Ropac

3) Sezione Survey. Section arancio confinata nell’angolo sud-ovest del polo fieristico: 16 gallerie (delle quali 7 alla prima partecipazione) hanno presentato opere (quasi) mai viste prima del 2000. Italiane presenti: Robilant + Voena con un solo show di Roberto Matta, Invernizzi con stand interamente dedicato “alle forme alternative e innovative della pittura milanese emerse negli anni 50 e 60”. Per il resto, menzioni per i primi disegni dell’artista e attivista Judith Bernstein da The Box, i pezzi concepiti durante la dittatura di Pinochet da Carlos Leppe (espaivisor), i lavori di David Driskell (DC Moore Gallery) e un’esposizione di dipinti e sculture di William Turnbull (Offer Waterman).

Robilant + Voena
Robilant + Voena
Invernizzi
Invernizzi

4) Le gallerie italiane. Ottima proposta da tutto il parterre nostrano, in ordine alfabetico: Alfonso Artiaco, Continua (Loris Cecchini, Etel Adnan, Kapoor e Pascale Martine Tayou fresca di personale al The Bass Muesum appena riaperto), Massimo De Carlo (Boetti, Kaari Upson, John Armleder e Gunther Forg), kaufmann repetto, Magazzino, Giò Marconi, Mazzoleni (Scheggi, Fontana, Castellani, Melotti), Franco Noero (Lara Favaretto, Gabriel Kuri, Jason Dodge), Lia Rumma (Kosuth, Beecroft, Jaar, Kentridge, Spalletti), Tornabuoni (Castellani, Biasi, Fontana, Boetti, Gunter Uecker) nella Main Section; Prometeo, l’unica nostrana nella sezione Nova, riservata a opere prodotte negli ultimi tre anni da un massimo di tre artisti per galleria. Robilant + Voena e Invernizzi sugli scudi nella Survey section (vedi punto 3).

Lia Rumma
Lia Rumma
Mazzoleni
Mazzoleni
Massimo De Carlo
Massimo De Carlo
Massimo De Carlo
Massimo De Carlo
Franco Noero
Franco Noero
Tornabuoni
Tornabuoni

5) L’angolo delle meraviglie. Il blocco che si estende, cartina alla mano, tra North Plaza e l’entrata B West: una decina delle migliori gallerie al mondo (da Landau a Nahmad, da Acquavella a Richard Gray, da Di Donna a Mnuchin) confinate in questo quartiere del Novecento storico americano e europeo, delimitate all’incirca dai punti cardinali Mazzoleni, Gagosian e Karsten Grave. Miscellanea di capolavori del secolo breve, come da corredo fotografico – Picasso, Basquiat, Lichtenstein, De Kooning, Mirò, Dubuffet, Picabia, Calder, Wesselmann, Haring, Hockney, Magritte… chi più ne ha più ne metta.

Basquiat
Basquiat
De Kooning
De Kooning
Mirò
Mirò
Melotti
Melotti

Informazioni: https://www.artbasel.com/miami-beach

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