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Madre! Il nuovo film di Darren Aronofsky, bizzarro e terrificante

Mother! di Darren Aronofsky

Mother! di Darren AronofskyMadre! Il nuovo film di Darren Aronofsky con Jennifer Lawrence, bizzarro e terrificante.

“It’s a mad time to be alive”
Darren Aronofsky

Mother! di Darren Aronofsky (il punto esclamativo vuole essere un omaggio del regista all’ultima mezz’ora del suo film) è uscito da qualche settimana fra entusiasmi più o meno argomentati e critiche sdegnate, riproponendo su larga scala le reazioni ricevute all’ultima Mostra del Cinema di Venezia.
Di sicuro siamo di fronte a una delle visioni più bizzarre e sopra le righe del cinema contemporaneo, in grado di scuotere profondamente lo spettatore.

Con Mother! Aronofsky (The Wrestler, Il Cigno Nero) ignora e infrange tutte le regole di una lineare narrativa filmica. Nella prima parte sembriamo essere di fronte a un horror psicologico dalle sfumature esoteriche à la Roman Polanski: un’enorme magione in stile Carpenter Gothic è stata riportata a nuova vita dopo un terribile incendio da Madre (Jennifer Lawrence, nel film non esistono nomi ma categorie che riconducono a un’eventuale lettura allegorica) per il compagno, Lui (Javier Bardem), quando all’improvviso la quiete della coppia è turbata in maniera sempre più confusa e destabilizzante dall’arrivo di una coppia, l’Uomo (un mellifluo e indisponente Ed Harris) e la Donna (Michelle Pfeiffer, magnetica e pericolosa, perfettamente a suo agio nel ruolo).Mother! di Darren Aronofsky Madre è spaventata e inerme, non riesce a preservare la quiete e la semplice bellezza che ha (ri)costruito per Lui, affinché potesse tornare a scrivere e a produrre magnifici poemi.

Mentre i quattro personaggi si muovono per gli ambienti profondi ma sempre più claustrofobici della casa (un effetto per cui dobbiamo ringraziare il geniale e certosino direttore della fotografia Matthew Libatique), Aronofsky indaga i ruoli di genere (per tutto il film non perderemo mai la soggettiva su Madre), la questione amorosa – tu non ami me ma il mio amore per te – e il delicato e caduco processo artistico.

Dopo il violento ingresso dei figli dell’Uomo e della Donna (interpretati dai fratelli Gleeson), Mother! sembra assumere i connotati dell’horror allegorico, le pareti della casa scricchiolano e soffrono a ogni pressione psicologica e violenza cui Madre assiste, un cuore incancrenito sembra battere all’unisono al centro della casa e nel petto della protagonista mentre strane macchie di sangue affiorano sul pavimento di legno antico della casa, ferite inferte in maniera noncurante dai suoi nuovi abitanti sotto lo sguardo ignaro ed egoista di Lui, che preferisce assecondare le beghe dei suoi nuovi ospiti piuttosto che notare il dolore e la paura che crescono in seno alla donna che lo ama senza remore.Mother! di Darren AronofskyL’ultima parte del film è una delle sequenze più disturbanti mai viste dai tempi di Possession di Andrzej Żuławski.
Si tratta di un lungo e terrificante climax, instabile, esplosivo e sbalorditivo. Circa mezz’ora di confusione, orrore (in particolare la sequenza della morte grafica di un neonato che stava costando la distribuzione del film) e claustrofobia che fa di Mother! un film-mondo, un’allegoria terrificante in cui l’atto della creatività (o bisognerebbe dire creazione?) è consumato al cospetto della natura umana, meschina, melliflua, violenta ed egoista.

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