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Mercanteinfiera Autunno 2017. Un giro tra la Pittura (e non solo) alla ricerca di piccoli capolavori

Dettaglio della Ballerina di Degas (fusa post mortem dell'artista dalla famiglia) Dettaglio della Ballerina di Degas (fusa post mortem dell'artista dalla famiglia)
Dettaglio della Ballerina di Degas (fusa post mortem dell'artista dalla famiglia)
Dettaglio della Ballerina di Degas (fusa post mortem dell’artista dalla famiglia)

Sessantamila visitatori (previsti), quarantacinque mila metri quadrati espositivi (sicuri), mille espositori, trecento operatori, cinque padiglioni, tre mostre collaterali. Nove giorni: 30 settembre-8 ottobre 2017. Una fiera: Mercante in Fiera di Parma, capitolo autunnale.

C’è di tutto, come da sempre siamo abituati a trovare nella storica rassegna parmense, per tutti, in una miscellanea unica nel suo genere. Tanto per intenderci: passata la serenità rarefatta delle arie alpestri di un lucente Cervino o di sua maestà dolomitica il Sassolungo, una donnina spennellata su una tela forata da schegge di granata ci riporta alla bassura terrena. Ridenti leopardi di ceramica fanno da guardia ad amazzoni di terracotta e un Cupido di bronzo scocca frecce verso i boccoli di un fanciullo biondo con palla di cuoio sotto braccio, Il Piccolo calciatore di Georges Philippe Jacqmotte d’inizio Novecento (Galeries Luxembourg, 7.800 euro). Un delicato acquerello di Vincenzo Irolli fa spazio a fanciulline floreali liberty inscritte in finestrelle gotiche (Galleria Matteotti di Torino, approfondimento nel prossimo articolo), mentre figurine stilizzate monocrome rosso-blu-gialle di Keith Haring (1000-1500 euro, vari stand) ballano davanti a paeselli di gusto romantico, saltellando verso un trio di bambole in panno Lenci. E così via, tutti insieme appassionatamente.

Ci aggiriamo tra l’affascinante caos antiquario, cercando e segnalando qualche chicca pittorica (e non solo, magari abbinata o allestita a qualche pezzo di design e modernariato) che svetta tra un cabinet in marmo e lapislazzuli, una legumiera in rame argentato di Napoleone e un carrellino di gelati anni Ottanta.

Cervino di Leopold Scheiring
Cervino di Leopold Scheiring

Nello stesso stand della tela “ferita” (Caricat!), veniamo accolti da accostamenti “illuminanti”, come una sfilza di elmetti della Wermacht sotto teca (dai 1000 ai 3000 euro), su cui poggia un duo di manifesti d’antan: SUPER LESBOS e SUPER PORNO ACTION. Funesto antiquariato bellico nazifascista si alterna a un raffinato foulard di mussola appartenuto a Maria Luisa d’Austria (primo decennio dell’Ottocento) a 15 mila euro; sul tavolo diversi busti del Duce osservano un album di foto della Guerra di Spagna, conservato e rilegato in ottime condizioni, sui 10 mila euro.

Wermacht e Super Porno Action
Wermacht e Super Porno Action

Tornando alle atmosfere cristalline e alle altezze montane precedenti, tra il Sassolungo (dell’austriaco Robert Zinner, anni Cinquanta – 5.500 euro) e il Matterhorn (chiamiamolo così data la raffigurazione del versante svizzero) di Leopold Scheiring, spiccano un trittico del Gran Zebrù e Ortles di Margarete Hamm e una veduta del Bernina d’inizio secolo scorso dello zurighese Fritz Osswald (4.500 euro). Scendendo più a “valle”, qualche stand più in là, impossibile non soffermarsi, e di più venire letteralmente travolti dalla valanga di bronzo fuso a cera persa di Augusto Benvenuti. Correva l’anno 1894, lo scultore veneziano dava vita nuovamente al celebre Innominato dei Promessi Sposi, la prima edizione risale alla fortunatissima Esposizione Internazionale di Milano del 1881 (Belle Arti) che lo consacrò nel panorama artistico nazionale. Esistono numerose riproduzioni e stampe sul mercato, la veneziana e nazionale Galleria d’Arte Moderna Ca’ Pesaro ne possiede un bozzetto in gesso preparatorio. Il bronzo è qua: un pezzo da museo da non poter mancare. Prezzo: ottimo, sui 30/40 mila euro. La stessa galleria (Luxury Art Gallery) offre uno spaccato di piccoli capolavori a cavallo tra Otto e Novecento. Per citarne qualcuno: degli intimi e struggenti di Alessandro Milesi (dell’artista veneziano menzioniamo anche un bel “Primi Amori” del 1925 alla Galleria Nike) a qualche migliaio di euro, una coppia di Paesaggi di Daniele Ranzoni, un elegante ritratto di Angelo Dall’Oca Bianca e per i novecentisti puri un Cavallo di Schifano del 1979 a 7.500 euro.

L'Innominato di Augusto Benvenuti
L’Innominato di Augusto Benvenuti

Sapore di Pop Art in salsa italica che ogni tanto, stando al passo con la recente riscoperta del mercato, affiora tra un cassettone e un cabinet neoclassico. Un Paesaggio Metafisico di Tano Festa (anni Ottanta) a 6 mila euro, più una coppia Senza titolo di Franco Angeli da 7 mila (testa di aquila dorata su fondo bianco con citazione latina) e 8.500 euro (orizzonte blu e bianco in schermo obliquo) si trovano da Arte Polimnia. Entrambi anni Settanta. Per rimanere in tema e corrente, uno smalto su tela di Angeli del 1986 -una serie di aerei plananti in acqua con relativo schizzo stilizzato- inquadrato in una cornice in pergamena, sfiora i 4 mila euro alla galleria Academia. Un frottage del 1975 di Mimmo Rotella vola sopra i 10 mila euro. Cavallo di battaglia della galleria bresciana è però l’Avanguardia russa. Il Suprematismo domina una parete intera col “fervore battagliero” di due delle tre amazzoni del movimento: Ol’ga Rozanova e Natal’ja Sergeevna Gončarova – si va da qualche migliaio di euro fino a sopra la decina. Un decennio successivo (e qualche stand dopo) troviamo un broccato orientaleggiante di Salvatore Fiume della seconda metà degli anni Trenta. Si tratta di una serigrafia, tiratura zero su sette a 2 mila euro (da Arte in Cascina).

Avanguardia Russa in mostra
Avanguardia Russa in mostra

Capitolo nudi d’artista: iniziamo citando un delicato nudino d’autore a firma di Federico Faruffini (2400 euro) da Recta Galleria d’arte (di cui facciamo menzione anche di una coppia di ritratti interessanti: un carboncino di Giuseppe Palanti a 1800 euro e una figura di Luca Postiglione a 5.500 euro). Movenze marcatamente erotiche si spandono invece per Antika Galleria d’arte, che porta in fiera una monografica sul pittore ungherese Fried Pal: disegni a matita e pastello, più o meno spinti, da 1300 a 3000 euro.

Altissimo interesse per un luminosissimo pastello di Giorgio Piccioni d’inizio Novecento raffigurante una giovane donna a seno nudo, in riva al mare nell’atto di coprirsi con un telo-velo. Tardo divisionismo italiano di grande respiro e luce (10 mila euro). Lo stesso espositore (Antichitalia) affianca a questo, un altro topless otto-novecentesco di una morbida e procace Popolana di Antonio Cantù (2 mila euro).

Nudino di Faruffini
Nudino di Faruffini

Una figura, quella della Popolana, che -meno discinta- ritroviamo qua e là per ben tre stand espositivi a firma di Antonio Mancini (dai 5 ai 15 mila euro, le gallerie non vogliono essere citate e le omettiamo volutamente). Collega di Mancini nella compagine napoletana, l’abruzzese Francesco Paolo Michetti sbuca da una catasta di sedie, poltrone e tavoli di legno con un bel ritratto della moglie, Donna Annunziata. Un carboncino muliebre da 5 mila euro. Stessa galleria (Beloved Chester) da cui spalancando le ante di un bel trumeau toscano seicentesco in noce, scantonato, fuoriescono due belle nature morte barocche. Una coppia floreale a firma Gaspar Lopez (conosciuto proprio Gasparo dei Fiori), attivo a Napoli nella seconda metà del XVII secolo. Oltre i 50 mila euro. Altra coppia di nature morte con fiori interessante è il duo ottocentesco di vasi (di Jacon-Petit Petit) da Antichità Sgarbossa Renata. Uno di peonie, l’altro di rose. Costo: in coppia, 7 mila euro. Composizioni floreali che avvolgono completamente lo stand belga Heroufosse Antiques: un’esplosione di steli e corolle di gusto francese e fiammingo dal Seicento all’Ottocento; con “solo” 600 euro ci si porta a casa un vaso di floride peonie rosa su fondo nero del belga Van Cauwenberghe Robert.

Peonie di Scuola Belga
Peonie di Scuola Belga

Concludiamo il nostro report omaggiando la scelta della francese Art Design (Saint Tropez): uno stand pulito (una rarità da queste parti) in cui le poche e selezionate opere gravitano sulla ballerina bronzea di Edgar Degas. 55 mila euro per questa graziosa (e mesta) scultura fusa post mortem (ne esistono 100 esemplari in tutto il mondo), voluta dalla famiglia come commemorazione postuma dell’artista. Al cospetto della gonnellina di tulle della giovane, danza la gioia cromatica del Vaso d’Angelo di Niki de Saint Phalle e la sintesi materica di avorio e bronzo del Pierrot di Chiparus. Una vera e propria grazia Art Déco. Da vedere, lui, lei, loro, come tutta la fiera. Nel prossimo articolo parleremo della nostra top 3 di gallerie di pittura in fiera. Per ora, buon Mercante.

Informazioni: http://mercanteinfiera.it

Ballerina di Degas
Ballerina di Degas
il Piccolo calciatore di Georges Philippe Jacqmotte
Il Piccolo calciatore di Georges Philippe Jacqmotte
L'erotismo di Fried Pal
L’erotismo di Fried Pal
Broccato di Salvatore Fiume
Broccato di Salvatore Fiume
Pierrot di Chiparus
Pierrot di Chiparus
Fiori su fiori
Fiori su fiori
Keith Haring
Keith Haring
Doppia natura morta di Gaspar Lopez
Doppia natura morta di Gaspar Lopez
Niki de Saint Phalle
Niki de Saint Phalle
Franco Angeli
Franco Angeli
Paesaggi alpini
Paesaggi alpini
Nudo di Piccioni
Nudo di Piccioni
Peonie di Petit Petit
Peonie di Petit Petit
Mucha
Mucha
L'erotismo di Fried Pal
L’erotismo di Fried Pal

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