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La casa del piacere, una giornata nella vita di Paul Gauguin

Gauguin: La casa del piacere

Gauguin: La casa del piacereUna giornata nella vita di Paul Gauguin. La collana ElectaStorie si arricchisce di un nuovo titolo dedicato a Gauguin: La casa del piacere, di Agnès Rotschi.

Il pretesto narrativo per questo romanzo è una giornata nella vita di Paul Gauguin nel 1903, poche settimane prima di morire nella sua “Casa del piacere” che dà il titolo al libro.

Il volume esce nelle librerie italiane, in un momento di grande attenzione per il pittore: è infatti da poco nelle sale francesi il film Gauiguin voyage de Tahiti, diretto da Edouard Deluc e interpretato da Vincent Cassel, e una settimana prima dell’inaugurazione dell’attesa mostra monografica che il Grand Palis di Parigi dedica all’artista (Gauguin l’alchimste, Parigi, Grand Palais, 11 ottobre 2017-22 gennaio 2018).

Quando nel 1901 Paul Gauguin scelse di trasferirsi alle isole Marchesi non pensava di morire laggiù. La sua irrequietudine, che nel corso della vita lo aveva portato dal nativo Perù alla Francia, poi a Tahiti, infine alle isole Marchesi, lo spingeva sempre oltre nella ricerca di una società primitiva, di una terra non contaminata.

>>Volevo tornare alle origini selvagge dell’arte”, ha scritto Paul Gauguin nei suoi diari.

Ma poi la vita dissoluta, gli abusi di alcol e droghe, e infine la sifilide condannarono questo grande artista a una fine miserevole, solo e pressoché dimenticato dagli amici parigini.

Come si viveva agli inizi del Novecento su un’isola del Pacifico, lontana dalla civiltà occidentale? È con l’attenzione dell’antropologa e la sensibilità derivata dalle proprie origini che Agnès Rotschi – tahitiana per parte di madre – racconta l’avventura umana di Gauguin: senza pudori, senza celare le contraddizioni del suo odio e amore per l’isola e per la Francia che l’ha colonizzata.

La vita di Gauguin si svolge tra continui conflitti con i coloni francesi che amministrano quei territori con indicibile prepotenza, la curiosità per i costumi degli indigeni, e un’irrefrenabile attrazione per le donne, libere e sessualmente disinibite. Ma dietro la struggente fascinazione che l’esotismo del Pacifico esercita su Gauguin vi è forse dell’altro: la ricerca di un’identità.

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