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Dolce Vita e Coca Cola. Il mito della pop art italiana in mostra a Pordenone

Sergio Lombardo: Kennedy, 1964, smalto su tela, cm 120 x120 Sergio Lombardo: Kennedy, 1964, smalto su tela, cm 120 x120

Pordenone. La Galleria d’arte moderna e contemporanea Armando Pizzinato ospita, fino al prossimo 8 ottobre, la mostra intitolata IL MITO DEL POP. Percorsi Italiani. La premessa: «C’è stata una “via italiana” al Pop ed è stata assolutamente originale». La mostra a cura di Silvia Pegoraro riunisce all’interno degli spazi della Galleria pordenonese, circa 70 opere, tra cui alcune inedite, di una ventina di artisti.

Sergio Lombardo: Kennedy, 1964, smalto su tela, cm 120 x120
Sergio Lombardo: Kennedy, 1964, smalto su tela, cm 120 x120

«Il gusto tutto europeo e italiano, prima ancora che nei riferimenti alla tradizione artistica, si manifesta in tutti questi artisti nella forte istanza di intervento artigianale/manuale, lontana dalle tecniche prettamente industriali utilizzate dalla Pop americana. Una originalità che le opere in mostra confermano. Evidenziando che, fondamentale nel confronto, è soprattutto l’inclinazione degli italiani a lavorare su stereotipi culturali, anziché soltanto su oggetti-merce e su immagini della comunicazione di massa, con una più spiccata manipolazione delle immagini». (curatrice Silvia Pegoraro)

Si dice che gli artisti italiani non abbiano fatto altro che “copiare” gli americani… È vero per alcuni, quelli che erano stati in America prima del ’64, anno del trionfo della Pop Art americana alla Biennale di Venezia, o si erano informati in precedenza sulle nuove poetiche visive statunitensi: tra gli altri, Mimmo Rotella, Franco Angeli, Tano Festa e Mario Schifano, che ha reinterpretato in pittura le icone pubblicitarie della “Coca–Cola” e della “Esso”.

Ma anche qui, in Italia, c’è stato un centro di irradiazione della corrente artistica Pop, anzi due, il primo: Roma. Qui, il fenomeno della “dolce vita”, legato al “boom economico”, ha dato il via a un profondo rinnovamento del costume italiano. Nel dopoguerra, Roma è stato un luogo di incontri e dibattiti di livello internazionale, molti grandi artisti europei e americani passarono e soggiornarono nella capitale. «Si parla, si discute, si crea. Le gallerie di riferimento sono La Tartaruga di Plinio de Martiis e La Salita di Gian Tomaso Liverani, dove espongono gli artisti che fanno tendenza». Spiccano anche Cesare Tacchi, Sergio Lombardo, Renato Mambor, Ettore Innocente e Mario Ceroli tra gli artisti Pop dell’epoca.

Ettore Innocente: Racing, 1966, dourvil, cm 140x182x33
Ettore Innocente: Racing, 1966, dourvil, cm 140x182x33

Altro centro propulsivo della Pop Art italiana fu Milano. Il suo cuore nello Studio Marconi, dove nel ’65 esposero Schifano, Valerio Adami, Emilio Tadini e Lucio Del Pezzo. Artisti che guardavano più all’Europa che all’America: dalle soluzioni genialmente kitsch di Enrico Baj, influenzate dal dadaismo e dal surrealismo, alla altrettanto geniale ibridazione di metafisica dechirichiana e iconografia da fumetto di Adami, alla rigogliosa vena “narrativa” di Tadini che acquisisce, grazie al contatto con la Pop Art, l’impulso a inserire sulla tela oggetti appartenenti al mondo reale e quotidiano.

Concetto Pozzati: Qual è quella vera?, 1968, olio e specchio su tela, cm 80x75
Concetto Pozzati: Qual è quella vera?, 1968, olio e specchio su tela, cm 80×75

La mostra si presenta anche come l’occasione per ricordare e celebrare, nel trentennale della morte, l’artista Ettore Innocente, noto come uno dei più interessanti e originali artisti della Pop Art di ambito romano, ma proveniente in realtà dal territorio pordenonese, con il quale ha sempre mantenuto legami profondi, coltivati con assiduità.

«Roma e Milano sono stati i due centri della pop art italiana, ma oggi Pordenone diventa il fulcro e sintesi della produzione artistica di questo movimento e si proietta su scala nazionale poiché accanto alle opere di noti artisti espone anche tele inedite. Viene così offerta non solo al pubblico ma anche al mondo accademico una più esaustiva lettura di questa corrente artistica. Ma vogliano ribadire che anche il nostro territorio ha un legame diretto e significativo con la pop art italiana ricordando l’artista Ettore Innocente, che seppe imporsi per la sua originalità». (Sindaco Alessandro Ciriani)

Mario Ceroli: Ritratto, 1967, legno di pino di Russia, cm 130x130x50 ca
Mario Ceroli: Ritratto, 1967, legno di pino di Russia, cm 130x130x50 ca

Informazioni utili

Il mito del POP. Percorsi italiani

Dal 13 maggio al 8 ottobre 2017

Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Armando Pizzinato
Viale Dante, 33 Pordenone
www.artemodernapordenone.it

Orari: Da mercoledì a domenica: 15.00 – 19.00
Ingresso: Intero € 3,00, ridotto € 1,00

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