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Ceramiche antiche: nuovo dipartimento da Bertolami Fine Arts

Madonna col Bambino Andrea della Robbia, 1510-1530 Lotto 25 € 60.000 / 70.000. Un prototipo frequente nella produzione della bottega della Robbia: la Madre dal volto pensieroso che sorregge il Bimbo benedicente. La tipologia, divenuta negli anni un classico robbiano, inizia con Luca e prosegue con il nipote Andrea, suo diretto discepolo e continuatore. Andrea si discosta dallo zio nel rappresentare il Bimbo a sinistra anziché a destra della madre.

 

Madonna col Bambino  Andrea della Robbia, 1510-1530 Lotto 25  € 60.000 / 70.000. Un prototipo frequente nella produzione della bottega della Robbia: la Madre dal volto pensieroso che sorregge il Bimbo benedicente. La tipologia, divenuta negli anni un classico robbiano, inizia con Luca e prosegue con il nipote Andrea, suo diretto discepolo e continuatore. Andrea si discosta dallo zio nel rappresentare il Bimbo a sinistra anziché a destra della madre.
Madonna col Bambino Andrea della Robbia, 1510-1530 Lotto 25 € 60.000 / 70.000. (particolare)

11 maggio 2017, Bertolami Fine Arts, Roma

Giuliana Gardelli, uno dei nomi più influenti della ceramologia italiana, firma l’asta che l’11 maggio inaugura il dipartimento di ceramiche e porcellane antiche di Bertolami Fine Arts. Gli 82 lotti posti in vendita sono un significativo compendio della storia della ceramica europea dal ‘300 al ‘700, e, non casualmente, la curatrice ha scelto di assegnare all’importante catalogo una connotazione antologica, articolandolo in sette sezioni di carattere cronologico:

1 – Il Trecento, la maiolica arcaica; 2 – Il Quattrocento, la prima metà. La maiolica tra Medioevo e Rinascimento; 3 – Il Quattrocento, la seconda metà. La maiolica del primo Rinascimento; 4 – Il Cinquecento, la maiolica del Rinascimento; 5 – Il Seicento, la ceramica tra Manierismo e Barocco; 6 – Il Settecento, la ceramica mitteleuropea; 7 – Il Settecento, la porcellana europea.

La presenza, in ogni sezione, di eccezionali highlights, spesso provenienti da collezioni storiche, rende l’asta un appuntamento da non perdere, non solo per i collezionisti di settore, ma per tutti gli appassionati d’arte.

In primo piano tra i top lots:

25-andrea-della-robbia-1510-30

Madonna col Bambino
Andrea della Robbia, 1510-1530
Lotto 25
€ 60.000 / 70.000.
Un prototipo frequente nella produzione della bottega della Robbia: la Madre dal volto pensieroso che sorregge il Bimbo benedicente. La tipologia, divenuta negli anni un classico robbiano, inizia con Luca e prosegue con il nipote Andrea, suo diretto discepolo e continuatore. Andrea si discosta dallo zio nel rappresentare il Bimbo a sinistra anziché a destra della madre.

31-visione-san-bernardo-sansovino-1502-1505Visione di San Bernardo
ANDREA CONTUCCI, detto il SANSOVINO; 1502-1505.
Provenienza: Firenze, antica collezione Riccardi.
Lotto 31
€ 180.000 / 200.000
Pezzo unico di altissima qualità e in perfette condizioni di conservazione, l’articolato gruppo scultoreo è ascrivibile a un periodo della tradizione figurativa italiana – quello compreso tra la fine del ‘400 e gli inizi del ’500 – in cui la tecnica della terracotta maiolicata fu appannaggio anche dei più grandi scultori. Scultori come Andrea Sansovino, al quale l’opera è attribuita con largo margine di certezza. L’artista, oggi noto soprattutto per la sua produzione marmorea, fu in realtà abilissimo anche nel modellare la creta e sue sculture in terracotta smaltata sono presenti in tutto il territorio toscano.

65-pavimento-napoli-secxviiiMosaico pavimentale per fontana
NAPOLI. Eseguito da manifattura locale su modello vanvitelliano. Pittore della figurazione centrale:Berardino Gentili; sec. XVIII, quinto-sesto decennio.
Lotto 65
€ 250.000 / 300.000.
Lo splendido pavimento settecentesco perfettamente integro è una di quelle opere che raramente compaiono sul mercato. La superficie maiolicata, senza tracce di usura da calpestio, suggerisce che il mosaico, composto da 1298 mattonelle quadrate, fosse destinato a una grande vasca da giardino, quali erano di moda negli immensi parchi delle ville settecentesche. Anche il soggetto centrale, una Susanna al bagno, sembrerebbe confermare questa ipotesi, avvalorata da una ulteriore serie di indizi: le mattonelle mancanti nei punti di uscita dell’acqua e la scelta di scurire il bianco della colorazione di fondo, probabilmente per spegnere i riflessi del sole che, sull’acqua, sarebbero stati troppo violenti.
L’impianto decorativo generale presuppone la progettazione di un architetto, esperto e aggiornato anche sulle novità mitteleuropee.

(particolare)
(particolare)

Accanto ai nomi, famosissimi, di artisti del calibro di Andrea della Robbia e Andrea Sansovino, anche quelli di maiolicari che occupano un posto importante nella storia della ceramica. Scorrendo il catalogo, una pubblicazione da richiedere alla casa d’aste, ci si imbatte inoltre in alcune scoperte, per la prima volta illustrate al pubblico.

2-boccale-templare-rimini-xiii-xivsec

Una scoperta: boccale con decoro recentemente interpretato come insegna templare
RIMINI; secc. XIII – XIV.
Lotto 2
€ 10.000 / 12.000
L’unica decorazione presente sul boccale riminese in maiolica arcaica è una doppia croce da interpretarsi come una rara variante della cosiddetta croce patriarcale o ortodossa, un’iconografia del crocifisso in cui è presente la traversa utilizzata, secondo la tradizione bizantina, da Cristo per salire da solo sulla croce.
Il significato del misterioso motivo è da tempo al centro dell’interesse degli studiosi, ma un recente e inedito studio di Giuliana Gardelli lo riconosce come insegna templare.
Il boccale faceva infatti parte dell’arredo dell’antica chiesa di San Michelino in Foro a Rimini. La chiesa fu sede di una comunità di frati templari sino all’anno dello scioglimento dell’ordine, il 1312 e, in seguito, venne destinata ai Giovanniti. La certezza che il boccale appartenga al complesso dei beni confiscati ai Cavalieri Templari arriva da Garway, una piccola città della regione inglese dell’Herefordshire, dove sono presenti i resti di un’altra chiesa templare, anch’essa dedicata a San Michelino. Qui, recenti lavori di restauro hanno riportato alla luce una grande lastra di pietra che porta inciso il medesimo motivo dipinto sul boccale riminese. La comparazione tra i due oggetti e il contesto del loro ritrovamento toglie ogni dubbio sull’origine templare del simbolo

21-ritr-poliziano-montelupo-secxv

Un unicum della ceramica quattrocentesca: piatto con ritratto maschile riconosciuto come quello di Angelo Poliziano
MONTELUPO, sec. XV, fine
Provenienza: Rimini, Collezione Cleto Cucci.
Lotto 21
€ 4.000 / 5000
Una lirica composta da Angelo Poliziano nel 1479 rievoca il mito della ninfa Eco, costretta dalla gelosa Giunone a ripetere sempre le ultime parole. La composizione, costruita sulla declinazione del verbo amare, ebbe immensa fortuna, tanto che l’autore del piatto ha affidato alla sola parola AMA, dipinta accanto a un ritratto maschile, il compito di svelare l’identità dell’effigiato: Angelo Ambrogini (1454 – 1494), detto Poliziano. Che proprio di lui si tratti non vi sono dubbi: i lineamenti dell’uomo dipinto sul piatto corrispondono infatti alle fattezze dell’unico ritratto certo del poeta, quello eseguito dal Ghirlandaio nella cappella Sassetti, in Santa Trinita a Firenze.
Proveniente dall’antica collezione Cucci di Rimini, questo omaggio a Poliziano, forse realizzato in prossimità della sua morte, costituisce un unicum nella storia della maiolica italiana

27-piatto-urbino-guido-durantino-1535-40

Piatto con il mito di Ippolito
URBINO, bottega di Guido Durantino; 1535-40.
Lotto 27
€ 48.000 / 50.000
Nel piatto sono raffigurati, in primo piano, al centro, Fedra e il marito Teseo che brandisce una spada e, sul fondo, il principe Ippolito, ingiustamente accusato dalla matrigna di averle usato violenza, che fugge su un cocchio.
La vivace e ricca cromia, la complessa impaginazione della storia, la bellezza e la precisione della pittura portano a ritenere questo straordinario piatto opera della bottega di uno dei più celebrati ceramisti di Urbino: Guido Fontana, detto il Durantino.

39a-domenico-di-betti-venezia-1560ca

Vaso a boccia
VENEZIA, bottega di maestro Domenico di Betti; 1560ca.
Lotto 39
€ 20.000 / 25.000
La bellissima decorazione di foglie e fiori su blu cobalto è peculiare dalla bottega del maestro veneziano Domenico di Betti, attivo a Venezia tra la metà e il terzo quarto del ‘500. Diversi i pittori all’opera per realizzare questo splendido manufatto. Fra i due medaglioni contornati da cornici dipinte che compaiono sui lati, uno di essi, dipinto quasi in monocromia, reca l’immagine di un santo vestito solo di un perizoma. La mano è quella di un pittore abile e raffinato, sicuramente non lo stesso artista che ritrae, sul fronte opposto, un busto di uomo con berretto.

(lotto 39, particolare)
(lotto 39, particolare)
(lotto 39, particolare)
(lotto 39, particolare)

Molte altre le sorprese riservate agli appassionati dall’esposizione dei lotti, in mostra a Roma a Palazzo Caetani Lovatelli dal 5 al 10 di maggio. Catalogo on line su www.bertolamifinearts.com

Lotto 80 Piatto San Pietroburgo  XIX secolo
Lotto 80
Piatto San Pietroburgo
XIX secolo
Lotto 72 Servizio Vincennes o Sevres 1750-56
Lotto 72
Servizio Vincennes o Sevres 1750-56

Bertolami Fine Arts
Asta XXXII
CERAMICHE E PORCELLANE DAL XIV AL XVIII SECOLO

11 maggio 2017 ore 18,00

Esposizione:
cocktail di inaugurazione venerdì 5 maggio ore 16,00-21,00
dal 6 all’11maggio ore 10,00-19,00

Roma, Palazzo Caetani Lovatelli
Piazza Lovatelli, 1 – Roma

Info:
Tel. +39 06 32609795 – 06 3218464
e-mail: info@bertolamifinearts.com
www.bertolamifinearts.com

Ufficio stampa:
Scarlett Matassi – +39 345 0825223 – s.matassi@bertolamifinearts

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