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Vita? o Teatro? Charlotte Salomon a Palazzo Reale a Milano

Autoritratto, 1940 Collection Jewish Historical Museum, Amsterdam © Charlotte Salomon Foundation Charlotte Salomon®
Autoritratto, 1940 Collection Jewish Historical Museum, Amsterdam © Charlotte Salomon Foundation Charlotte Salomon®
Autoritratto, 1940
Collection Jewish Historical Museum, Amsterdam
© Charlotte Salomon Foundation
Charlotte Salomon®

Charlotte Salomon è una giovane ebrea berlinese che va incontro a un tragico destino. Prima di morire ad Auschwitz, Charlotte affida il racconto di tutta la sua vita a centinaia di tempere, raccolte sotto il titolo Vita? o Teatro?

Dagli anni Sessanta le tempere di Charlotte Salomon sono state esposte in forma antologica in alcuni importanti musei, dal Centre Pompidou al Museo Ebraico di Parigi, alla Whitechapel Art Gallery e alla Royal Academy di Londra, al Museo Ebraico di Berlino, a Tel Aviv, a New York o a Tokyo ma mai fino ad oggi in Italia. Nelle sale al piano terra di Palazzo Reale, l’esposizione Vita? o Teatro? fino al 25 giugno, presenta circa 270 tempere, insieme a decine di fotografie storiche che illustrano la vita di Charlotte e gli avvenimenti del suo contesto, in parallelo alle scene rappresentate nel suo poema autobiografico e ad un filmato che introduce il visitatore nel mondo dei suoi affetti.

La figura di Charlotte Salomon è anche la protagonista del romanzo del curatore della mostra milanese, Bruno Pedretti: Charlotte. La morte e la fanciulla (prima ed. Giuntina, Firenze 1998; ed. francese Robert Laffont, Parigi 2006; nuova ed. Skira, Milano 2015).

Charlotte Salomon all'età di circa dieci anni, con il padre, a Berlino, 1928 circa.
Charlotte Salomon all’età di circa dieci anni, con il padre, a Berlino, 1928 circa.
Charlotte Salomon che dipinge in giardino a Villefranche-sur-Mer, 1939 circa.
Charlotte Salomon che dipinge in giardino a Villefranche-sur-Mer, 1939 circa.

Bruno Pedretti spiega la genesi di questo lavoro già nelle prime frasi del testo del catalogo omonimo edito da Marsilio. “Trovare le immagini e le parole, richiamare i personaggi e i luoghi, rinvenire le passioni, i suoni e le occasioni per raccontare la propria vita intera: è questa la sfida che la giovane berlinese di origini ebraiche Charlotte Salomon si prefissò quando, in una data imprecisata del 1940, profuga a Villefranche–sur‒Mer alle porte di Nizza, decise di porre mano alla sua grande opera Leben? oder Theater? (Vita? o Teatro?). Nei due anni scarsi che seguirono, Charlotte godette della complicità di una musa così infervorata e solidale da riuscire a comporre un’opera tra le più struggenti, intense e mirabili del suo tempo.

In quei due anni che ebbe a disposizione prima del raccapricciante epilogo ad Auschwitz della sua ancor giovane vita, Charlotte Salomon riuscì a spingere le capacità artistiche tanto in là da restituirci dall’inferno della sua epoca un autentico poema, tra i canti tragici più alti del Novecento”.

Collection Jewish Historical Museum, Amsterdam © Charlotte Salomon Foundation Charlotte Salomon®
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Ma come dipinge la sua storia e la sua opera questa giovane artista, una delle ultime allieve ebree all’Accademia delle Belle arti di Berlino prima dell’intervento dei nazisti?

Spiega il curatore “Con l’uso esclusivo dei tre colori primari e suddivisa similmente in tre sezioni (l’infanzia, la gioventù, l’epilogo da profuga dopo l’abbandono di Berlino nel 1939), l’opera si dipana in una progressione temporale che, sebbene con deviazioni e ritorni e digressioni, scandisce i diversi momenti biografici dell’autrice e protagonista, chiarendone la complessità narrativa tramite l’abbinamento alla pittura di interventi scritti cui vengono affidati veri e propri dialoghi e racconti. Con l’avanzare dell’opera, il linguaggio visivo subisce poi una progressiva metamorfosi, diventando frenetico, ansioso, vorticoso, secondo una originalissima pittura-scrittura gestuale in cui discorso e personaggio, dialogo e scena, racconto e visione tendono a fondersi in un unico linguaggio.

Per intensificare ulteriormente la forza della sua opera, Charlotte chiede persino di immaginare, di sentire le musiche che l’accompagnano”. La testimonianza di una vita che continua attraverso la forza dell’arte. Per Pedretti è importante ancora sottolineare “Diario in figure, dramma con musica, racconto pittorico, poema visivo… Vita? o Teatro? può essere definita in molti e diversi modi, giacché in realtà è una vera “opera d’arte totale”. Lo è per la sorprendente capacità della giovane artista di esprimersi per estese e complesse sinestesie, ma lo è anche perché il teatro dell’arte rappresenta un’estensione della vita stessa nell’opera. Tutto quanto sin qui riassunto suggerisce di guardare al lascito di Charlotte come a un’opera temeraria e sublime che rivoluziona i canoni artistici tanto tradizionali quanto d’avanguardia”.

Collection Jewish Historical Museum, Amsterdam © Charlotte Salomon Foundation Charlotte Salomon®
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Charlotte Salomon
Vita? o Teatro?
Palazzo Reale, Milano
30 marzo – 25 giugno 2017

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