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Acide iperrealtà. David LaChapelle in prima mondiale a Venezia

David LaChapelle, Land Scape: Kings Dominion, 2013 © David LaChapelle David LaChapelle, Land Scape: Kings Dominion, 2013 © David LaChapelle

Oci sbarrati alla Giudecca. Sbarcano in laguna le realtà acide e accecanti di David LaChapelle (1963, Simsbury, Connecticut, Stati Uniti). Casa dei Tre Oci di Venezia spalanca le sue porte (e i suoi oci) alla dissacrante iperrealtà del fotografo e regista yankee. Barocco, surreale, pop. Al limite del kitsch. Cento immagini ripercorrono trent’anni di carriera. Dagli anni Novanta ad oggi, da Warhol a Jeff Koons, fino alla prima mondiale New World. In tre parole: Lost and found. Dal 12 aprile al 10 novembre 2017.

David LaChapelle, Land Scape: Kings Dominion, 2013 © David LaChapelle
David LaChapelle, Land Scape: Kings Dominion, 2013 © David LaChapelle

David LaChapelle. Un’estetica iperrealistica che si sposa con profondi messaggi sociali. Dai primi progetti in bianco e nero degli anni Novanta ai lavori a colori più recenti. Opere che sono divenute iconiche e che hanno garantito all’artista statunitense un riconoscimento internazionale da parte di critica e pubblico.

In prima mondiale la serie New World. Undici opere degli ultimi quattro anni che segnano il ritorno alla figura umana, in cui prevalgono temi come il paradiso, la gioia, la natura e l’anima. Un universo surreale, barocco e pop. O meglio: post-pop.

Trent’anni di percorso. Una fotografia in stretto rapporto con le riviste e la pubblicità da una parte e pratica creativa di esprimere la propria visione del mondo per immagini dall’altra. Essenziale la Pop art. Principale fonte di ispirazione, infatti, fu la generazione di artisti coetanei capeggiati da Andy Warhol.

 David LaChapelle, Seismic Shift, 2012 © David LaChapelle
David LaChapelle, Seismic Shift, 2012 © David LaChapelle

Fine anni Ottanta. Andrew Warhola Jr offre a LaChapelle il suo primo incarico professionale fotografico per la rivista Interview. Si genera una riflessione sulle possibilità comunicative e divulgative dell’editoria legate alla Pop Art.

Denunce fotografiche. LaChapelle contro le ossessioni contemporanee, il rapporto con il piacere ed il benessere, contro il superfluo e l’esigenza di apparire. Il mezzo: colori elettrici e superfici laccate. Nudi sfacciati e aggressivi. I soggetti sono le celebrità. Da Michael Jackson a Hillary Clinton, da Muhammad Ali a Jeff Koons, da Madonna a Uma Thurman, da Andy Warhol a David Bowie. Un sistema consapevolmente fondato sull’icona.

David LaChapelle, News of Joy, 2017 © David LaChapelle
David LaChapelle, News of Joy, 2017 © David LaChapelle

LaChapelle visita Roma nel 2006. Ecco la svolta per una nuova fase di ricerca ed evoluzione artistica. Visitando la Cappella Sistina, rimane folgorato dagli affreschi di Michelangelo e dai fasti del potere religioso. Abbraccia la monumentalità e la grandiosità del Rinascimento italiano. Il fotografo crea The Deluge (Il Diluvio): miscela tra il Diluvio universale di Michelangelo, i marchi della società consumistica e la bellezza ostentata dei corpi nudi. Una sorta di resurrezione dopo il diluvio è rappresentata da After the Deluge e Awakened.

Dopo il 2006 LaChapelle inizia a lavorare per serie fotografiche. Ogni fotografia si lega all’altra con coerenza. Un equilibrio tra sacro e sacrilego. Il tema è quello della Vanitas in differenti rappresentazioni. Vanitas come bellezza dei fiori appassiti (Earth Laughs in Flowers), vanitas nelle statue di cera distrutte dai vandali che riproducono le sembianze di alcune stelle hollywoodiane (Still Life).

 David LaChapelle, The First Supper, 2017 © David LaChapelle
David LaChapelle, The First Supper, 2017 © David LaChapelle

Non è da meno il confronto con la fotografia di paesaggio, importante ambito artistico a partire dal 2013. Modelli di impianti petroliferi e stazioni di rifornimento in scala vengono realizzati attraverso materiali riciclati come cartoni delle uova, schede madri per computer, bigodini, cannucce e altro. Ecco ciò che si potrà ammirare nel ciclo Gas Station and Land Scape.

Paradiso, gioia, natura e anima. Come anticipato, New World segna il ritorno di LaChapelle alla figura umana. Il progetto in anteprima a Venezia, ha richiesto 4 anni di lavoro. L’ispirazione per New World proviene da Odilon Redon, pittore francese visto dal fotografo al Musée d’Orsay, William Blake, Michelangelo, Michael Jackson e Pharell Williams con la sua canzone “Happy”. Il risultato è una riflessione tutta “metafisica”.

David La Chapelle, Self Portrait as House, 2013 © David LaChapelle
David La Chapelle, Self Portrait as House, 2013 © David LaChapelle
David LaChapelle, Nativity, 2012 © David LaChapelle
David LaChapelle, Nativity, 2012 © David LaChapelle
David LaChapelle, Lightness of Being, 2017 © David LaChapelle
David LaChapelle, Lightness of Being, 2017 © David LaChapelle
 David LaChapelle, Aristocracy Two, 2014 © David LaChapell
David LaChapelle, Aristocracy Two, 2014 © David LaChapell

Informazioni utili

David LaChapelle. Lost & Found

Sede
Casa dei Tre Oci
Fondamenta delle Zitelle, 43 30133 Giudecca – Venezia

Dal 12 aprile al 10 novembre 2017

Curata da Reiner Opoku e Denis Curti
Organizzata da Fondazione di Venezia e Civita Tre Venezie
Catalogo Marsilio editori (edizione bilingue italiano/inglese)

Lunedì 10 aprile: incontro con David LaChapelle presso l’Aula Magna Tolentini (Iuav di Venezia, S. Croce 191), organizzato dalla Fondazione di Venezia e l’Università Iuav

Orari
Tutti i giorni 10 – 19
Chiuso martedì

Biglietti
12,00 € intero
10,00 € ridotto (studenti under 26 anni, over 65, titolari di apposite convenzioni )
8,00 € ridotto (speciale gruppi superiori alle 15 persone)
24,00 € ridotto famiglia (2 adulti + 2 under 14)
5,00 € ridotto scuole
Gratuito, bambini fino ai 6 anni, un accompagnatore per ogni gruppo, disabili e accompagnatore, due insegnanti accompagnatori per classe, giornalisti con tessera, guide turistiche

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