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Tiergartenstrasse 4 – Un giardino per Ofelia

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Lo spettacolo Tiergartenstrasse 4 – Un giardino per Ofelia, andato in scena al Teatro Argot Studio di Roma dal 21 al 26 febbraio, è una storia d’amore ambientata nella Germania nazista, dove un’infermeria si assume il compito di salvare una malata di mente dal programma T4, il cosiddetto “Olocausto Minore”.

Tiergartenstrasse 4 – Un giardino per Ofelia è uno spettacolo scritto da Pietro Floridia, con la regia di Daniele Muratore e con Barbara Giordano, Serena Ottardo e Marco Polizzi. La pièce, andata in scena in uno degli storici teatri off di Roma, l’Argot Studio, è una produzione di Khora Teatro, patrocinata dall’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”.

Ambientata in Germania durante la dittatura nazista, l’opera racconta la storia di Ofelia, giovane donna con le facoltà mentali di una bambina di 8 anni, che, rimasta sola dopo la morte del padre, viene trovata ed accudita dall’infermiera Gertrud, mandata dall’ospedale per verificare le condizioni della ragazza. Ofelia, che dolcemente si prende cura ogni giorno della sua serra in attesa di un padre che non tornerà mai, riesce a conquistare immediatamente la rigida e intransigente Gertrud, che inizia a prendersi cura di lei, arrivando a rischiare di compromettere la sua stessa incolumità per salvare la giovane dal programma T4, il cosiddetto “Olocausto Minore”. Il T4, abbreviazione dell’indirizzo berlinese sede dell’istituto pubblico per la salute e l’assistenza, prevedeva l’eliminazione di persone affette da malattie genetiche inguaribili e da portatori di handicap mentali, attraverso l’eutanasia delle “vite indegne di essere vissute”.

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Le due donne inizialmente appaiono entrambe come entità sbiadite nel grigio mondo del totalitarismo imperante, ma tornano ad esistere nel momento in cui entrano in relazione l’una con l’altra, assumendo su di loro lo spirito dei due relativi personaggi femminili dell’Amleto. Gertrud, conoscendo Ofelia, scopre la tenerezza di un amore materno, mentre Ofelia, attraverso Gertrud, torna finalmente ad “essere vista” e a contare qualcosa per qualcuno.

L’imponente prova attoriale delle due interpreti viene valorizzata da una scenografia composta da pochi elementi essenziali – una colorata carriola in legno ed una sedia dello stesso materiale- che funzionano in maniera efficace, colmandosi di significati nuovi con l’avanzare degli sviluppi narrativi. Poetica è l’immagine di Ofelia dentro la sua carriola, trasformatasi in una bara nella parte finale dello spettacolo, quando la protagonista realizza di non riuscire a sottostare alle spietate regole del regime.

Un altro ruolo importante è giocato dalla musica, materializzatasi sul palcoscenico tramite la presenza di Marco Polizzi, che con il suo contrabbasso scandisce i tempi e i toni della narrazione. Risultano d’impatto anche i motivi delle canzoni di Edith Piaf, veri e propri inni alla liberazione del sé, interpretati magistralmente da Serena Ottardo, che cadenzano le singole sequenze drammaturgiche.

E’ raro di questi tempi andare a teatro e trovarsi immersi in un mondo parallelo, così distante dal nostro ma dove viene parlata una lingua comprensibilissima, che si dirige senza indugi verso la nostra sfera emozionale, riportando alla luce valori di cui ci si sarebbe dovuti appropriare tempo fa, ma di cui spesso ci si scorda. E’ raro, ma talvolta accade, come nel caso di Tiergartenstrasse 4 – Un giardino per Ofelia.

Lo spettacolo non solo convince, ma stupisce ed emoziona, soprattutto grazie allo sguardo attento e sensibile della regia di Daniele Muratore e all’eccellente performance delle due interpreti, Serena Ottardo e Barbara Giordano, che non cadono in rischi caricaturali, ma anzi, valorizzano i tratti di Gertrud ed Ofelia con una recitazione elegante e coerente.

 Tiergartenstrasse 4 – Un giardino per Ofelia

di Pietro Floridia
regia Daniele Muratore

con Barbara Giordano – Ofelia,
Serena Ottardo – Gertrud
Marco Polizzi – al contrabbasso

scene Bruno Buonincontri
costumi Sara Costarelli
luci Camilla Piccioni
aiuto regia Lucia Radicchi
foto e video Mario D’Angelo
traduzione Serenella Martufiù

21 – 26 FEBBRAIO 2017
mar-sab ore 20.30 dom ore 17.30

Teatro Argot Studio
Via Natale del Grande, 27
00153 Roma
www.teatroargotstudio.com

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