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Utopie e scenari futuribili. La Pop Art di Sergio Sarri

Sergio Sarri Studio per Belle de Jour 1985 Robilant + Voena Sergio Sarri, Studio per Belle de Jour (omaggio a Bunuel), 1985, acrilico su tela, 55x40cm
Sergio Sarri Studio per Belle de Jour 1985 Robilant + Voena
Sergio Sarri, Studio per Belle de Jour (omaggio a Bunuel), 1985, acrilico su tela, 55x40cm

Nella sede milanese della Robilant + Voena è in arrivo il Pop di Sergio Sarri. Dal 24 febbraio al 2 aprile 2017, l’antologica SERGIO SARRI. OPERE 1967 – 2017 presenta l’artista protagonista di una Pop art specifica del Nord Italia.

Il Pop al tempo delle macchine, ma anche il Pop al tempo dell’uomo-macchina. Sarri si concentra sul controverso rapporto che sussiste tra uomo e macchina, dall’era della prima tecnologia a oggi. Con la sua visione profetica, l’artista si fa precursore di una figura umana–disumanizzata, dotata di anatomie meccaniche.

La personale raccoglie circa trenta tele dell’artista in grado di restituire cinquanta anni di carriera, dal 1967 al 2017. L’intenzione di Sarri va oltre la mera riproduzione del mondo esistente, verso l’invenzione di un mondo nuovo, quello futuro. Perciò si può parlare di utopie e di scenari futuribili come elementi della sua produzione artistica.

Robot, corpi mutanti, fatti a pezzi e restituiti alla visione in modo quasi pornografico.

I dipinti, analitici e freddi nella loro precisione, esibiscono frammenti di corpi rimandando a una visionarietà sadomasochista.

A ben vedere, i corpi dipinti da Sarri sono scomposti, agglomerati di carni che danno vita ad arti o teste indecifrabili, in parte coperti da strani elementi da immaginario fetish, in parte vestiti con banali abiti borghesi. (Walter Guadagnini, curatore)

Sergio Sarri Studio con piccolo attrezzo sonda e schermo con figura 1975 Robilant + Voena
Sergio Sarri, Studio con piccolo attrezzo sonda e schermo con figura, 1975, acrilici su tela.

Il lavoro di Sarri attinge dai mass-media, dalla pubblicità, dalla televisione e dal cinema. Metropolis di Fritz Lang è un riferimento costante dal punto di vista concettuale e dell’immaginario visivo. Dopo un Grand Tour che lo portò dall’Europa agli Stati Uniti, a metà degli anni ’60, Sarri tornò nel bel paese avviando un intenso lavoro di ricerca volto alla riconsiderazione della pittura come linguaggio d’avanguardia.

Sergio Sarri La doccia Robilant + Voena
Sergio Sarri, La doccia (The Shower), 1970, acrilici su tela, 120x140cm.

Molteplici sono le fonti che lo ispirano: un’arte ricca di rimandi all’avanguardia, ma anche di elementi provenienti da linguaggi considerati “minori” come il fumetto, l’illustrazione e il cinema di genere. Difficile da classificare e definire, Sarri è un pittore raffinato che ha superato anagraficamente il Pop dopo averlo contaminato con la sfera concettuale.

Sarri ha iniziato a costruire il suo mondo parallelo mescolando ancor più le fonti, frammentando ancor più i racconti, dimostrando una volta ancora, dopo cinquant’anni di pittura, di avere gli occhi ben fissi sul mondo, e di avere ancora la forza di immaginarne altri. (Walter Guadagnini, curatore)

Informazioni utili

SERGIO SARRI. OPERE 1967 – 2017

24 febbraio – 2 aprile 2017
Galleria Robilant + Voena  
Via Fontana 16, Milano
Inaugurazione giovedì 23 febbraio, ore 18.30 – 22
Orari: da lunedì a venerdì, ore 10 – 19. Chiuso sabato e domenica.
Tel. 02 805 6179; info@robilantvoena.com

www.robilantvoena.com

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