Print Friendly and PDF

La passione secondo Carol Rama, ultimo weekend per visitare la mostra

carol rama

carol ramaNon ho avuto maestri pittori, il senso del peccato è il mio maestro. Il peccato è una trasgressione del pensiero”

Chiude il 5 febbraio La passione secondo Carol Rama, personale che la GAM di Torino ha dedicato all’artista scomparsa nel 2015. Una selezione di circa 200 opere che ricostruiscono il suo percorso artistico, specchio di una vita completamente dedicata all’arte, alla sperimentazione e all’inquietudine.

Una poetica, quella di Carol Rama, in cui il gesto di creativo diventa atto curativo, in una dinamica che si potrebbe definire psicomagica. Passione nella duplice accezione di sofferenza e vitalità, colonne portanti di tutta la poetica di quest’artista che ha attraversato con la sua opera un secolo intero.

>> Carol Rama è stata un’artista indipendente la cui arte ha trasceso le classificazioni, come lei Louise Bourgeois o Osvaldo Licini: erranti, erotici, eretici.

La mostra si apre con i collage/bricolage tattili degli anni Sessanta e Settanta, realizzati con inchiostri, vernici e lacca sulle quali Carol Rama applicava occhi e unghie da tassidermista. Bellissime le carte, più delle tele, in cui occhietti misteriosi e inquietanti come nuvole tra sottili alfabeti appaiono da inchiostri scuri che sembrano formare partiture alchemiche. Opere con oscure suggestioni orientali, mostri astratti come quelli della mitologia orrorifica giapponese.

Carol Rama - L'isola degli occhi, 1967
Carol Rama – L’isola degli occhi, 1967

Ai primi acquerelli apertamente erotici degli anni Trenta e Quaranta è dedicata una sala bordeaux, cuore pulsante dell’esposizione. Sono questi, assieme ai lavori con il caucciù, i lavori più riusciti dell’artisti, intrisi di un fascino ipnotico e respingente, in precario equilibrio da un erotismo sgradevole e una delicata fragilità.
Una serie di lavori in cui le ossessioni e i feticci dell’artista formano una mitografia già ben definita (scarpe col tacco, sofferenti bamboline senza arti, atti erotici con serpenti oscuri che sputano lingue di fuoco).carol rama

Una piccola sala è dedicata alla parentesi, non felicissima, avuta con l’astrattismo del MAC (Movimento Arte Concreta).

Carol Rama Paesaggio 1951 top price
Carol Rama, Paesaggio (1951)

Completano l’excursus nella poetica di Carol Rama i lavori e le incisioni che l’artista ha realizzato dagli anni Ottanta, dove appaiono nuovamente i suoi feticci: corpi, dentiere, lingue, organi genitali, figure di animali e tacchi a spillo. Si rispecchiano in queste illustrazioni crudeli e fatate gli episodi dolorosi della sua vita famigliare: le cure psichiatriche della madre e il probabile suicidio del padre; la sua arte diviene così un modo per esorcizzare sofferenza e paure interiori.

Proprio uno dei lavori in caucciù, La guerra è astratta, è stato battuto all’asta per 99.200 € nel giugno del 2016 da Wannenes, realizzando il nuovo record mondiale per l’artista. Anche il top price precedente di Carol Rama aveva visto come protagonista un altro esempio di gomma, come le chiamava l’artista, battuto a 80.600 €.

Carol Rama La guerra è astratta 1971 top price
Carol Rama, La guerra è astratta (1971)

Carol Rama, legata alla galleria La Bussola di Torino, inizia a utilizzare camere d’aria di biciclette, di moto e di automobili ritagliate e applicate sulla tela creando un particolare personalissimo cromatismo a partire dai primi anni ’70.
Le gomme accostate una sull’altra o da sole, spesso usurate -riparate- rattoppate, creano una superficie viva, pittorica, con un effetto visivo e tattile simile alla pelle umana. Sulla tela appaiono così dei collage palpitanti e misteriosi, materici e impalpabili. Il padre di Carol era un imprenditore che produceva biciclette, la casa, ricorda l’artista, era sempre piena di pneumatici e caucciù.

Artista autodidatta, sempre indipendente e obliqua a tutti i movimenti che hanno scosso l’Italia delle avanguardie, ha scandalizzato il pubblico borghese di Torino con sua prima mostra nel dopoguerra, organizzata alla Galleria Faber; leggenda vuole che venne chiusa perché ritenuta oscena. Alcuni associano a questo episodio la virata verso l’astrattismo di Carol Rama, che si riavvicinerà alla figurazione solo negli anni ’80.carol ramaImparò a dipingere frequentando Felice Casorati e circondandosi di personalità di spicco come Andy Warhol, Picasso e Man Ray che le dedicò un’opera, esposta in mostra. Picasso le regalò un gancio che usava per appendere gli stracci sporchi, lei ne fece dei multipli e li utilizzò per le sue gomme. Tra le persone a lei più care, il poeta Edoardo Sanguineti.

Un documentario del 2003, brutto ma molto interessante, restituisce attraverso interviste e testimonianze l’immagine in artista incredibilmente integra, libera e ferrea al contempo. Bellissimo il suo ricordo di Orson Welles, conosciuto a New York: sei proprio una stronza!, le disse lui per poi metterle la lingua in bocca.
Nostalgico il ricordo di Paolo Poli che racconta: “mi è sempre piaciuto questo nome, con delle ascendenze direi greche, come panorama, cinerama. Credo avessimo in comune un fidanzato… Un orsetto tutto peloso”carol rama

>> Nel 1948 la prima Biennale di Venezia. E qui tornò ad esporre nel ’50, nel ’56 e nel ’93.

Nel 1980, includendola nella collettiva L’altra metà dell’avanguardia, Lea Vergine ha riacceso l’attenzione nei suoi confronti e nel 2003 è arrivata la consacrazione definitiva del Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia.

“Carol, sei una diva ormai!”
“Che palle!”


La passione secondo Carol Rama
12 ottobre 2016 – 5 febbraio 2017
GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea – Torino

Commenta con Facebook

leave a reply

*