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Parigi Oh… cara! Paul Verhoeven torna in Europa con Elle. La recensione

elle paul verhoeven

elle paul verhoevenParigi Oh… cara!  Paul Verhoeven (Showgirls, Basic Instinct) torna in Europa con Elle, il suo nuovo film con protagonista Isabelle Huppert.

«Sardonico, osceno, sadico, indagatore dei meandri più degradanti della libido», questi alcuni dei giudizi che accompagnarono l’uscita dei primi film di Paul Verhoeven in Olanda negli anni Settanta. Giudizi che ebbero un’eco da parte dei critici hollywoodiani, soprattutto dopo l’uscita di Starship Troopers e Showgirls.
Il regista che ci ha dato Catherine Tramell e Nomi Malone è tornato nel cuore della vecchia Europa, a Parigi, per donarci un’altra delle sue donne: indipendenti e forti, donne cui non serve indossare i caratteri secondari maschili, individui post-femministi, intellettuali, salaci, consce della propria sessualità e perfettamente in grado di sopportare la pressione della vita quotidiana nelle sue manifestazioni più oscure e pericolose. Michèle Leblanc protagonista della sua ultima fatica, Elle, è l’incarnazione contemporanea di questo immaginario.

Michèle è interpretata da Isabelle Huppert (Il condominio dei cuori infranti, Segreti di famiglia), una performance memorabile in cui la protagonista de La Pianista dona alla camera di Verhoeven, la sua fisicità da giunco, il suo sguardo sicuro e distaccato e la sua voce di velluto.
Le scelte di Michèle nei confronti di se stessa e delle persone a sé vicine – la vorace e fragile madre, il figlio beota, la nuora approfittatrice, l’amica del cuore (nero), l’ex-marito, i colleghi, gli amanti – sono un saggio (in grado di dare allo spettatore anche una certa vertigine) di quello che una donna è in grado di ottenere se conscia delle proprie potenzialità fisiche e intellettive.

>> L’attrice olandese Renée Soutendijk (Spetters, Il quarto uomo) definì così le donne di Verhoeven: «quasi tutte le protagoniste dei film di Paul non si fermano finché non hanno ottenuto quello che vogliono. Di solito vincono e non consentono a nessuno di mettersi sulla loro strada», descrizione che calza perfettamente anche per la Michèle di Isabelle Huppert in Elle.

elle paul verhoevenElle basa il suo soggetto sulle pagine del romanzo Oh… dello scrittore francese Philippe Djian ed è il primo film girato da Verhoeven in lingua francese: l’ambientazione europea non è un mero sfondo. Parigi, al centro del vecchio continente, dialoga con la natura disinibita di Michèle. Verhoeven e la sua protagonista sanno che la cultura europea basa le sue fondamenta sul concetto cattolicissimo di colpa. Uno strumento assoggettante, comunemente accettato che guida azioni e convenzioni.

È in un contesto natalizio che si consumano le vicende di Elle, fra luci che addobbano la città – una Parigi gelida e distaccata che sembra ricordarci quella di François Truffaut – interni borghesi e posti di lavoro à la page, in cui albergano segreti altrettanto borghesi e si consumano violentissimi appetiti sessuali in grado di esplodere finestre e aggredire fin nell’intimo della propria abitazione o nel cuore di una lercia cantina degna di un set di kink.com.

Come Dario Argento, Verhoeven è assai sensibile alla debolezza e alla vulnerabilità del corpo, anche in Elle troviamo quel desiderio di rappresentare in modo esplicito e disinibito l’impatto della violenza sulla carne e sul sangue. Un effetto che sul corpo da giunco di Michèle diventa straniante perché contrasta con la sua forza, l’attenta intenzione e la precisa conoscenza che la donna ha di sé.08. Elle (Paul Verhoeven)Non ci stupisce che, per la materia opalescente e per le peculiarità da considerarsi rivoluzionarie della sua protagonista, Elle di Paul Verhoeven non abbia ancora una precisa data di uscita italiana. Non resta che augurarsi di vedere presto nelle nostre sale uno dei film più interessanti dell’appena trascorso anno cinematografico, un film che, presentato a Cannes e candidato alla Palma d’Oro, ha girato il mondo ottenendo buoni riconoscimenti, fino alla candidatura a miglior film straniero ai Golden Globe insieme a quella come migliore attrice per Isabelle Huppert. Tutto ciò mentre Verhoeven prepara il suo prossimo film, anche questo da girare in lingua francese, naturellement.

Qui il trailer

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