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Gli spazi interni delle navi cargo analizzati dalla fotografia di Camellini

Massimiliano-Camellini-Cabin-n°-1-Jolly-Cristallo-20-11-2012-Genova-Terminal-Messina-Courtesy-of-BAG-GALLERY Massimiliano-Camellini-Cabin-n°-1-Jolly-Cristallo-20-11-2012-Genova-Terminal-Messina-Courtesy-of-BAG-GALLERY
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Al di là dell’acqua. Gli spazi interni delle navi cargo passati al setaccio dalla fotografia di Massimiliano Camellini (Venezia, 1964). Prima tappa del progetto, ancora inedito, che vede alla BAG Gallery di Parma il fotografo frequentare gli interni delle navi cargo: città stato galleggianti, dove è necessario ritrovare la nuova stabilità quotidiana; i luoghi del lavoro e i luoghi del riposo, gli spazi comuni e le stanze in cui custodire oggetti, totem e simulacri, tutti elementi capaci di ingannare la distanza dalla terra ferma, capaci di dissimulare quel moto continuo, quel nomadismo da ‘viaggiatori cronici’ contemporanei.

Massimiliano-Camellini-Telescopes-NYK-Virgo-23-01-2015-Genova-Terminal-VTE-Courtesy-of-BAG-GALLERY
Massimiliano-Camellini-Telescopes-NYK-Virgo-23-01-2015-Genova-Terminal-VTE-Courtesy-of-BAG-GALLERY

Camellini sceglie navi dalle provenienze geografiche differenti, in modo da intercettare abitudini distanti tra loro: quei residui accumulati nei corridoi, nelle camere, sui comodini, sui davanzali. E sono proprio quegli oggetti, quelle tracce a ricordare la presenza dell’uomo che, nelle fotografie di Camellini, scompare dalla scena.

È un gioco di rimandi, di allusioni. Il lavoro è presente, ma sono gli strumenti a riportarlo alla luce: bussole, carte, passaporti. Come schermi di smartphone lasciati nelle proprie stanze a ricordare una relazione a miglia di distanza, un volto di donna, di ragazza. Oggetti simbolici che alludono ad una stabilità necessaria. Perché Camellini racconta un ossimoro, la ricerca di una prassi quotidiana all’interno di uno spazio mobile, in continuo moto verso una meta lontana nel tempo. E tutto succede all’interno della città/nave.

Non ci è dato sapere dove si trova il mezzo, gli oblò lasciano trasparire solo paesaggi confusi, ovattati. Forse un porto, forse l’oceano mare, forse altro. Lo spazio si fa claustrofobico, le vie di fuga censurate, ma è proprio questo meccanismo che consente al racconto di farsi studio antropologico, ricerca sul viaggio, sulle abitudini scandite ora per ora. Le immagini ricostruiscono una successione temporale che delimita un’intera giornata: il sonno, il risveglio, il lavoro, i pasti, nuovamente il lavoro, lo svago, il gioco.

Informazioni utili

AL DI LÀ DELL’ACQUA

Fotografie di Massimiliano Camellini

INAUGURAZIONE: venerdì 23 dicembre – ore 18.00

BAG Gallery Parma (ITALIA)

24 dicembre 2016 – 5 febbraio 2017

Orari di apertura:

16.00 – 21.00 | giovedì domenica (anche su appuntamento)

www.bag-gallery.com

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