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Intervista a Jorit Agoch. Il racconto del sogno americano

Jorit Agoch, Cameron, Staten Island, New York, 2016 Jorit Agoch, Cameron, Staten Island, New York, 2016

Le sue opere ‘periferiche’ stanno facendo il giro del mondo. Da Napoli alla Tanzania, da Forcella a Cuba. L’artista Jorit Agoch approda negli Stati Uniti e nel giro di pochi mesi realizza cinque murales. Nato a Napoli da padre italiano e madre olandese, fin dall’adolescenza ha fatto della bomboletta il suo principale strumento d’espressione. Per Jorit realizzare murales significa offrire nuovi stimoli a realtà chiuse e soprattutto raccontare l’umanità. A ritratti di personaggi famosi si alternano volti di persone comuni in modo da poter proporre attraverso la sua arte, un mondo privo di gerarchie sociali.

Jorit Agoch, Cameron, Staten Island, New York, 2016
Jorit Agoch, Cameron, Staten Island, New York, 2016

Per quanto tempo hai lavorato in America?

Sono stato in America per 2 mesi il tempo messo a disposizione dal visto. A breve partirò per Art Basel di Miami ma spero di poter tornare nuovamente negli States.

Che impatto stanno avendo le tue opere in America?

Ho realizzato 5 murales. Sono entrato in contatto con diverse associazioni di Brooklyn per avere i permessi. L’impatto la realtà americano credo che sia stato piuttosto positivo anche perché sono numerose le possibilità che il paese offre per incoraggiare questo tipo di opere. Ci sono maggiori libertà e possibilità di trovare pareti su cui dipingere autorizzate.

Quanto c’è di italiano, africano e americano nelle tue opere?

Mi sono formato all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Ho studiato le tecniche artistiche ma ho avuto modo di scoprire i grandi maestri italiani del passato come i rappresentanti del realismo e del Cinquecento. Dell’Africa porto con me il concetto di tribù, che è chiaramente citato sui volti dei miei soggetti che riportano tagli rossi, simbolo di appartenenza ad una comunità. Il mondo dei graffiti, che ha la sua origine a Philadelphia invece, è la cultura a cui faccio riferimento da sempre.

Jorit Agoch, OtavioGustavo, New York, 2016
Jorit Agoch, Otavio Gustavo, New York, 2016

Che cosa raccontano le opere americane?

Si tratta di opere realizzate sulle facciate di alcuni palazzi. Non è mai facile lavorare su queste grandi superfici ma mi adatto a seconda delle circostanze. Le opere che ho realizzato si collegano a quelli che sono da sempre i miei obiettivi. Prima di tutto realizzare volti riconoscibili alternati a persone comuni. Ho ritratto il calciatore Paolo Cannavaro ma in un altro murales ho riportato il volto di un ragazzo che conosciuto a State Island. L’alternare opere dedicate a personaggi famosi a persone comuni, significa raccontare la mia idea di umanità. Raggruppando queste opere, crollano tutte queste gerarchie sociali che caratterizzano il mondo contemporaneo, e si racconta solo l’essere umano.

E’ evidente che il tuo luogo espositivo per eccellenza è la strada. Hai avuto occasioni di esporre anche in musei e gallerie?

Ho esposto al PAN di Napoli e in altri spazi. Oltre a queste occasioni ho ricevuto anche commissioni dirette. Il mio obiettivo è diffondere le opere in luoghi diversi nel mondo ma non disprezzo alcuna occasione che possa far conoscere il mio pensiero.

Jorit Agoch, Paolo, Brooklyn, New York, 2016
Jorit Agoch, Paolo, Brooklyn, New York, 2016
Jorit Agoch, Nasir,One Tribe, New York, 2016
Jorit Agoch, Nasir,One Tribe, New York, 2016
Jorit Agoch, Ba  Painted on wall with spray cans -NEW YORK- Greenpoint Rossell, 2016
Jorit Agoch, Ba ,New York-,Greenpoint Rossell, 2016
Jorit Agoch
Jorit Agoch

JORIT AGOCH

Jorit nome di battesimo, Agoch pseudonimo è nato a Napoli, da padre Italiano e madre olandese. Ha iniziato a dipingere a tredici anni con lo spray sui muri della sua città natale Quarto, nella periferia nord di Napoli. Quest’attività nella sua fase iniziale era legata alla volontà di marchiare i luoghi che frequentava in compagnia della sua cerchia di amici. L’attività di scrivere sul muro è motivata perlopiù dalla volontà di evadere da una realtà chiusa e priva di stimoli in forte contrasto con una formazione familiare libertaria e culturalmente stimolante. Questa prima fase legata all’età adolescenziale molto energica e a tratti violenta gli permette di canalizzare l’attenzione su attività creative come il disegno e dopo studi scientifici decide di frequentare L’Accademia Di Belle Arti di Napoli dove si laurea con 110 e lode. Nel 2005 compie il suo primo viaggio in Africa continente che lo colpisce profondamente e che visiterà per sette volte alcune con permanenze molto lunghe. Dalle già citate esperienze nell’Africa Subsahariana ai viaggi in Australia a Cuba e in alcuni paesi Arabi Jorit matura una consapevolezza del mondo molto forte che si completa con studi e ricerche.

http://www.jorit.it/index.html

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