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Intervista a David de la Mano. A Milano con Latitude alla Wunderkammern

David de la mano, vortex, 2014 David de la mano, vortex, 2014

Dal 16 novembre  si terrà Latitude la prima mostra personale in Italia di David de la Mano alla galleria Wunderkammern di Milano. Per l’occasione abbiamo intervistato l’artista spagnolo.

David de la Mano

David de la Mano ci fa strada tra le sue opere in fase di allestimento. Il suo è uno stile semplice e originale. Sembra una personalità timida al primo impatto. Quando comincia a raccontare la sua arte, però, tutto cambia. Ci accompagna nel suo mondo, nella realtà che racconta nei quadri. Bianco e nero, silhouette e uomini che camminano con una ritmica originale verso un destino incerto. Questi sono i caratteri distintivi delle opere presenti in mostra.

Qual è il tuo percorso formativo?

Mi sono da sempre interessato al mondo dell’arte, fin dagli anni della scuola. Successivamente mi sono iscritto all’Università di Salamanca specializzandomi in scultura. Poi ho iniziato il dottorato in Arte Pubblica a Valencia. Ho incominciato a livello teorico ad interessarmi a diversi aspetti dell’arte ma non ho più ultimato la tesi perché mi ero reso conto che l’aspetto teorico dell’arte, non era la mia strada.

david de la mano

Con la mostra Latitude che cosa raccontano le tue opere?

Insieme alla galleria abbiamo riflettuto sul concetto di Latitude. La latitudine è un’invenzione convenzionale che aiuta a muoversi nel mondo. In realtà questi parametri di riferimento si sono persi. Quello che mi affascina nel mio lavoro è capire quando e come l’uomo si confronta con una situazione estrema. Viviamo in un’epoca d’incertezze. Le persone rappresentate nelle mie opere sono incurvate perché schiacciate dalla paura del domani e allo stesso tempo tutti s’incamminano nella stessa direzione. Il mondo che racconto è privo di sfumature, o bianco  o nero. Non ci sono margini di scelta.

Come ti confronti con il panorama attuale della Urban Art?

Il mio incontro con la Street Art è stato piuttosto casuale. Dopo aver studiato cinque anni all’università, ho incontrato l’artista bolognese Blu. Le sue opere sono molto dirette con aspetti a tratti ironici. Osservando suo stile colorato e originale ho capito che l’Urban Art era ciò che m’interessava realmente. Volevo perseguire l’obiettivo di realizzare opere che parlassero chiaramente a chi le osserva.

David de la mano

Le tue opere in mostra sono realizzate con tonalità in bianco e nero. Come mai questa scelta?

Ho lavorato come illustratore e ho realizzato anche opere per bambini. All’università ho studiato pittura e le figure che mi hanno sempre affascinato sono le silhouette. Il nero non solo ha un carattere più incisivo ma velocizza la realizzazione dell’opera. Credo infatti che l’obiettivo non sia creare opere ‘decorative’ ma scoprire e proporre un nuovo linguaggio. Ho sperimentato nuove tecniche come l’utilizzo per alcuni disegni del caffé perché trovo che faccia più effetto rispetto all’acquerello. Alcuni di questi sono studi per realizzare poi opere su vasta scala.

Qual è la visione dell’uomo contemporaneo rappresentato nelle tue opere?

I personaggi rappresentati sono uomini immaginari. Sono delle silhouette che camminano verso un’unica direzione ma assumono posizioni differenti. Il messaggio che voglio inviare è che la società attuale è caratterizzata da profonde difficoltà ed incertezze e purtroppo ad affermarsi sono unicamente le persone con il potere. All’apparenza sembra che sia rappresentata una sola direzione, ma in realtà il quadro assume una sua efficacia comunicativa perchè, a seconda di come si sceglie di esporlo, il suo linguaggio resta invariato. Il bianco e nero scandisce un ritmo che a volte è circolare, ondulatorio o diretto verso un’unica direzione.

David de la mano, vortex, 2014
David de la mano, vortex, 2014

Da un punto di vista figurativo quanto incide l’arte primitiva nelle tue opere?

Mi sono fortemente ispirato alle tribù da un punto figurativo e a volte narrativo. Mi piace realizzare opere che da un punto di vista estetico siano essenziali che mi consentano d’ispirarmi e riflettere sugli uomini.

E’ la tua prima esperienza in Italia? 

Ho partecipato a diversi festival italiani. Credo però che collaborare con una galleria significhi incoraggiare l’artista a portare avanti la sua strada ed è molto stimolante anche per mettersi alla prova.

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David de la Mano, empty walls festival 2014, cardiff-uk

David de la Mano

David de la Mano

David de la Mano (1975, Salamanca, Spagna) è esponente di spicco dell’Urban Art. Con una formazione artistica presso l’Università di Salamanca e studi di dottorato in Arte Pubblica in quella di Valencia, de la Mano è un artista poliedrico che spazia dalla disegno alla scultura. L’artista ha cominciato la sua carriera all’inizio degli anni ‘90 creando progetti di Land Art, installazioni e sculture nello spazio pubblico e dal 2008 la sua attenzione si è focalizzata sui dipinti murali. Da allora de la Mano ha partecipato a numerosi eventi internazionali, tra i quali Empty Walls Festival (Cardiff, Regno Unito) e Memorie Urbane (Gaeta, Italia).


Informazioni utili

David de la Mano

Latitude

inaugurazione 16 novembre ore 18.30

a cura di Giuseppe Pizzuto

16.11.2016 – 21.01.2017

Wunderkammern Milano

Via Ausonio 1A, Milano

www.wunderkammern.net

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