Print Friendly and PDF

Nocturnal Animals di Tom Ford – Animali Notturni e dove trovarli

Nocturnal Animals

Nocturnal Animals locandina

Nocturnal Animals, secondo film scritto e diretto da Tom Ford, Leone d’Argento alla 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, arriva nelle sale italiane, dal 17 novembre.

Nocturnal Animals. Dopo l’anteprima mondiale alla Mostra di Venezia, dove si è aggiudicato il Leone d’Argento – Gran Premio Speciale della Giuria, finalmente approda al cinema il tanto atteso Nocturnal Animals (in italiano, letteralmente: Animali Notturni), il secondo lungometraggio firmato Tom Ford.

Susan Morrow (Amy Adams) è una gallerista e mercante d’arte di Los Angeles, sposata al bellissimo Hutton (Armie Hammer), impegnata fra gli obblighi professionali e gli eventi mondani nel segno di una vita agiata e di gran classe. Un weekend, mentre il marito è via per un viaggio di lavoro (quel tipo di viaggio di lavoro), alla sua abitazione over-designed giunge un pacco inaspettato. È un romanzo, dal titolo emblematico: “Nocturnal Animals”. Il manoscritto è autografato dall’ex-marito di Susan, Edward Sheffield (Jake Gyllenhaal) con cui la protagonista ha perso i contatti da anni (“My husband used to call me a nocturnal animal”, ricorda con amarezza) ed è accompagnato da un biglietto dell’autore che la incoraggia a contattarlo in occasione della sua imminente visita in città. Il contenuto del romanzo è violento e devastante. Susan non impiega molto tempo a capire che quel racconto di vendetta così crudele non interessa soltanto i protagonisti del libro, ma parla proprio a lei: è una riflessione aspra sul loro vecchio matrimonio, una critica amara e senza sconti alla sua vita e alle sue scelte.

Amy Adams in "Nocturnal Animals", 2016
Amy Adams in Nocturnal Animals, 2016

Nocturnal Animals segna un ritorno più che gradito sul grande schermo, sette anni dopo quel 2009 in cui, sempre al Lido, Tom Ford fece il suo esordio con A Single Man. Il film, acclamato dal pubblico e dalla critica, vinse il Queer Lion e valse a Colin Firth la Coppa Volpi per la Miglior Interpretazione Maschile.

>> Il regista riparte, come la prima volta, da un testo letterario: se A Single Man era infatti la rivisitazione cinematografica del romanzo omonimo di Cristopher Isherwood (definito all’epoca da Edmund White come “il primo e migliore romanzo della moderna letteratura gay”, oggi considerato pietra miliare del movimento di liberazione omosessuale), Nocturnal Animals nasce da un romanzo più recente, “Tony and Susan” di Austin Wright, pubblicato nel 1993 ma giunto al successo soltanto nel 2010.

Jake Gyllenhaal in "Nocturnal Animals", 2016
Jake Gyllenhaal in Nocturnal Animals, 2016

Tom Ford s’imbarca in un progetto ambizioso. Per mettere in scena una storia così intricata non si accontenta di un solo piano di rappresentazione, ma ne sfrutta ben tre: mentre la narrazione del tempo presente tiene le redini della trama principale, da un lato è centrale il racconto meta-narrativo del romanzo, “letto” dallo spettatore insieme alla protagonista (e ricco di riferimenti autobiografici, tanto che il personaggio principale del libro è interpretato sempre da Jake Gyllenhaal); dall’altro alcuni flashback raccontano la storia del matrimonio – ormai fallito – dei due innamorati.

Tom Ford
Tom Ford sul set di “Nocturnal Animals”, 2016

Formato nell’ambiente universitario della New York di fine anni Settanta e primi anni Ottanta, frequentatore dello Studio 54 e membro in quell’universo culturale che oggi viene riassunto intorno alla figura di Andy Warhol, Tom Ford è più di un semplice fashion designer: è una firma ben precisa.

>> Nel mondo della moda è l’allievo di Marc Jacobs che nel 1990 ha reinventato le linee della maison Gucci, all’epoca in profonda crisi finanziaria, per approdare nel 2004 alla fondazione del brand che tutt’oggi porta il suo nome. Da un punto di vista mediatico, è l’uomo che nel 2003 ha sfilato sul red carpet del Met Gala accompagnato dalle muse Nicole Kidman e Diana Ross; è il il titolo a una canzone di Jay-Z (“Tom Ford”, 2013, dall’album Magna Carta Holy Grail) o ancora, il volto che nel 2011 ha posato per la copertina della rivista Out insieme al compagno di una vita, il giornalista inglese Richard Buckley (con cui è sposato dal 1986).

Tom Ford & Richard Buckley sulla copertina di Out, febbraio 2011
Tom Ford & Richard Buckley sulla copertina di Out, febbraio 2011

Il mondo cinematografico arriva in un secondo momento; dopo un primo approccio con il franchising di 007 – in qualità di costumista e addetto al guardaroba (Quantum of Solace, 2008; Skyfall, 2012; Spectre, 2015) – A Single Man rappresentò un ingresso audace, segnato dal coraggio di raccontarsi da una prospettiva molto intima.

>> Nocturnal Animals è l’occasione per l’autore di esporsi in modo ancora più coraggioso: non solo decide di spettacolarizzare la sua emotività, ma la racconta assegnandole valore universale. “I would like audiences to leave this film thinking about the choices they made in their life, with regards to people, thinking about the importance of people in their life”, ha dichiarato il regista durante la conferenza stampa a Venezia.

Aaron Taylor Johnson, Tom Ford, Amy Adams & Jake Gyllenhaal al photocall di Venezia 73
Aaron Taylor Johnson, Tom Ford, Amy Adams & Jake Gyllenhaal al photocall di Venezia 73

Il dramma che in Nocturnal Animals viene portato in scena non è semplicemente quello sentimentale che intrappola i protagonisti in un vortice di incomprensione e rancori: ridurlo a un tradizionale conflitto emotivo significherebbe negare la tensione attorno a cui Tom Ford costruisce la rappresentazione. Al contrario, il dolore del ricordo è un riflesso, l’estrema conseguenza del dramma interiore a cui lo stesso film non può trovare una soluzione.

Do you ever feel like your life has turned to something you never intended?

Tom Ford sfrutta le incredibili performance di Amy Adams e Jake Gyllenhal (arricchite da un casting di personaggi minori che farebbe gola a qualsiasi professionista, da Michael Shannon a Isla Fisher, Aaron Taylor Johnson, Michael Sheen e Laura Linney) per portare sullo schermo i suoi fantasmi interiori.

>> Nel film è centrale l’eterna lotta fra due diverse attitudini alla creatività, un conflitto che qualsiasi artista si è trovato a risolvere nel corso della propria crescita. Da un lato c’è l’anima passionale, la creatività allo stato puro, che non si cura della morale borghese ma sfida i benpensanti in nome di un ideale più alto: è il sogno dell’Arte con la A maiuscola, l’arte “per le persone”, “che parla alle persone” (riecheggiano le parole dei protagonisti di Sullivan’s Travels di Preston Sturges, o del John Turturro di Barton Fink, Joel & Ethan Coen). Dall’altro, però, può capitare qualcosa di diverso: può succedere che quella morale borghese torni a fare capolino, convincendo che in fondo non c’è nulla di male a giocare dentro schemi sicuri, che scendere a compromessi non significa per forza vendere la propria anima agli inferi.

Tom Ford, Amy Adams & Aaron Taylor Johnson sul red carpet di Venezia 73
Tom Ford, Amy Adams & Aaron Taylor Johnson sul red carpet di Venezia 73

Qual è la scelta giusta? O ancora meglio: c’è una scelta giusta?

Lo spaventoso mito del compromesso inquina entrambi i percorsi e rende impossibile fuggire dal senso di amarezza che nasce dal dubbio di aver preso la decisione sbagliata.

>> Susan/Amy Adams, consapevole della sua scelta, non è un personaggio negativo. È gelida e distaccata, nega le passioni e non può fare a meno di ricondurre tutto a un ordine preciso. Ma sotto i vestiti sinuosi ed eleganti (Arianne Phillips, la costumista del film, parla di vera e propria “delicateness and fragility” dei materiali che compongono i costumi) i pensieri la consumano ed è preda di un grande rimpianto: “I really wanted to be this person that he thought I was”. Dal canto suo, Edward/Jake Gyllenhaal è consumato dall’odio nei confronti dell’ex-moglie, ma con il suo comportamento violento non riafferma sé stesso; al contrario, alla resa dei conti si mostra (ironicamente parlando…) infantile, incapace di consumare una vendetta degna di questo nome.

Amy Adams in una scena del film

Tom Ford s’imbarca davvero in un progetto ambizioso, ma il coraggio di intraprendere un discorso tanto sensibile sconfigge le critiche più superficiali. Forse, nella sua audacia e con un pizzico di arroganza, il regista ammette a testa bassa che non si può scappare da se stessi: Edward si umilia e dimostra di essere un codardo, ma anche Susan scivola nella vigliaccheria, accettando le provocazioni dell’uomo che ha amato solo perché colpita nell’orgoglio e frustrata dal secondo matrimonio.

Insomma, entrambi i protagonisti sono soli e miserabili: ma lei è più bella che mai e lui ha un romanzo in pubblicazione. Che sia questa una vittoria?

 

Commenta con Facebook

leave a reply

*