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Quello che le donne non dicono. Al Teatro Libero il volto oscuro di una donna

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Ha debuttato al Teatro Libero di Milano Quello che le donne non dicono, in scena fino al 10 novembre.

Il monologo a due voci è scritto e diretto da Fabio Banfo con Serena Piazza. Quello che le donne non dicono torna sul palcoscenico di via Savona dopo il successo del marzo scorso. Monica Faggiani e Debora Mancini si muovono in una scenografia semplice ma evocativa, con toni e arredi cupi che richiamano la vita a tinte fosche della protagonista.

Due donne per un solo racconto che ripercorre le vicende dall’infanzia all’età adulta e il rapporto con gli uomini. Lei è bambina, figlia, amante, donna, madre, devota. Nel rifugio sicuro della sua soffitta, la donna passionale si alterna nel racconto dei ricordi alla donna fragile, a tratti infantile.

Entrambe le Lei ritrovano l’amica/strega immaginaria. Compagna di confidenze di una vita intera. Così almeno finchè “non le sono venute le mestruazioni ed è stata mandata in collegio“. L’amica è l’unica che l’abbia sempre capita, che ha sempre riso alle sue battute, che ha condiviso le sue punizioni.

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L’unico modo che la donna ha di sopravvivere è fingersi pazza. Cerca la normalità, vorrebbe solo essere accolta per quello che è. Attraverso i loro ricordi le due Lei raccontano la stessa storia, quella di una donna ‘gramigna’, incompresa e temuta, assassina.

Banfo immagina l’incontro impossibile tra due personaggi femminili dell’universo shakespeariano: Lady Macbeth e Ofelia.

Come ha spiegato il regista: “In scena due attrici, a rappresentare la stessa donna, la stessa anima lacerata da una doppia personalità. Il tema del doppio è centrale nel testo e la regia lo ha declinato su due assi quello della memoria (presente e passato) e quello del dialogo interiore (Lady Macbeth Vs Ofelia). Mi interessava parlare attraverso di loro della relazione delle donne con gli uomini, prendendo due punti di vista estremi: la donna vittima e la manipolatrice, la dominante e la soccombente. Sullo sfondo il dolore dei legami di sangue, la follia, il suicidio. Ma anche i sogni più infantili, i desideri, le piccole favole di cui si nutre un’esistenza. Lady Macbeth, Ofelia e le loro storie, vengono costantemente citati, attraverso il metodo della rilettura in chiave moderna e degradata, secondo il principio di scrittura seguito da T.S. Eliot in Terra Desolata. Così laddove Ofelia impazzita cantava le sue lodi intrise di poesia, qui la protagonista canta accompagnandosi al pianoforte delle canzonette della tradizione popolare italiana, e in luogo degli stermini per la conquista del trono scozzese, abbiamo l’assurdo e in parte incosciente omicidio di una nonna gettata giù dalle scale”.

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In Quello che le donne non dicono le due Lei si muovo in bilico sul testo di un doppio monologo, scritto in maniera precisa e rigorosa, affilato e duro, come inciso da un bulino. Un testo che ricorda le ombre grottesche e sottili di Fleur Jaeggy in cui i due io della protagonista sembrano non incontrarsi mai, se non alla fine, quando si confondono nella pace del silenzio che le unisce: tre donne senza volto che diventano, forse, un’unica donna.


Quello che le donne non dicono

Teatro Libero 4 – 10 novembre 
regia Fabio Banfo e Serena Piazza
con Monica Faggiani e Debora Mancini
scene e costumi Serena Piazza
disegno luci Fabio Banfo
foto Luigi Guaineri

Produzione EFFETTO MORGANA

Testo finalista del premio “Per Voce Sola 2014”, Teatro della Tosse di Genova

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