La spiritualità di Kate Kulish alla prima personale a Milano

Kate Kulish, Spirituality. alla M.A.D. Gallery di Milano. Dal 17 settembre al 23 settembre.

Accompagnata da una performance di danza contemporanea, si è inaugurata a Milano la mostra Spirituality presso la M.A.D. Gallery. La prima personale dedicata alla giovane artista ucraina Kate Kulish ha come protagonisti una serie di dipinti realizzati nell’ultimo biennio di attività.

Il voler esporre in Italia, per la Kulish, è manifestazione del proprio desiderio di dialogare con un pubblico che ritiene più comprensivo. Il suo volere è quello di entrare in contatto con una tradizione di grandi maestri che notevolmente influenzano il suo lavoro. Primi fra questi Raffaello e Botticelli, con i quali si è confrontata nella raffigurazione del volto femminile, immerso in un’aurea di colori e forme che rammenta la lezione secessionista di Klimt.

L’espressione serena ma malinconica dei suoi soggetti è elevata a sentimento universale. La sua arte vuole rimarcare una spiritualità ricercata dalla stessa artista nella propria quotidianità. Le figure ritratte possiedono tratti femminile, ma procedono oltre i confini del genere, aspirando ad essere rappresentazione dell’esperienza singola e contemporaneamente universale dell’umanità.

Il percorso espositivo rivela l’evoluzione e la sperimentazione pittorica di questa giovane artista. Nelle tele meno recenti la sintesi tra figura e l’ambiente circostante raggiunge l’apice condividendo parte della tavolozza utilizzata nell’opera. Nei lavori dell’ultimo anno, invece, il volto roseo risulta maggiormente definito e lo sguardo del soggetto è rivolto all’osservatore attraverso uno squarcio di colore.

Si manifesta così nella produzione di Kate Kulish una relazione biunivoca tra elementi apparentemente contrastanti. In primis nella rappresentazione pittorica, tra figura e colore e tra soggetto corporale e ambiente etereo in cui è immerso. L’uno sembra non poter esistere senza l’altro. Poi, la lezione della tradizione classica europea che l’artista ha saputo far convivere con un uso moderno delle gamme cromatiche adottate. Infine replicandosi nuovamente nell’happening inaugurale: una danza silenziosa della performer Jemila Cappelli ispirata dalle opere esposte.