Print Friendly and PDF

UNEASY DANCER. Betye Saar in mostra alla Fondazione Prada

Betye Saar, Uneasy dancer, Fondazione Prada Betye Saar, Uneasy dancer, Fondazione Prada

Fondazione Prada presenta a Milano dal 15 settembre 2016 al 8 gennaio 2017 Uneasy Dancer, una mostra antologica dedicata a Betye Saar (Los Angeles, 1926). E’ la prima esposizione in Italia dell’artista americana che riunisce più di 80 opere tra installazioni, assemblage, collage e lavori scultorei creati tra il 1966 e il 2016.

Betye Saar, Uneasy dancer, Fondazione Prada
Betye Saar, Uneasy dancer, Fondazione Prada

Uneasy Dancer (danzatrice incerta) è l’espressione con cui Betye Saar definisce se stessa e il proprio lavoro che, per usare le sue parole, “segue il movimento di una spirale creativa ricorrendo ai concetti di passaggio, intersezione, morte e rinascita, nonché agli elementi sottostanti di razza e genere”. Il suo processo artistico implica “un flusso di coscienza” che esplora il misticismo rituale presente nel recupero di storie personali e di iconografie da oggetti e immagini quotidiani. Al centro della sua opera si possono individuare alcuni elementi chiave: l’interesse per il metafisico, la rappresentazione della memoria femminile e l’identità afroamericana che, grazie al suo lavoro, assumono forme e significati inediti. Come sostiene Saar, la sua arte “ha più a che fare con l’evoluzione che non con la rivoluzione, con la trasformazione delle coscienze e del modo di vedere i neri, non più attraverso immagini caricaturali o negative, ma come esseri umani”.
A partire dalla fine degli anni Sessantala sua sperimentazione con i materiali diventa sempre più tridimensionale e verso l’inizio degli anni Settanta inizia a creare veri e propri assemblage.
Attraverso il suo uso esperto di materiali di recupero, memorabilia personali e immagini dispregiative che richiamano storie negate o deformate, Saar sviluppa una potente critica sociale che sfida gli stereotipi razziali e sessisti radicati nella cultura americana. Negli anni Settanta, i suoi assemblaggi iniziano ad assumere dimensioni sempre maggiori, e diventano delle vere e proprie installazioni, accomunate da un approccio che unisce visioni e fedi di ogni tipo – da quelle più personali e misteriose a quelle universali – accostandole a riflessioni politiche.

Betye Saar, The Phrenologer's Window
Betye Saar, The Phrenologer’s Window

Uneasy Dancer espande nel suo complesso temi fondamentali della pratica di Betye Saar, tra i quali la memoria, il misticismo e la costruzione di entità socio- politiche.
In mostra saranno presenti i suoi assemblaggi di immagini e oggetti inseriti in scatole o valigie, come Record for Hattie (1975) e Calling Card (1976), che assumono una dimensione performativa, anche se in miniatura. I lavori esposti alla Fondazione Prada, includono tracce del folclore afroamericano, combinando la dimensione politica a una visione spirituale che attinge a molteplici credenze e tradizioni di origine africana, asiatica, americana ed europea.
Inoltre sarà presentata una serie di opere che utilizzano strumenti di lavoro o elementi della vita domestica, come assi per il bucato, bilance e finestre, assemblati a fotografie o manufatti d’epoca. Questi ultimi lavori che abbracciano vari decenni svelano, da un lato, una condizione intima e autobiografica e dall’altro alludono a una dimensione immaginativa e fantastica.

Informazioni utili

FONDAZIONE PRADA

Largo Isarco 2,
20139 Milano

BETYE SAAR: UNEASY DANCER

15 SETTEMBRE 2016-8 GENNAIO 2017

www.fondazioneprada.org

 

Commenta con Facebook

leave a reply

*