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Francesco Bonami sui curatori: siamo diventati irrilevanti

Francesco Bonami Francesco Bonami. Photo: courtesy Francesco Bonami.
Francesco Bonami
Francesco Bonami. Photo: courtesy Francesco Bonami.

«Siamo diventati deliranti su certi aspetti e  allo stesso tempo del tutto irrilevanti sia in relazione al mercato che la carriera degli artisti».

Non si risparmia Francesco Bonami quando, in una intervista rilasciata ad Artnet, esprime le sue considerazioni sulla figura del curatore nella società attuale.  Curatore d’arte contemporanea di fama internazionale, Bonami da una parte riconosce il contributo intellettuale che questa figura professionale può dare anche alla più banale esposizione ma allo stesso tempo, ne riconosce la posizione costantemente in bilico.

«Credo che noi siamo come la pittura sempre al limite per essere dichiarati morti ma continuiamo ad essere abbastanza vivi. Creare un’opera valida è davvero difficile. Lo stesso si può dire sull’essere un bravo curatore. E’ davvero difficile non diventare una parodia di noi stessi».

Bonami  fa presente come la curatela delle mostre sia spesso affidata direttamente ad artisti. Sono evidenti le scelte di alcuni degli eventi artistici più importanti: la Biennale di Berlino è curata dal collettivo di artisti americano DIS, Manifesta è curata dall’artista tedesco Christian Jankowski, la prossima Biennale di Istanbul nel 2017 sarà diretta dagli inglesi Elmgreen & Dragset mentre invece il comico Steve Martin ha curato una mostra all’Hammer Museum di Los Angeles sul canadese Lawren Harris.

Francesco Bonami pone in evidenza anche la necessità del curatore di essere in grado di saper veicolare ogni forma d’arte anche quella più difficile da decifrare affinché la mostra abbia successo.

«Oggi se non sei in grado, come curatore,  di articolare in un linguaggio comprensibile al pubblico il motivo per cui una scatola di scarpe è un capolavoro, TU sei l’imbecille»

Come per ogni apparato della società, anche per quanto riguarda il sistema dell’arte contemporanea e i suoi agenti stanno cambiando.

Per leggere l’intervista integrale, clicca qui

 

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2 Commenti

  • Che dire! Io sono un pittore e faccio questo da una vita. Dipingere! Il sistema dei curatori, dei critici, e delle gallerie non portano ad avvicinare le persone all’arte anzi la allontanano. È uno schifo! C’è solo un grande delirio di incompetenza, lasciando soli bravi maestri italiani e facendo emergere artisti di ogni specie e volgarità. Nessuno si assume più nessuna responsabilità ricambiare le cose nell’arte contemporanea… Esistono artisti truffatori e curatori corrotti come il signor Francesco. Ma la grande soddisfazione e la gente i così detti normali che mi apprezzano e mi danno le forze di continuare il mio cammino controcorrente.

  • Forse , da diversi anni, molti curatori hanno seguito più logiche di mercato che dettami propriamente artistici. Più che scoprire, illustrare, promuovere, c’e’ stato un compiacente pubblicizzare e promuovere autori e trends che , evidentemente , per molto pubblico sono quantomeno incomprensibili se non risibili. Non sono un addetto ai lavori, è solo il mio parere, ma milioni di pareri simili , formano una realta….

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