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Il Simbolismo a Milano. Carezze, sogni e angosce al chiaro di luna

mostra simbolismo milano

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Fine ottocento, inizio secolo breve. Sulla nevrosi generata dalla fioritura del Male di Baudelaire si squarcia il velo di Maya della rappresentazione. Scostati apparenza fenomenica, liberati inconscio, affogaci Arte. Mostrati notte: oscura e voluttuosa. Il Simbolismo domina le arti e insieme le fonde anelando i chiari di luna. Risuona l’Opera d’arte totale con il Parsifal e le Valchirie che esplodono nella partitura pittorica tra furori eroici e violenze di colore. Metamorfosi senza fine. Sinfonie di verdi e azzurrini di pastelli affogati nei salici. Musiche dell’oro e del viola nei densi filamenti luminosi. Sinestesie che eleggono follia e fantasmi alle falci lunari. Pulsioni che sciolgono angosce e peccati nel controluce sordo e cinereo, per immolarsi negli occhi luciferini dei demoni di von Stuck (1891).

Drammi e figure che affiorano dalle tenebre della tela, specchio della magmatica coscienza. Paradisi perduti. Paradisi artificiali che si riversano nelle sale nobili di Palazzo Reale di Milano, fino al 5 giugno. Mega mostra di 150 opere tra pittura, grafica e scultura, divisa per 24 sale e 18 sezioni tematiche. Duemila metri quadrati di superficie espositiva tra onirici scambi di porpora e cobalto alle pareti. Una panoramica esaustiva sulla multiforme poetica simbolista, l’eterno valore del sym-ballein su cui gravita l’Europa Belle Époque pre-guerra. Quel “mettere-insieme” realtà proibite all’intelletto, insondabili alla ragione, con mondi individuali e collettivi geograficamente e storicamente distanti. Sublimazioni riunite nelle foreste di simboli e corrispondenze care a Baudelaire, meandri marchiati da abissi comuni.

Mondi sommersi a temperature costanti e contrastanti. Quelli dei pastosi e velati grigi di Brull (1898) generatori di giaggioli bluetti, con le acidità cromatiche del sogno-sonno di Mussino (1905) e dei rossi dei papaveri oppiacei che avvolgono la tentatrice solenne. Quelle delle dure mascelle licenziose di Khnopff (1892, 1907) dominate da chiome peccaminosamente arancio-rosse, con le voluttuosi carne di Prouvé avvinghiate nel fuoco del secondo cerchio dantesco (1889). Lussuriose e fiammeggianti agitano vortici di eros contro le impalpabili fanciulle tra iris di palude e purezze di gigli. Evanescenti. Come le farfalle che corrono nelle algide pieghe dell’Acrasia di Khnopff (1892) e volano antropomorfe nei primi quadretti shakesperiani di Redon vegliando sul sonno di Calibano (1895-1900). Il turbine di giallo-aranci e rosa-salmone che lampeggia nel pittore di Nancy (Prouvé, 1889) si riverbera in quello di polvere giallastra di Malczewsky (1893-4). Una miscela di simboli e simbolismi. Qui pastellato e sfumato. Qui piatto e spigoloso. Rigidamente eretti ed eletti come un Hodler spiritualmente Nabis in cui siede inginocchiato un bimbo protetto da forze spirituali supreme (1903). Morbidi e sinuosi come la vanità morente di Cleopatra di Previati risucchiata dall’ombra (1903). Tenebra, da cui emerge la fatale incarnazione del Peccato di von Stuck (1900, 1908). Seni in piena luce e aspidi avvinghiati per entrambe. Evocativi e conturbanti.

Piovono le rose del miracolo di List (1907), mentre il giorno sveglia la notte negli astri divisionisti ferraresi (1905). Si amplificano e dilatano le emozioni. La sposa di Mariani accoglie poggiata allo scoglio la natura che in lei converge, il mare e la terra (1897). L’amore si abbevera alla fonte della vita (Segantini, 1896), la musica è risonanza dell’anima. Quella che fa sciogliere le figure di Moreau nel tutto naturale (1892). Paniche fusioni. Come nei riflessi glaciali di Cressini sul lago Marjelen sopra Briga (1908). Carezze di gelo che si sciolgono nelle gelide acque alpine, come nelle ninfee di Laurenti (1899) e Lojacono (1897), poco dopo quelle di Khnopff (1896) spiaccicate sulla copertina della mostra e svolazzanti per Piazzetta Reale. Carezze ambigue e misteriose accoccolate in atmosfere sospese e sensuali. Spettacolo interiore profondo e insondabile, rievocazione del sogno pietrificato de La Bellezza di Baudelaire. La logica del visibile al servizio dell’invisibile. Il Simbolismo.

“L’arte è un fiore che sboccia liberamente, fuori da ogni regola” (Odilon Redon)

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Joan Brull, Il sogno, 1898

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Khnopff, Acrasia, 1892 (particolare) / Prouvé, I lussuriosi, 1889 (particolare)

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Prouvé, I lussuriosi, 1889 (particolare)

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Sartorio, Le Vergini savie, le Vergini stolte, 1890-1

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List, Il miracolo delle rose, 1907

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Von Stuck, Lucifero, 1891

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Baccarini, Fanciulla tra i gigli, 1906

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Marussig, Salice piangente, 1907

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Kienerk, L’enigma umano, 1900

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Kupka, L’onda, 1902

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Segantini, L’Amore alla fonte della Vita, 1896

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Khnopff, Carezze (L’Arte), 1896

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Von Stuck, Il Peccato, 1908

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Mariani, La sposa del mare, 1897 / Bistolfi, Targa commemorativa per Ugo Rabbeno, 1905-8

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Leo Putz, Vanitas, 1896

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Marcel-Berroneau, Orfeo nell’Ade, 1899

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Moreau, Le sirene, 1882

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Vermehren, L’isola dei Morti (da Bocklin), 1900

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Previati, L’Eroica, 1907

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Gustave Moreau, Esiodo e la Musa, 1891

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Redon, Il polipo difforme, 1883 / Redon, Les Origines, 1883

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Sartorio, Il poema della vita umana, 1906

INFORMAZIONI UTILI

Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra

Palazzo Reale di Milano
Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group, la mostra è a cura di Fernando Mazzocca e Claudia Zevi in collaborazione con Michel Draguet.

Orari

Lunedì 14.30 – 19.30
Martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30
Giovedì e sabato 9.30 – 22.30
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura

Biglietti

Intero: € 12
Ridotto: € 10
Ridotto speciale: € 6

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Chini, Fregi di putti e ghirlande, 1907 + La Vita, 1919

 

Articolo scritto a quattro mani da Sofia Bersanelli (autrice di tutte le fotografie) e Luca Zuccala ©

La prima immagine dell’articolo è “Prouvé, I lussuriosi, 1889″. Foto: Sofia Bersanelli ©

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  • UNICA PECCA: LA voce narrante all’ingresso che copre la “guida”. Comunque merita in assoluto!

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