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Un bacio di Ivan Cotroneo: l’omofobia, il bullismo e Lady Gaga. Un’occasione persa

Un bacio di Ivan Cotroneo

Un bacio di Ivan CotroneoUn bacio di Ivan Controneo, in sala dal 31 marzo una storia che parla ai giovani di omofobia, bullismo e amicizia. Ma…

«It’s only love. What’s everyone so scared of?»
(Get Real, Simon Shore)

Un bacio di Ivan Cotroneo è il secondo lungometraggio per il grande schermo per l’autore di Cronaca di un disamore e La kryptonite nella borsa. Prende il via da un racconto che l’autore ha pubblicato nel 2010 per parlare di omofobia e bullismo. Avere 16 anni in provincia, scoprire se stessi, scoprire gli altri. Nel racconto due ragazzi e una professoressa, un amore, un rimpianto e un atto di violenza.
Nel film ai due ragazzi si aggiunge una coetanea, che fa da collante alle loro storie e diventa nel film la voce narrante della storia. Blu scrive lettere alla se stessa del futuro, per essere sicura di non dimenticare mai la forza del disagio della propria adolescenza.Un bacio di Ivan CotroneoLorenzo è il ragazzino gay, orfano e alieno, che sogna a occhi aperti un mondo fatto di canzoni e buoni sentimenti; mette lo smalto alle unghie e indossa camicie con le farfalle. Arriva in una nuova cittadina, in una nuova scuola e non ha paura di esprimere se stesso.
Blu è la poco di buono della scuola, con un fidanzato più grande e assente, una madre un po’ troppo egoriferita e una grande ferita nel cuore (spoiler: la stessa di Sam di Noi siamo infinito).
Antonio è quello “scemo”, ma bravo nello sport, con un fratello morto in un incidente: dentro di lui è convinto che i genitori avrebbero preferito che quello morto fosse lui (spoiler: è un po’ instabile di mente come Luca del Capitale Umano).

«L’idea per il romanzo nasce da un fatto di cronaca, l’uccisione di Larry King un giovane americano omosessuale ucciso dal ragazzo che corteggiava – spiega Ivan Cotroneo poi promuovendo il libro mi sono confrontato con tanti ragazzi su questi temi, il bullismo non solo omofobo ma anche sessista, basato sull’apparenza fisica, sulla classe sociale».

Un bacio di Ivan CotroneoUn bacio di Ivan Cotroneo è un film che vuole parlare ai ragazzi, ma lo fa con Sunday Girl dei Blondie. Pare lecito, Noi siamo infinito lo faceva con Heroes di Bowie, dopo tutto. Sono i ragazzi che riscoprono l’eredità dei proprio genitori -delle proprie radici- con la musica di un altro mondo che a loro sembra arrivare dal futuro – e ricordare la bellezza di un album come Parallel Lines è sempre cosa buona e giusta.

Glee, Noi siamo infinito, Lady Gaga (I was born to survive… I was born to be brave, cita Lorenzo). I riferimenti sono chiari, ci sono proprio tutti, troppi. C’è anche un po’, per fortuna, di quel Virzì de Il Capitale Umano in quel modo di raccontare la provincia italiana attraverso le storie di genitori e figli che all’ombra della tragedia ricordano, i primi, cosa volesse dire essere adolescenti e scoprono, i secondi, cosa voglia dire diventare adulti.

Il film di Cotroneo però, nonostante tutte le migliori intenzioni resta un pasticciaccio che inanella stereotipi e luoghi comuni -di contenuto, ma soprattutto di forma- dove il face palm è sempre dietro l’angolo.Un bacio di Ivan CotroneoAl cinema omofobia e bullismo, intolleranza e integrazione sono temi affrontati in maniera brillante da una lunga serie di titoli da vedere e rivedere all’infinito: da My Beautiful Laundrette (1985, Stephen Frears) a Beautiful Thing (1996, Hettie Macdonald), passando per The Laramie Project (2002, Moisés Kaufman) e The Way He Looks (2014, Daniel Ribeiro).
Get Real, in particolare, già nel 1998 parlava di omofobia, vergogna, coraggio e dignità meglio di quanto si sappia fare oggi in Italia (film tratto da una pièce teatrale dall’azzeccatissimo titolo What’s wrong with angry? di Patrick Wilde).

È questo un difetto del cinema italiano oggi, non essere in grado di parlare un linguaggio contemporaneo senza cadere nella parodia di quello a cui si guarda. E Un bacio di Ivan Cotroneo già sembra un film vecchio, che probabilmente invecchierà anche peggio.
Fosse stato, a questo punto, un intero musical con le canzone di Lady Gaga -e non solo una carrellata di siparietti- forse, allora, avremmo visto qualcosa di davvero contemporaneo e con Speechless pianto tutti quanti (Could we fix you if you broke? And is your punch line just a joke?).

Un bacio invece resta un film che sembra voler parlare a tutti, non riuscendo -alla fine- a parlare a nessuno.

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