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Tefaf 2016. Le anticipazioni di Antonacci – Lapiccirella

Italico Brass (Gorizia 1870 – Venezia 1943) Il Caffe’ Lavena 1911 olio su tela dim 97 x 121 cm

Anche quest’anno la Galleria Francesca Antonacci – Damiano Lapiccirella Fine Art di Roma parteciperà a TEFAF Paper con una preziosa selezione di opere prevalentemente inedite che vanno dalla fine del ‘500 al primo ‘900. Concentrando la loro scelta sull’arte italiana e sul Grand Tour, i due  antiquari intendono dare un segnale forte ai collezionisti più esigenti con opere rare e di eccellente provenienza, aprendo anche un percorso a quanti si affacciano per la prima volta al vero collezionismo.

Tra le opere più significative segnaliamo:

 Veduta da Villa Borghese a Roma Penna e matita su carta 51 x 64 cm Firmato: fait dans la Villa Borghesi par Ph. Hackert 1781 Provenienza:Parigi, collezione del Principe Henri d'Orléans Conte di Parigi

Veduta da Villa Borghese a Roma Penna e matita su carta 51 x 64 cm Firmato: fait dans la Villa Borghesi par Ph. Hackert 1781 Provenienza:Parigi, collezione del Principe Henri d’Orléans Conte di Parigi

Quattro importanti disegni di grandi dimensioni, provenienti dalla collezione del Principe Henri d’Orleans conte di Parigi. Sono opera di Jakob Philipp Hackert le cui vedute ebbero enorme successo non solo a Roma ma in tutta l’Europa. Attorno al 1780 era considerato infatti il più famoso e richiesto paesaggista. Nel 1782 re Ferdinando IV Borbone di Napoli, gli chiese di entrare al suo servizio e nel 1786 divenne primo pittore di corte.

I disegni presentati dimostrano in modo impressionante la maestria di Hackert nel trascrivere le sembianze di un paesaggio, concentrandosi sui dati per lui essenziali. Eliminando fattori come i colori oppure effetti di luce e ombra, l’artista annota le particolarità delle contrade attraversate solamente con linee di contorno, riducendo la realtà visibile ad una struttura grafica che comunque comprende tutte le informazioni necessarie.

Alberi, animali e formazioni di rocce sono resi con grande realismo. I disegni sono caratterizzati da un fitto susseguirsi di forme diverse che l’artista mette in contrasto con i cieli alti e limpidi e i corsi d’acqua che sono indicati soltanto dalla carta vuota. Qui si manifesta ancora una volta la grande bravura di Hackert che in questo modo evita di stancare lo sguardo dello spettatore. L’artista tenne per se molti disegni perché costituivano in un certo senso la sua memoria figurativa. Infatti scrisse soddisfatto in vecchiaia a Johann Wolfgang Goethe (1749-1832), conosciuto a Napoli nel 1787: “Non mi mancano i soggetti, ho fatto migliaia di disegni secondo natura con correttezza e quindi posso dire che ho quasi tutto lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli nelle mie cartelle”.

Facendo parte del gruppo dei primi schizzi del pittore e quindi del suo prezioso archivio di immagini, i disegni presentati a TEFAF possono essere definiti importanti anche per via della loro provenienza che conduce direttamente all’artista stesso. Claudia Nordhoff, considerata una delle massime studiose di Hackert, ha pubblicato 2 fogli nel suo libro Jakob Philipp Hackert, Briefe (1761-1806). Gottinga 2012 p. 272 e 612 nel 2012.

Linee di velocità + Vortice + Cielo 1914 circa Brown ink and watercolour on paper 19 x 27,1 cm Signed and dedicated lower right, in block letters, written in ink: A VIRGILIO MARCHI BALLA
Linee di velocità + Vortice + Cielo 1914 circa
Brown ink and watercolour on paper
19 x 27,1 cm
Signed and dedicated lower right, in block letters, written in ink: A VIRGILIO MARCHI BALLA

Gruppo di cinque disegni Giacomo Balla (Torino 1871 – Roma 1958) del periodo Futurista, provenienti da una prestigiosa collezione privata. Principale artefice della corrente Futurista, questo artista italiano del novecento, continua a suscitare un crescente interesse nel collezionismo internazionale.

I disegni presentati a TEFAF hanno fatto parte di diverse esposizioni dedicate al Futurismo. Tra queste ricordiamo quella al National Museum of China di Shanghai nel 2010, al Guangdong Museum Art di Canton nel 2011 e al Gugghenheim Museum di New York nel 2014.
L’ultima è stata organizzata l’autunno scorso dalla Fondazione Magnani Rocca di Parma.

Italico Brass (Gorizia 1870 – Venezia 1943) Il Caffe’ Lavena 1911 olio su tela dim 97 x 121 cm
Italico Brass
(Gorizia 1870 – Venezia 1943)
Il Caffe’ Lavena 1911
olio su tela dim 97 x 121 cm

Alcune opere del raro e sofisticato artista Italico Brass (Gorizia 1870 – Venezia 1943) tra cui il dipinto Il Caffe’ Lavena in Piazza San Marco a Venezia. Firmato Italico Brass e datato 1911. Presentato alla X Biennale di Venezia nel 1912, rappresenta uno spaccato di vita quotidiana a Venezia poco prima dell’inizio della Prima Guerra Mondiale.

Considerato veneziano per aver trascorso in questa città quasi tutta la sua vita, Italico Brass diviene pittore di vedutismo lagunare tanto da essere definito il Guardi del ‘900. Di tutt’altro genere è l’eccezionale insieme di tre disegni ispirati ai tragici momenti della Prima Guerra Mondiale. Questo fu un argomento particolarmente sentito da Brass che ha voluto seguire come volontario il suo unico figlio, Alessandro, chiamato alle armi allo scoppio del conflitto mondiale.

Una testimonianza della capacità pittorica e sentimentale dell’artista, pittore colto, sensibile e capace, protagonista di numerose esposizioni internazionali, tra cui l’Esposizione Mondiale di San Francisco nel 2015, dove gli fu conferita la medaglia d’oro per il dipinto Il Ponte sulla Laguna. Nel 1908 il celebre poeta Ezra Pound gli dedicò la poesia For Italico Brass, dove paragona la pittura di Brass a quella di Monet, che il pittore veneto ha occasione di incontrare a Parigi e con il quale condivide l’amore per la pittura en plein air.

Conrad Martin Metz (Bonn 1749-Roma 1827) Il Trionfo di Venere Penna, inchiostro, matita?su carta dim.41,5 x 54,5 cm Firmato C.M.Metz/Roma/1819 Roma 1919
Conrad Martin Metz
(Bonn 1749-Roma 1827)
Il Trionfo di Venere
Penna, inchiostro, matita?su carta
dim.41,5 x 54,5 cm
Firmato C.M.Metz/Roma/1819 Roma 1919

Un importante disegno di Conrad Martin Metz (Bonn 1749 – Roma 1827) raffigurante Il Trionfo di Venere. Il foglio è datato 1819 ed è una delle opere della fase matura dell’artista. L’episodio s’ispira alla storia narrata da Esiodo, secondo cui Venere prendeva vita dalla schiuma del mare.

La dea, che occupa la posizione centrale della composizione, è rappresentata sopra una conchiglia con a fianco il figlio Eros, alla sua destra Nettuno seduto su un grande carro trainato da cavalli ed a sinistra le tre grazie che le offrono corone di fiori. Sullo sfondo il carro di Apollo si dirige verso l’alto dove, tra le nuvole dell’Olimpo, troneggia Zeus.

L’opera, nonostante il caotico affollamento dei personaggi, è caratterizzata da una linea grafica delicata e morbida che rende l’intera composizione estremamente elegante.

LA GALLERIA FRANCESCA ANTONACCI – DAMIANO LAPICCIRELLA FINE ART
TEFAF MAASTRICHT – STAND 717
11- 20 marzo 2016
www.tefaf.com

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