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Casa di bambola, Filippo Timi al Franco Parenti. La felicità è un amaretto proibito

casa di bambola filippo timo

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Casa di Bambola: la felicità è un amaretto proibito. Andrée Ruth Shammah e Filippo Timi  portano al Teatro Franco Parenti un nuovo adattamento del testo di Ibsen.

  • Torvald Helmer: «Chiuderò le porte di comunicazione, così non sentirò niente, e tu potrai fare tutto il rumore che vuo
    (Casa di Bambola, Henrik Ibsen)

Prima o poi doveva succedere. Filippo Timi, il divo di Favola e Schianto, al Franco Parenti è ormai di casa e Andrée Ruth Shammah, direttrice artistica, anima e deus ex machina del teatro sono due entità che prima o poi dovevano, per forze di cose vien da dire, entrare in contatto. E così è successo, con Casa di Bambola. In scena al Franco Parenti fino al 24 febbraio.

Andrée Ruth Shammah torna a lavorare con Marina Rocco, che interpreta Nora -la protagonista volubile ma volitiva del dramma ibseniano. La Shammah aveva già diretto Marina Rocco in due spettacoli: Ondine e Gli innamorati; è invece la prima volta con Filippo Timi.

A teatro sembra un’ossessione, per i registi, quella di trovare in Casa di Bambola più facce della stessa medaglia,  cercando di ridurre il complesso testo di Ibsen a una galleria di tòpoi. L’analisi in scena.
Ronconi mise in scena un adattamento -laboratorio- con Mariangela Melato nel ruolo di Nora e di Kristine: Nora e Kristine come due facce di una stessa figura femminile. La donna infantile (Nora) dalla donna matura (Kristine).
Andrée Ruth Shammah usa un meccanismo simile -ma speculare- per Filippo Timi che, facendosi in tre, è chiamato a ricoprire tre ruoli. In questa Casa di bambola abbandona i panni dell’autore per lasciarsi guidare dalla regia della Shammah. Così l’attore umbro incarna qui le tre figure maschili più importanti del testo di Ibsen: Torvald, Il dottor Rank e Krogstad.casa di bambola filippo timoCasa di bambola è un testo fatto di chiasmi: un gioco delle due coppie, simmetriche ma opposte. Kristine e Krogstad arrivano, letteralmente, nella casa di Torvald e Nora da un passato di infelicità ma, riscattandosi nel segno della verità e del pentimento, riescono, nel presente, a dare forma a una nuova  felicità; Nora e Torvald invece hanno alle spalle un passato di -apparente- felicità (serenità?), ma nel presente non rimane loro altro che l’infelicità perché non hanno mai avuto il coraggio della verità.

Una volta squarciato il velo di Iside, che ammantava le dinamiche vittoriane di quella che sembrava una gaudente coppia, quello che resta è la crisi della famiglia tradizionale. La donna che si ribella alle leggi morali -scritte e non scritte- dell’uomo. La donna che si sente una bella statuina –potiche- fugge dalla casa in cui anche un amaretto mangiato di nascosto può dare l’impressione di una segreta felicità.casa di bambola filippo timoLa drammaturgia di Ibsen tende a svelare, spiando dietro le tende, origliando dietro le porte, le pulsioni profonde e immonde che legano tra loro gli essere umani, allontanandoli. Anche la scenografia qui é tutta porte, che si aprono e si chiudono, separano stanza dai muri trasparenti, porte che celano   segreti e aprendosi li lasciano fuggire. Casa di bambola è un testo di bugie che si rincorrono.

La versione Shammah/Timi è in bilico tra la fedeltà all’originale e un’inedita vena comica, che ben si adatta all’istrionismo di  Filippo Timi, incontenibile. Balla la tarantella anche, ed è subito Don Giovanni;  ma come direbbe la famosa filosofa di Chivasso, Simona Ventura, questa Casa di Bambola è un po’ gigiona, il senso di disfacimento che percorre il testo originale si perde un po’, nonostante l’ottima prova di Marina Rocco.

Fa sorridere, infine, che Ibsen mettesse in dubbio i meccanismi della famiglia tradizionale già nel 1879, mentre noi, qui in Italia, nel 2016, abbiamo chi festeggia il Family Day.
casa di bambola filippo timo

  • Una casa di bambola di Henrik Ibsen
  • traduzione, adattamento e regia di Andrée Ruth Shammah
    con Filippo Timi,
    Marina Rocco, nel ruolo di Nora,
    e con la partecipazione di Mariella Valentini
    e Andrea Soffiantini, Marco De Bella, Angelica Gavinelli, Elena Orsini, Paola Senatore
  • spazio scenico Gian Maurizio Fercioni – costumi Fabio Zambernardi in collaborazione con Lawrence Steele
    luci Gigi Saccomandi – musiche Michele Tadini
  • aiuto regista Benedetta Frigerio
    assistente allo spettacolo Diletta Ferruzzi
  • produzione Teatro Franco Parenti/Fondazione Teatro della Toscana

Informazioni e orari sul sito ufficiale del Teatro Franco Parenti.

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