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Alla scoperta di Vivian Maier. Lo Spazio Forma celebra la tata-fotografa

Autoritratto, giugno 1953 © Vivian Maier/Maloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery, New York. Autoritratto, giugno 1953 © Vivian Maier/Maloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery, New York.
Autoritratto, giugno 1953 © Vivian Maier/Maloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery, New York.
Autoritratto, giugno 1953 © Vivian Maier/Maloof Collection, Courtesy Howard Greenberg
Gallery, New York.

Nanny per professione, fotografa per vocazione. È la storia di Vivian Maier: anonima bambinaia degli anni Cinquanta, oggi acclamata pioniera della street photography. Gli scatti della tata americana sbarcano a Milano e lo Spazio Forma Meravigli celebra il racconto di un talento ritrovato.

Un’insolita rivelazione

Era solita girare con la Rolleiflex attaccata al collo, eppure nessuno aveva mai visto le sue fotografie, poesie per immagine impresse in negativi, custoditi gelosamente e dimenticati dal mondo, fino al 2007, quando per uno scherzo del destino all’improvviso tutto cambia.

Ci troviamo a Chicago e l’agente immobiliare John Maloof è alla ricerca di materiale iconografico per la redazione di un libro sulla storia del suo quartiere, così durante un’asta acquista uno scatolone pieno di negativi. Ma “chi cerca trova” e, senza immaginarlo, Il Mr Maloof si imbatte in una delle collezioni fotografiche più incredibili del XX secolo: l’archivio di Vivian Maier. Centinaia di scatti realizzati per le strade di New York e Chicago, città in cui Ms Mayer viveva lavorando come bambinaia. Uno sterminato flusso di volti: signore, operai, anziani, bambini, homeless si rivelano in tutta la loro straordinaria umanità.

Senza titolo, senza data © Vivian Maier/Maloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery, New York.
Senza titolo, senza data © Vivian Maier/Maloof Collection, Courtesy Howard Greenberg
Gallery, New York.

Una fotografa ritrovata

Quei negativi, rimasti per anni in un magazzino pieno di scatoloni impolverati -espropriati alla nanny a causa del mancato pagamento dell’affitto- tornano a vivere, grazie alla sensibilità e alla determinazione di John Maloof. L’ex agente immobiliare intuisce subito di avere scoperto un tesoro e si mette alla ricerca dell’identità della misteriosa fotografa, arrivando ad archiviare un corpus di oltre 150 mila negativi e tremila stampe. Non solo, Maloof si fa collezionista e promotore dell’opera di Vivian Maier. Così, attraverso rassegne itineranti, pubblicazioni e documentari, trasforma la tata con la Rolleiflex in una figura cult della street photography.

New York, 1954 © Vivian Maier/Maloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery, New York.
New York, 1954 © Vivian Maier/Maloof Collection, Courtesy Howard Greenberg
Gallery, New York.

Vivian Maier a Milano

Dopo tanto girovagare il corpus fotografico di Vivian Maier sbarca a Milano. 120 scatti in bianco e nero approdano alla Spazio Forma Meravigli, per ricostruire le lunghe passeggiate della bambinaia. Immagini di un’autenticità rara danno vita a suggestioni in grado di valicare le coordinate spazio temporali. Così, varcata la galleria meneghina, ci si trova a camminare nella New York del dopoguerra o ad aspettare l’autobus nella Chicago degli anni Sessanta. Fra volti comuni e oggetti quotidiani, a colpire sono soprattutto i numerosi autoritratti della stessa Maier. Il suo sguardo austero, riflesso nelle vetrine, negli specchi o nelle pozzanghere sembra un timido saluto nei confronti di un pubblico che la tata-fotografa stava forse aspettando.

Senza titolo, senza data © Vivian Maier/Maloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery, New York.
Senza titolo, senza data © Vivian Maier/Maloof Collection, Courtesy Howard Greenberg
Gallery, New York.

INFORMAZIONI UTILI

Vivian Maier. Una fotografa ritrovata

Dal 20 novembre al 31 gennaio 2016

#VivianMaierMilano

Tutti i giorni dalle 11.00 alle 20.00

Giovedì dalle 12 alle 23

La biglietteria chiude 30 minuti prima dell’orario di chiusura

Ingresso intero: 8 euro

Ridotto: 6 euro

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