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Il Quadrato nero di Malevič: icona dell’arte moderna alla Beyeler

Kazimir Malevich Suprematism: Non-Objective Composition, 1915 Oil on canvas, 80 x 80 cm The Ekaterinburg Museum of Fine Arts, provided with assistance from the State Museum and Exhibition Center ROSIZO

La Fondation Beyeler rende omaggio alla grande influenza di Kazimir Malevič con una mostra – fino al 10 gennaio 2016 – che vuole commemorare il centenario del suo Quadrato nero, un’icona dell’arte moderna.

Kazimir Malevich Black Square, 1929 (3. Version of Black Square, 1915) Oil on canvas, 80 x 80 cm The Sate Tretyakov Gallery, Moscow
Kazimir Malevich
Black Square, 1929 (3. Version of Black Square, 1915)
Oil on canvas, 80 x 80 cm
The Sate Tretyakov Gallery, Moscow

L’esposizione riunisce dipinti, sculture, installazioni e azioni di ben 36 artisti: Josef Albers, Carl Andre, Alexander Calder, Olafur Eliasson, Dan Flavin, Lucio Fontana, Günther Förg, Felix Gonzalez-Torres, Wade Guyton, Damien Hirst, Jenny Holzer, Donald Judd, Vasilij Kandinskij, On Kawara, Ellsworth Kelly, Yves Klein, Sol LeWitt, Agnes Martin, Piet Mondrian, Jonathan Monk, Barnett Newman, Palermo, Philippe Parreno, Sigmar Polke, Robert Rauschenberg, Ad Reinhardt, Gerhard Richter, Mark Rothko, Robert Ryman, Richard Serra, Santiago Sierra, Tony Smith, Jean Tinguely, Rosemarie Trockel, Andy Warhol e Lawrence Weiner.

La mostra Black Sun indaga nessi e rapporti dialettici tra artisti di rilievo e il carismatico Malevič, con particolare riferimento al Quadrato nero. Svariati aspetti dell’arte del XX e XXI secolo vengono messi in luce. Malevič così scrisse in merito alla prima presentazione del suo Quadrato nero del 1915: “Non era un ‘quadrato vuoto’ quello che avevo esposto, bensì la percezione della non-oggettività”. Quest’opera, malgrado gli avesse allora procurato molte critiche e incomprensioni, lo rese un pioniere indiscusso dell’astrattismo.

Kazimir Malevich Suprematism: Non-Objective Composition, 1915 Oil on canvas, 80 x 80 cm The Ekaterinburg Museum of Fine Arts, provided with assistance from the State Museum and Exhibition Center ROSIZO
Kazimir Malevich
Suprematism: Non-Objective Composition, 1915
Oil on canvas, 80 x 80 cm
The Ekaterinburg Museum of Fine Arts, provided with assistance from the State Museum and Exhibition Center ROSIZO

Con lavori di Vasilij Kandinskij (1866–1944) e Piet Mondrian (1872–1944), realizzati tra il 1910 e il 1938, si ripercorrono tappe significative nello sviluppo della pittura astratta. La ricercadell’immaterialità nel 1949 spinse Yves Klein (1928–1962) verso primi tentativi monocromi a gouache e pastello da cui avrebbe elaborato la pittura monocromatica, ovvero la riduzione della pittura all’espressività del colore puro. Contemporaneamente in America, con Mark Rothko (1903–1970) e Barnett Newman (1905–1970), l’espressionismo astratto sfociò nella pittura a campi di colore.

Alla minimal art – affermatasi all’inizio degli anni Sessanta e rappresentata nella mostra Black Sun da noti esponenti – era sotteso, analogamente al Quadrato nero di Malevič, il rifiuto all’interpretazione. Le opere che ne scaturirono furono create a partire da forme geometriche semplificate, riconducibili alla razionalità della produzione industriale. Sempre negli anni Sessanta, dalla minimal art si approdò all’arte concettuale, secondo cui l’idea o concetto è l’elemento più importante dell’opera. Per Sol LeWitt (1928–2007), precoce teorico del movimento, l’obiettivo dell’artista concettuale è “rendere il suo lavoro mentalmente interessante per lo spettatore, e perciò di solito vorrebbe che diventasse arido sul piano emotivo”.

Due dipinti eseguiti nel 1953 da Ellsworth Kelly (*1923) si richiamano direttamente al Quadrato nero di Malevič, tanto da essere intitolati Black Square e White Square. A differenza di Malevič, però, Kelly nel suo operare artistico è meno focalizzato sulla pittura astratta che non sulla resa di dettagli quotidiani in forme semplici accentuate da colori vividi. Con Black Square e White Square Kelly ha trasposto in pittura le proporzioni di una finestra che gli sembravano perfette, dando vita a due opere che si avvicinano formalmente al Quadrato nero del 1915 ma si distanziano nettamente dalla non oggettività di Malevič.

Kazimir Malevich Suprematist Composition (with Eight Red Rectangles), 1915 Oil on canvas, 58 x 48.5 cm Stedelijk Museum, Amsterdam, ownership recognized by agreement with the estate of Kazimir Malevich in 2008
Kazimir Malevich
Suprematist Composition (with Eight Red Rectangles), 1915
Oil on canvas, 58 x 48.5 cm
Stedelijk Museum, Amsterdam, ownership recognized by agreement with the estate of Kazimir Malevich in 2008

Richard Serra (*1939) crea sculture in acciaio d’impronta minimalista il cui effetto è tutto nella mera materialità, forma e dimensione, che non rappresentano nulla e a nulla rinviano. L’osservatore è direttamente chiamato in causa dall’opera, a sperimentare attivamente una complessa relazione con la scultura stessa. Nemmeno i disegni di Serra servono alla raffigurazione di oggetti, anche in essi è la qualità materica della superficie a svolgere un ruolo primario. Dalla fine degli anni Ottanta l’artista utilizza cosiddetti paintstick neri, pastelli cerosi a olio con pigmenti di carbonio. Le forme sono comprese entro i limiti del foglio, come per esempio in Cheever (2009) dove un cerchio è iscritto in un quadrato.

Gli artisti tedeschi Gerhard Richter (*1932), Sigmar Polke (1941–2010) e Palermo (1943–1977) si conobbero nei primi anni Sessanta all’Accademia di Düsseldorf e furono legati da stretta amicizia. Anche loro sono protagonisti della mostra Black Sun. A Richter è dedicata un’intera sala, forte del gruppo Doppelgrau (Doppio grigio), superfici monocrome grigie che attraverso riflessi specchianti danno una nuova percezione dell’architettura circostante, e dei (recenti) quattro Quadri astratti di grande formato realizzati l’anno scorso. In un altro ambiente si confrontano opere di Polke e Palermo, interpretabili come spiritose citazioni del suprematismo maleviciano e delle sue teorie, e si pongono in dialogo con un’opera lavorata a maglia die Rosemarie Trockel (*1952), anch’essa concepita come omaggio a Malevič.

Lawrence Weiner (*1942) è annoverato tra i fondatori e principali esponenti dell’arte concettuale. La notorietà gli deriva soprattutto dall’utilizzo della parola come materiale, con cui crea opere che chiama sculture e che consistono in propri testi epigrammatici apposti, in chiave poetica e al tempo stesso provocatoria, a pareti, pavimenti, edifici. Il suono e il ritmo del linguaggio rivestono un ruolo altrettanto importante che la tipografia e l’impiego di colori e simboli. Weiner non vuole rappresentare situazioni storiche o sociali, bensì ciò che sta alla loro origine. Per lui l’arte è “una rappresentazione di un fatto empiricamente esistente delle relazioni tra esseri umani e oggetti o tra oggetti e oggetti in relazione agli esseri umani.”

Kazimir Malevich Painterly Realism of a Football Player – Color Masses in the Fourth Dimension, 1915 Oil on canvas, 70.2 x 44.1 cm The Art Institute of Chicago, through prior gifts of Charles H. and Mary F. S. Worcester Collection; Mrs. Albert D. Lasker in memory of her husband Albert D. Lasker; und Mr. und Mrs. Lewis Larned Coburn Memorial Collection Photograph: © The Art Institute of Chicago
Kazimir Malevich
Painterly Realism of a Football Player – Color Masses in the Fourth Dimension, 1915
Oil on canvas, 70.2 x 44.1 cm
The Art Institute of Chicago, through prior gifts of Charles H. and Mary F. S. Worcester Collection; Mrs. Albert D. Lasker in memory of her husband Albert D. Lasker; und Mr. und Mrs. Lewis Larned Coburn Memorial Collection
Photograph: © The Art Institute of Chicago

Anche l’arte di Jenny Holzer (*1950) si nutre del linguaggio. L’artista mette a tema sia questioni politiche e sociali sia architetture e tecnologie con contenuti testuali spesso stranianti, che per esempio in installazioni compaiono sotto forma di insegne al LED o proiezioni. Dal 2004 utilizza documenti segreti declassificati del governo americano come base per i suoi dipinti, nei quali sostituisce con il colore i blocchi neri dei passaggi censurati. In questi lavori riecheggiano composizioni suprematiste.

Al piano seminterrato della Fondation Beyeler trovano spazio installazioni di Olafur Eliasson (*1967), Wade Guyton (*1972) e Jonathan Monk (*1969), artisti di una generazione più giovane che per vocabolario formale si riallacciano a Malevič. Forme geometriche che possono essere ispirate dal suprematismo sembrano riprendere lentamente movimento nell’installazione di luce di Eliasson Reimagine (Large Version). Guyton stampa con una stampante digitale inkjet forme e lettere di colore nero su tela. Nella sua installazione video From A to B and Back Again (2003), Monk si serve di un quadrato rosso e di un cerchio nero e quindi di un vocabolario visivo introdotto nell’arte moderna da Malevič.

La mostra prosegue nello spazio pubblico. Nel parco della Fondation Beyeler, oltre alle opere di Alexander Calder e Ellsworth Kelly si potranno vedere le sculture del gruppo Ten Elements die Tony Smith (1912 – 1980), costituite da variazioni di forme geometriche. Inoltre, con un’azione di Santiago Sierra (*1966), già realizzata dal 2008 in città quali Berlino, Istanbul e Londra, manifesti stampati in nero saranno affissi a Basilea e dintorni in posti tipici ma anche in alcuni meno scontati. Analogamente a Malevič, Sierra nel suo lavoro si confronta con tematiche sociali e politiche. Richiama l’attenzione su abusi e derive, e nel farlo ricorre a un’estetica minimalista.

Le opere esposte sono prestiti degli artisti, delle loro successioni e delle collezioni private e pubbliche seguenti: John Cheim; Daimler Art Collection, Stuttgart/Berlin; Daros Collection, Schweiz; Emanuel Hoffmann-Stiftung; Fondation Hubert Looser, Zürich; Kunstmuseum Basel; Kunstmuseum Bonn; Kunstmuseum Liechtenstein, Vaduz; The Margherita Stein Collection; The Museum of Modern Art, New York; Museum Tinguely, Basel; Staatliche Kunsthalle Karlsruhe; Van Abbemuseum, Eindhoven.

Inoltre sono esposte numerose opere dalla collezione della Fondation Beyeler e dalla Collezione Renard. La mostra Black Sun è stata realizzata con il sostegno degli artisti seguenti: Olafur Eliasson, Wade Guyton, Damien Hirst, Jenny Holzer, Ilya und Emilia Kabakov, Ellsworth Kelly, Gerhard Richter, Richard Serra, Santiago Sierra, Rosemarie Trockel und Lawrence Weiner.

“0,10 – The Last Futurist Exhibition of Painting”, Petrograd, winter 1915/16 View of the room with Malevich’s Black Square and other suprematist paintings Russian State Archive for Literature and Art, Moscow
“0,10 – The Last Futurist Exhibition of Painting”, Petrograd, winter 1915/16
View of the room with Malevich’s Black Square and other suprematist paintings
Russian State Archive for Literature and Art, Moscow

L’intero museo è così posto sotto il segno di Malevič, in quanto parallelamente a Black Sun si svolge l’esposizione Alla ricerca di 0,10 – L’ultima mostra futurista di quadri dedicata alla leggendaria mostra 0,10 del 1915, in occasione della quale Malevič presentò al pubblico il suo Quadrato nero.

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