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Intervista a Lorenza Bravetta, direttrice di Camera – Centro Italiano per la Fotografia

Lorenza Bravetta
Lorenza Bravetta © Andrea Guermani (particolare)

Il 1° ottobre a Torino apre CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, un progetto nato due anni fa grazie alla volontà e all’impegno di Lorenza Bravetta, 38 anni, già Direttrice dell’ agenzia Magnum a Parigi. Il vasto spazio di 2000 mq, in via Rosine 18, si trova all’interno del complesso torinese chiamato Isolato di Santa Pelagia, nell’edificio che ha ospitato la prima scuola pubblica del Regno d’Italia.

©AndreaGuermani
©AndreaGuermani

Nel nuovo centro dedicato alla fotografia italiana e internazionale in ogni sua forma, viene inaugurata anche la retrospettiva di Boris Mikhailov con oltre 300 opere sull’Ucraina (dagli anni Sessanta fino alla rivoluzione dell’Euromaidan), terra d’origine di uno dei più importanti artisti viventi dell’ ex Unione Sovietica (www.camera.to)

Boris Mikhailov
Boris Mikhailov Senza titolo, dalla serie Superimpositions, 1968–75
© Boris Mikhailov
Courtesy Camera – Centro Italiano per la Fotografia

CAMERA si propone come una nuova realtà del tutto innovativa che si concentra sullo sviluppo del linguaggio della fotografia in ogni sua parte. In che modo?
Il progetto di CAMERA è nato con il sostegno di un gruppo di istituzioni culturali prettamente europee di fotografia che hanno definito con me la missione e gli scopi. Quindi sicuramente c’è un riferimento in quello che è lo statuto della Fondazione alle principali istituzioni di fotografia come il FOAM di Amsterdam e altre esperienze europee che hanno come scopo principale quello espositivo e con loro ci siamo confrontati a lungo per definire delle strategie di programmazione espositiva e di ricerca sul linguaggio della fotografia. Per quanto riguarda invece la didattica abbiamo approfondito il nostro progetto con realtà come l’ICP di New York .

Boris Mikhailov
Boris Mikhailov Senza titolo, dalla serie At Dusk, 1993
© Boris Mikhailov
Courtesy Camera – Centro Italiano per la Fotografia

Siamo andati a guardare fuori dall’Italia non per snobismo ma perché obbiettivamente in Italia la situazione rispetto alla fotografia è molto meno avanzata di quanto non succeda fuori e quindi ritenevamo che l’interesse di aprire un centro oggi in Italia avrebbe portato a una riflessione sulla fotografa alla stregua di ciò che avviene in altri paesi. Detto questo, proprio perché la situazione italiana è molto particolare, non abbiamo applicato delle ricette internazionali tali e quali ma le abbiamo adattate allo strato culturale italiano e alle necessità che abbiamo riscontrato nel nostro paese.

Boris Mikhailov
Boris Mikhailov
Senza titolo, dalla serie Superimpositions, 1968–75
© Boris Mikhailov
Courtesy Camera – Centro Italiano per la Fotografia

CAMERA nasce quindi anche per colmare alcune lacune italiane nel campo della fotografia rispetto alla situazione internazionale?
Indubbiamente per quanto riguarda la programmazione espositiva e didattica ci sono altre istituzioni anche di ottimo livello in Italia che hanno intrapreso dei progetti e dei programmi e noi faremo il nostro. Avremo anche noi una linea di ricerca che stiamo definendo. Partendo dall’esperienza stessa della Fondazione Italiana per la Fotografia della quale non ci sentiamo eredi, ma la cui esperienza sicuramente abbiamo tenuto in considerazione per delineare il nostro progetto, fino all’esperienza di Forma o a quelle di Cinisello Balsamo e della Fondazione per la Fotografia di Modena. Quindi di realtà ce ne sono state e ce ne sono ancora e tuttora attive. Noi avremo la nostra programmazione e la nostra linea di sviluppo che è più rivolta a investigare la fotografia come forma di linguaggio e di espressione anche in relazione ad altre forme di linguaggio. Quindi forse è meno orientata a progetti di grande consumo e di largo mercato ma in questo non mi sento di dire che il nostro progetto sarà migliore di altri.

Boris Mikhailov
Boris Mikhailov
Senza titolo, dalla serie Superimpositions, 1968–75
© Boris Mikhailov
Courtesy Camera – Centro Italiano per la Fotografia

Quello che sicuramente abbiamo potuto constatare nell’immaginare CAMERA è che, malgrado la grandissima esperienza e professionalità di tante persone che lavorano a livello ministeriale o nell’istituto centrale per il catalogo e per la documentazione, non si è riusciti a creare in Italia un fondo di riferimento nazionale fotografico, cosa che c’è in quasi in tutti i paesi, direi e questa è stata una prima grande lacuna che ci siamo proposti di affrontare e magari di provare a colmare. La seconda lacuna riguarda il fare sistema. In Italia direi che non c’è un sistema della fotografia come forse non c’è un sistema per tanti altri aspetti della cultura e quindi l’obiettivo di CAMERA è quello di provare a colmare questi vuoti. Da un lato lavorando sul patrimonio storico fotografico italiano e provando a valorizzarlo attraverso una messa in rete, una condivisione, quindi con un approfondimento e una fruibilità maggiore. E dall’altro lato, forti della nostra freschezza proviamo a mettere le nostre energie a servizio di questo “fare sistema” di cui credo abbiamo tutti bisogno.

Boris Mikhailov
Boris Mikhailov
Senza titolo, dalla serie
© Boris Mikhailov
Courtesy Camera – Centro Italiano per la Fotografia

Un altro obiettivo di CAMERA punta alla didattica e all’alta formazione degli studenti. Con quali programmi?
L’obiettivo primario di CAMERA rispetto alla parte di educazione allo sguardo è rivolto alla fascia più giovane della popolazione , quindi ai bambini delle scuole, dai 6 ai 13 anni, alle minoranze, alle fasce più fragili, solo proprio in virtù del fatto che oggi credo, si debba prendere atto che la fotografia è un linguaggio a tutti gli effetti e quindi bisogna acquisirne i codici per poterlo leggere, utilizzare e soprattutto contestualizzare.
Poi, parallelamente a questo filone che porteremo avanti con le scuole del territorio e spero riusciremo a espandere ad altre regioni e a tutto il territorio nazionale, abbiamo avviato due percorsi. Uno amatoriale con Leica e Magnum, due partner di CAMERA rivolto agli appassionati e agli amatori ed è quindi più un programma ludico e amatoriale dove si avrà l’opportunità di passare un weekend con grandissimi nomi della fotografia a livello internazionale e che non porteremo solo a Torino. Stiamo cercando di dare vita a questi workshop in collaborazione con altre istituzioni italiane. Ce ne sarà uno a Roma, uno si è già svolto a Bard in Valle d’Aosta e uno a Milano e ce ne sarà un altro a Photolux , il Festival della fotografia di Lucca.

Boris Mikhailov
Boris Mikhailov
Senza titolo, dalla serie Superimpositions, 1968–75
© Boris Mikhailov
Courtesy Camera – Centro Italiano per la Fotografia

Il terzo percorso, il programma di alta formazione è quello che stiamo definendo nei contenuti con l’ ICP di New York. L’obiettivo è quello di portare un’esperienza internazionale di grande prestigio e anche di grande riconoscibilità in Europa e in Italia. Per rivolgerci innanzitutto a un mercato che avrebbe il potenziale in termini di contenuto e di livello, ma che per delle ragioni o di numero ristretto o legate ai mezzi finanziari ed economici, non può permettersi di effettuare dei Master negli Stati Uniti. Ci sono già dei Master molto buoni come quello di NABA o altri ma riteniamo che siano più fondati su un approccio legato all’insegnamento della professione del fotografo e meno alla possibilità di imparare oggi in Italia altri mestieri legati alla fotografia come quelli del photo editor, del critico e del curatore. E allora quello che ci proponiamo è cercare di portare una grandissima esperienza a livello internazionale rendendola più accessibile a un pubblico più vasto e cercheremo di farlo in termini meritocratici, strutturando delle borse di studio.

Boris Mikhailov
Boris Mikhailov
Senza titolo, dalla serie Superimpositions, 1968–75
© Boris Mikhailov
Courtesy Camera – Centro Italiano per la Fotografia

CAMERA significa anche un team di persone che si occupano di vari settori. Come è organizzato il centro della fotografia torinese?
Io non ho una formazione da curatrice. Vengo da un contesto diverso, e per l’esattezza, da una agenzia fotogiornalistica. Quando ho messo insieme le persone per questo progetto, mi è sembrato imprescindibile cercare qualcuno che potesse assumere la parte di curatela scientifica e di direzione artistica del progetto stesso. Con Francesco Zanot ci siamo conosciuti anni fa quando lui lavorava con Contrasto e, quando ho dovuto pensare a qualcuno per accompagnarmi in quest’avventura, mi è parso evidente rivolgermi a lui, da un lato per l’approccio che Francesco ha alla fotografia e poi per la freschezza e la trasversalità dl suo pensiero. Francesco è il curatore e si occupa prettamente della parte legata alle mostre anche se siamo talmente in pochi che poi ognuno di noi è più trasversale e multitasking di quanto dovrebbe. C’è poi un responsabile delle attività d’archivio, un responsabile della didattica e un coordinatore generale, Francesca Spiller, il mio braccio destro, un responsabile della comunicazione e vari aiuti tra cui un’assistente curatoriale e un team di stagisti che ci danno una mano.

Perché la scelta di aprire CAMERA è stata pensata per la città di Torino?
Per me Torino ha nel DNA quella capacità di far nascere e far germogliare le grandi idee legate all’arte. Un esempio per tutti. Qui a Torino l’ Arte Povera ha trovato i natali. E poi sicuramente il fatto di essere torinese mi ha spinta a rivolgermi a questa città per cercare un nucleo promotore di appassionati e assolutamente non professionisti della fotografia ma persone che hanno creduto nel progetto e hanno messo a disposizione contatti, risorse, tempo e competenze specifiche nei vari settori, da quello architettonico a quello gestionale per accompagnare la nascita del progetto. E poi sicuramente per la strategia politica di questa città. Il progetto di CAMERA ha avuto nel sindaco Piero Fassino il primo sostenitore appassionato che ci ha aiutato non solo a far vivere il progetto ma anche a trovare poi i partner che hanno deciso di accompagnarlo e di finanziarlo, primi tra tutti Eni e Intesa Sanpaolo.

www.camera.to

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