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OPEN18 a Venezia. Sculture e installazioni al Molino Stucky

Daniele Basso, Achill, acciaio specchiante lucidato a mano, 2015 Daniele Basso, Achill, acciaio specchiante lucidato a mano, 2015
Daniele Basso, Achill, acciaio specchiante lucidato a mano, 2015
Daniele Basso, Achill, acciaio specchiante lucidato a mano, 2015

Un grosso rapace in acciaio specchiante si libra ad ali spiegate nell’infinità dell’aria mentre l’abbraccio tra metallo e vetro crea una suggestiva visione della realtà attraverso una finestra blu: curiose e accattivanti catturano lo sguardo dell’osservatore le sculture e le installazioni di OPEN18.

Nella Venezia della 72esima mostra del Cinema, raggiunge la “maggiore età” l’evento ideato e curato da Paolo De Grandis (co-curato da Carlotta Scarpa e con la partecipazione di Achille Bonito Oliva, Bruno Grossetti, J.J. Shih, Wen-i Yang e molti altri). Quasi 40 artisti provenienti da più di 12 paesi hanno partecipato all’esposizione che coinvolge i viali di Lido di Venezia con opere open air e non solo. Da quest’anno, a fare da cornice alle creazioni di artisti nazionali e internazionali – in mostra fino al 23 settembre – gli spazi del Molino Stucky, sede dell’Hilton Hotel, nell’isola della Giudecca. Il palazzo ottocentesco, durante l’inaugurazione di OPEN, ha trasformato la sua facciata principale nel proscenio dello spettacolo Luce di Venezia. Una performance firmata e diretta dall’artista Marco Nereo Rotelli che, proprio come un direttore d’orchestra, ha scandito i tempi, i suoni e i colori creando un’atmosfera suggestiva, accompagnata dalle voci di due attrici e dalle musiche di Paolo Fresu.

Marco Nereo Rotelli, Luce di Venezia, 2015
Marco Nereo Rotelli, Luce di Venezia, 2015
Qin Feng, Desire Seenery Series, tecnica mista su carta di riso e cotone, 2015
Qin Feng, Desire Seenery Series, tecnica mista su carta di riso e cotone, 2015

Tra i percorsi espositivi all’aperto e all’interno delle sale del Hilton Hotel, non mancano grandi nomi dell’arte italiana tra i quali Michelangelo Pistoletto con il suo Terzo Paradiso e Sono qui, una grande mano laccata di rosso realizzata da Giuliano Tomaino a sottolineare l’aspetto ludico e coinvolgente dell’opera d’arte. Ci sono poi opere di importanti artisti stranieri come Desire Seenery: la serie, realizzata da Qin Feng, è frutto della sintesi tra il modernismo occidentale e le tecniche orientali della pittura a inchiostro. Hello Elephant, di Nam June Paik, è invece una curiosa scultura multi materica nella quale, sul dorso di un elefante, poggia lo schermo di un televisore sopra al quale a sua volta siede un Buddha. Una composizione ricca di soggetti cari all’artista coreano quali la video arte la religione Buddhista.

Augustì Roqué, blue window, alluminio e vetro, 2015
Augustì Roqué, blue window, alluminio e vetro, 2015

Come ad ogni edizione di OPEN, numerosi gli artisti emergenti sia italiani che stranieri che, nelle loro creazioni, hanno saputo interpretare il rapporto tra l’opera d’arte e l’ambiente che lo circonda. Partendo dalle letture di Heidegger sulla concezione dell’Essere, l’artista Arianna Spada ha realizzato un’installazione – Prende(te) Tempo – costituita da una cabina dentro la quale il visitatore si estrae dalla realtà del mondo, spesso avulso dall’importanza del “riflettere su se stessi”. Ad arricchire le sale e gli spazi esterni del Molino Stucky, sono inoltre le opere realizzate dagli studenti della National Taiwan University, frutto di una ricerca condotta sull’impiego di particolari materiali quali la canfora e l’asfalto fuso.

Michelangelo Pistoletto, Terzo Paradiso, 2015
Michelangelo Pistoletto, Terzo Paradiso, 2015

Non una semplice collettiva, OPEN è libertà di espressione creativa svincolata dai confini tracciati da un tema comune qui assente ma che, allo stesso tempo, da vita a un insieme di idee concretizzate in sculture e installazioni che dialogano silenziosamente, confermando Venezia crocevia di diverse culture.
A sottolineare l’unione con la settima arte è invece il premio OPEN. Ideato da Paolo De Grandis e Pierre Restany quest’anno, alla sua 15° edizione, ha premiato la sceneggiatrice Carlotta Cerquetti con Harry’s Bar; un documentario – in concorso alla Mostra del Cinema – sulla storia del famoso locale, luogo tanto amato da personaggi quali Peggy Guggenheim, Ernest Hemingway e Orson Welles.

Arianna Spada, Prende(te) Tempo, legno, feltro, acetato trasparente, 2015
Arianna Spada, Prende(te) Tempo, legno, feltro, acetato trasparente, 2015

INFORMAZIONI UTILI

OPEN 18: Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni
Fino al 23 settembre 2015
Venezia Lido e Hilton Molino Stucky (Giudecca)
www.artecommunicatioons.it

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