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Dai Macchiaioli ai Neovedutisti veneti. Bell’Italia. La pittura di paesaggio a Caorle

Giovanni Fattori, tramonto in Maremma, 1900 c., olio e pastelli su tela, cm 43x84, Butterfly Institute Fine Art Giovanni Fattori, tramonto in Maremma, 1900 c., olio e pastelli su tela, cm 43x84, Butterfly Institute Fine Art
Giovanni Fattori, tramonto in Maremma, 1900 c., olio e pastelli su tela, cm 43x84, Butterfly Institute Fine Art
Giovanni Fattori, tramonto in Maremma, 1900 c., olio e pastelli su tela, cm 43×84, Butterfly Institute Fine Art

Venezia e la sua laguna, il mare, la campagna e la montagna: luoghi della memoria e della contemplazione sublimati dalla pittura, esaltati dalla luce e dal colore e raffigurati in un’affascinante sequenza di paesaggi. Vedute che rivelano la dimensione interiore dell’artista il quale, partendo dai luoghi del proprio vissuto, si sposta poi verso ad altri luoghi: dentro all’itinerario segreto di uno ‘stato d’animo’. Vedute che danno vita a BELL’ITALIA. La pittura di paesaggio dai Macchiaioli ai Neovedutisti veneti, 1850-1950 presso il Centro culturale Bafile di Caorle (VE) fino alla fine di ottobre.

Giovanni-Boldini-Veduta-di-San-Marco
Giovanni-Boldini-Veduta-di-San-Marco

L’esposizione rappresenta un itinerario dentro la pittura di paesaggio italiano che descrive il clima di rinnovamento e la metamorfosi in atto tra Ottocento e Novecento. Curata da Stefano Cecchetto e Maurizio Vanni, BELL’ITALIA presenta una selezione di circa 120 opere di artisti, appartenenti alla corrente veneta e toscana, che hanno contribuito a scrivere una pagina nuova dell’arte moderna, segnando la svolta di un percorso strutturale dell’espressione artistica secondo un differente ‘punto di vista’.

Carlo Cherubini, Spiaggia del lido
Carlo Cherubini, Spiaggia del lido

A catturare immediatamente l’attenzione del visitatore una suggestiva sequenza di luoghi immaginari – luoghi emotivi e senza territorio – che non indugiano sulla riproduzione del visibile ma, al contrario, esaltano la rivelazione dell’invisibile, dove l’intuizione di un momento diviene essenza del nostro vissuto. Per un inesauribile impulso del cuore, che la ragione ignora, l’artista si abbandona alla rappresentazione del ‘vero’ come rapito dall’influenza della luce, dell’aria, della vita esterna e da una volontà superiore che lo spinge a rappresentare il paesaggio e renderlo intimamente suo. In questi dipinti è celato – e contemporaneamente rivelato – il mistero delle cose esistenti e la loro quotidiana rinascita nella luce e nel colore di una rinnovata materia pittorica.

Angiolo Tommasi, Barcaiola sul lago di Massaciuccoli, 1895, olio su tavola cm28x54,5, Butterfly institure Fine Art
Angiolo Tommasi, Barcaiola sul lago di Massaciuccoli, 1895, olio su tavola cm28x54,5, Butterfly institure Fine Art

Il percorso espositivo delinea l’evoluzione del concetto di “veduta” che, partendo dalla rappresentazione ottocentesca, si trasforma attraverso la visione romantica dell’artista – la ‘macchia’ dell’espressionismo toscano e la luce di quello veneto – per approdare ai nuovi linguaggi del Novecento.

Cinque le sezioni tematiche della rassegna. La prima, “Venezia e il suo immaginario”, accoglie il visitatore e lo conduce ad ammirare una suggestiva panoramica dedicata alla città delle meraviglie, qui ritratta nelle diverse ore del giorno e della notte. Una città che si trasforma in un palcoscenico di luci e ombre assolutamente affascinate.

Alessandro Milesi, Conversazione in terrazza
Alessandro Milesi, Conversazione in terrazza

La montagna, nei luoghi e dello spirito” è il titolo della seconda sezione. Qui l’artista ritrova se stesso nella contemplazione dell’infinito; la montagna è la casa dell’anima è l’oasi tranquilla della mente, è il luogo dove si celebra una rinascita nella quale si condensano tutti gli elementi, i colori e le forme dell’universo. Particolarmente suggestiva la terza sezione intitolata “Percorsi d’acqua” con il paesaggio incantato delle isole di Burano e Mazzorbo, la quiete spirituale di San Francesco del Deserto e gli orti che affiorano dalle acque della laguna. E’ nella metamorfosi del paesaggio, tra la pace della laguna e la forza del mare che si rivela l’espressionismo pittorico e la poetica delle emozioni più intime.

Teodoro Wolf Ferrari, San Donà di Piave. Il passo al Palazzetto, 1937
Teodoro Wolf Ferrari, San Donà di Piave. Il passo al Palazzetto, 1937

Un piccolo grande mondo è riconoscibile nella sezione “La campagna e i luoghi della memoria”: il neoclassicismo, il romanticismo, il realismo e l’impressionismo sono in dialogo con le vedute en plein air dei Macchiaioli e degli artisti veneti. Nella quiete campestre, il paesaggio si placa e i toni della pittura si accendono di colori nuovi; la campagna riemerge avvolta nel torpore e nel silenzio dell’estate. La rassegna si conclude con “Omaggio a Luigi de Giudici”. Pittore capesarino Luigi (Gigi) De Giudici (1887-1955) che ha saputo sviluppare il suo itinerario artistico nell’ambito delle avanguardie del suo tempo. L’espressionismo dell’artista si estende a temi e situazione diversi, ma è nella rappresentazione del paesaggio che egli ritrova la robustezza del segno e la varietà cromatica della grande pittura del Novecento.

Giovanni Fattori, L'incontro, 1906, olio su tela cm74x106, Butterfly Institute Fine Art
Giovanni Fattori, L’incontro, 1906, olio su tela cm74x106, Butterfly Institute Fine Art

Stefano Cecchetto – Il paesaggio tra luce e colore

La pittura coinvolge e travolge, e quando vediamo il paesaggio dipinto veniamo rapiti dalla rappresentazione figurata tanto quanto lo spettacolo dal vero. Nessuna nostalgia, nessun desiderio di conoscere i luoghi che hanno ispirato l’artista: l’arte è fine a se stessa e non rimanda ad alcuna realtà esterna, anche se apparentemente evocata.

L’arte tende infatti a istituire un universo chiuso in se stesso con leggi interne che ne determinano una seconda natura. Diversamente dalla fotografia, la pittura non descrive bensì comunica nel suo luogo immaginario, la dimensione onirica di un paesaggio senza territorio e la sensazione estetica di uno spazio esteriore che diventa luogo interiore del nostro vissuto. Viene spontaneo dunque affermare che in pittura la definizione di “paesaggio” si oppone sostanzialmente a quella di “località”. Il luogo dipinto appartiene totalmente alla poetica dell’artista.

Piero Fragiacomo, veduta di Burano, 1935
Piero Fragiacomo, veduta di Burano, 1935

Così, nella scelta dei soggetti da rappresentare, il pittore esplora un altro immaginario e affronta la scelta di una solitudine espressiva che lo isola dal contesto urbano del luogo e lo trasferisce nella dimensione dell’anima. In poche parole l’artista compone la sintesi emotiva del nostro quotidiano e la trasferisce nell’espressione artistica: siamo ciò che vediamo. Ma se è lecito affermare che la rappresentazione della natura non è la riproduzione del visibile, è altrettanto corretto testimoniare che la pittura è l’essenza di una conferma “apparente”, è la sintesi di un’emozione autentica dove il cielo, il mare, gli alberi, la curva delle colline, altro non sono che la proiezione estetica di un paesaggio premeditato.

È quindi nella dimensione lirica che i pittori veneti e quelli toscani – nel periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento – riescono a restituire il sentimento della luce e del colore in quel senso di malinconia romantica che li coglie davanti alla “sublime visione” di un panorama idealizzato. Ed è nell’ossessione del distacco da quella stessa “visione” che subentra lo slancio a fermare un’emozione e a condividerla con altri. Il paesaggio descritto da questi artisti, nel loro silenzioso percorso segreto, sta tutto nella contemplazione immobile della “veduta” che solo la pittura riesce a rappresentare quale trasposizione interiore di un istante ormai remoto.

Guglielmo-Ciardi-Vele-in-bacino-San-Marco-
Guglielmo-Ciardi-Vele-in-bacino-San-Marco

I Neovedutisti veneti Ettore Tito, Luigi Nono, Pietro Fragiacomo, Teodoro Wolf Ferrari, Rubens Santoro, Angelo Dall’Oca Bianca, Lina Rosso, Guglielmo Ciardi, con i figli Emma e Beppe e gli altri artisti di quella generazione hanno saputo restituire, con il sentimento pittorico, quel senso di “metamorfosi” che sposta l’occhio di chi guarda verso la percezione emotiva di un taglio prospettico e conferisce una particolare luminosità espressiva alla scena. Solo attraverso l’utilizzo di una pittura estremamente ricca di colore e di passaggi tonali – che trova riscontro anche nella precedente esperienza toscana dei Macchiaioli – essi riescono a “mettere in luce” l’esasperata condizione romantica del loro procedere.

Scrivendo sull’opera di Guglielmo Ciardi, Diego Valeri afferma:
Veneziano intero. Ma è da notare che la sua educazione artistica fu prevalentemente toscana: che la sua personalità si svegliò al contatto coi macchiaioli, e davanti ai Fontanesi e ai Corot della raccolta Demidoff di Firenze (1868). Quella nettezza di visione che, nelle sue opere più mature, apparirà conciliato e fuso col senso delicato e profondo, e squisitamente veneto, dell’atmosfera, gli deriva forse dalla giovanile esperienza, dal giovanile amore per il nitido paesaggio e la nitida pittura in terra tosca. Si osservi tra l’altro, la sua predilezione del controluce che disegna i contorni e stacca i rilievi.

Emma-Ciardi-Luce-di-Maggio-1920
Emma-Ciardi-Luce-di-Maggio-1920

INFORMAZIONI UTILI

BELL’ITALIA. La pittura di paesaggio dai Macchiaioli ai Neovedutisti veneti, 1850-1950
Centro culturale Bafile / Rio Terrà, Caorle (VE)
t. 0421-219254
www.comune.caorle.it
Orari
Giugno, luglio, agosto tutti i giorni dalle 16 alle 23.
Settembre e ottobre: venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18
Biglietti
Intero: € 7 |ridotto € 5: studenti, adulti over 65 anni, convenzioni, gruppi (da 10 a 25 persone)
ridotto scuole € 4 | famiglie € 14 (due adulti e tre figli minori di 12 anni)
Gratuito: bambini fino ai 6 anni, disabili con accompagnatore, guide turistiche, due accompagnatori per classe e un accompagnatore per gruppo, giornalisti previo accredito.
Prenotazioni
Tel. 199757519
dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 18.00; il sabato dalle 9.00 alle ore 12.00 chiuso domenica e festivi.

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