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Addio a Chris Burden. Si spegne a 69 anni il performer americano

Chris Burden Chris Burden

Si è spento domenica 10 maggio, all’età di 69 anni, l’artista americano Chris Burden.

Chris Burden
Chris Burden

Ineguagliabile performer, a partire dai primi anni ’70 Burden ha abituato il suo pubblico alle più estreme performance. Basti ricordare quella del 1971 quando si fece sparare al braccio sinistro da un assistente posto a cinque metri di distanza con un fucile calibro 22. Ma non solo: qualche anno dopo, sdraiato su un Maggiolone Volkswagen, si fece piantare dei chiodi in entrambe le mani, crocifiggendosi sull’autovettura. Restò 22 giorni sdraiato su una piattaforma triangolare in un angolo della galleria Ronald Feldman di New York, senza essere visto e senza vedere i visitatori, ma soprattutto senza mangiare, parlare e allontanarsi da quello spazio per tutto il tempo.

Chris Burden
Chris Burden

La sua produzione artistica tocca negli anni successivi anche la scultura. Molte delle sue opere sono infatti impianti complessi o strutture costituite da molte piccole parti, come “A Tale of Two Cities” del 1981, una miniatura del mondo tornato al sistema feudale.

Arriva poi la partecipazione alla 48^ Biennale di Venezia e alla Biennale di Instanbul. Qui nel 2001 ideò un ponte di legno vi collocò degli ombrelloni e creò uno spazio ideale per una sosta, addobbato di tappeti fatti a mano, lampade a sospensione in vetro e metallo, tessuti pregiati.

Chris Burden
Chris Burden

E ancora, è del 2008 la sua opera scultorea “Urban Light”: un insieme di 202 lampioni restaurati ritrovati a Los Angeles e riassemblati seguendo le linee di un tempio classico, visibile all’ingresso del Los Angels County Museum of Art. E infine, tra le ultime creazioni, la scultura cinetica Metropolis II, realizzata in quattro anni di lavoro ed esposta nel 2011 al LACMA.

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