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Solenne e iconica, una scultura di Giacometti all’asta per $130M

ALBERTO GIACOMETTI Property from a Private Collection ALBERTO GIACOMETTI (1901-1966) signed and numbered 'A Giacometti 6/6' inscribed with foundry mark 'Alexis Rudier Fondeur Paris' bronze with patina and hand-painted by the artist Height: 69 7/8 in. (177.5 cm.) L'homme au doigt Conceived in 1947 Estimate upon request
ALBERTO GIACOMETTI
Property from a Private Collection
ALBERTO GIACOMETTI (1901-1966)
signed and numbered ‘A Giacometti 6/6’
inscribed with foundry mark ‘Alexis Rudier Fondeur Paris’
bronze with patina and hand-painted by the artist
Height: 69 7/8 in. (177.5 cm.)
L’homme au doigt
Conceived in 1947
Estimate upon request

11 maggio 2015, New York

Iconica e suggestiva. Dinamica e potente. A tutti gli effetti riconosciuta come uno degli esempi più eloquenti dell’arte moderna. E’ “L’homme au doigt (Pointing Man)”, una sottile figura a grandezza umana di Alberto Giacometti, un’opera solenne del maestro del ‘900 che sarà proposta per la prima volta sul mercato il prossimo 11 maggio da Christie’s.

“E’ semplicemente una delle più belle opere d’arte che ho avuto l’onore di gestire nella mia lunga carriera da Christie’s” – ha affermato entusiasta Jussi Pylkannen, Global President di Christie’s commentando l’opera – che si stima possa essere venduta per una cifra superiore ai $130 milioni. Il mercato di Giacometti, che già gode un momento di grande apprezzamento tra i collezionisti, potrebbe quindi avere un ulteriore sviluppo e potrebbero restare solo un ricordo i $103 milioni realizzati dalla vendita della scultura “L’homme qui marche I” (febbraio 2010, Sotheby’s) che diventò non solo l’attuale record per l’artista, ma anche il prezzo più caro in assoluto mai pagato per una scultura.

L’opera in questione, concepita nl 1947 dopo sei calchi di prova, è un lavoro estremamente raro, probabilmente l’unica versione in bronzo del soggetto. La figura di Giacometti è un uomo che indica, dipinto a mano per aumentarne l’impatto espressivo – particolare che indubbiamente stuzzicherà l’appetito dei più esigenti collezionisti. Si alza 177 centimetri da terra e domina lo spazio intorno a lui con superba disinvoltura e, con una leggera torsione verso destra, L’homme au doigt asseconda la direzione verso la quale punta il dito. Mentre con la mano sinistra alzata, rievocando le classiche pose oratorie dell’imperatore Augusto o del San Giovanni Battista di Rodin, pare invitare qualcuno ad unirsi a lui.

ALBERTO GIACOMETTI
ALBERTO GIACOMETTI L’homme au doigt
Conceived in 1947

“Ho fatto quel pezzo in una notte, tra la mezzanotte e le nove del mattino del giorno dopo” – raccontò Giacometti al suo biografo. “Cioè, avevo già finito – specificò – ma ho demolito e fatto tutto da capo: gli uomini della fonderia stavano arrivando per portare via la scultura. E quando sono arrivati, l’intonaco era ancora bagnato”.

Ad accrescere il desiderio per quest’opera sarà anche la sua prestigiosa provenienza. Infatti, oggi per la prima volta in assoluto sul mercato, L’homme au doigt è stato acquista per la prima volta da Pierre Matisse nel 1953, per poi passare di mano ai celebri collezionisti Dr. Fred e Florence Olsen. Il capolavoro di Giacometti si integrò nella cospicua raccolta degli Olsen, che spaziava dall’arte cinese alla pre-colombiana, passando per l’espressionismo astratto, di cui “Blue Poles” di Jackson Pollock era l’esempio più stimato. La scultura vi rimase sino al 1970, anno in cui fu acquistata dall’attuale proprietario, un distinto collezionista americano che l’ha conservata negli ultimi 45 anni.

Dei sei calchi dell’opera realizzati da Giacometti, quattro sono oggi conservati in importanti musei, come il MoMA di New York o la Tate, mentre gli altri appartengono a privati.

Per maggiori informazioni clicca qui. 

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