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Le opere d’arte confiscabili per pagare le tasse

Dario Franceschini (Ansa)
Dario Franceschini (Ansa)

Era da un po’ di giorni che il ministro Dario Franceschini frequentava gli ambienti del mercato dell’arte italiano. Era stato visto a diverse cene con alcuni esperti e responsabili di case d’asta. Ed ecco svelato il mistero. Un lancio Ansa, riportato dal Corriere.it e da molti altri media, racconta del progetto in testa al capo del ministero dei Beni Culturali. Trasformare il valore delle opere d’arte in soldi per pagare il fisco. Il contribuente non ha contanti? Paga con il quadro del Seicento o il vaso cinese magari di proprietà della sua famiglia da parecchie generazioni. Insomma le tasse si poranno pagare anche con la cessione di opere d’arte. Lo ha annunciato Franceschini, che precisa di aver costituito la commissione che definisce condizioni e valore delle opere. Invece di intervenire per semplificare un mercato come quello italiano asfittico e ingessato da norme e cavilli, voilà dal cilindro magico del ministero esce una nuova norma. Che interessa ancora, sempre e solo la casse dello Stato. Dove poi andranno a finire queste opere cedute (o confiscate) per pagare i dazi infiniti dello Stato… nessuno lo ha spegato. Forse insieme alle centinaia di capolavori che stanno marcendo nei magazzini di molti musei italiani?

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