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L’Art Bonus, le detrazioni fiscali nel decreto cultura del ministro Franceschini

Dario Franceschini,  ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo nel governo Renzi
Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo nel governo Renzi

Ed ecco finalmente l’Art Bonus. Un primo provvedimento per la cultura approvato giovedì 22 maggio 2014 dal Consiglio dei ministri e annunciato da Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali nell’esecutivo di Matteo Renzi. Dalla maggioranza e da tutte le associazioni è stata espressa grande soddisfazione. Mentre il presidente della commissione cultura della Camera Galan, amareggiato, ha ricordato un suo inutile tentativo da ministro del governo Berlusconi. E si è lasciato sfuggire l’acido commento «Allora Tremonti non capì».

L’Art Bonus prevede detrazioni fiscali fino al 65% (65% per gli anni 2014-2015 e al 50% per il 2016, ripartito in tre quote annuali di pari importo) per imprenditori o privati cittadini che vogliano investire su restauri e tutela del patrimonio artistico italiano, ma anche aiutare teatri, istituti culturali, fondazioni liriche. «Una rivoluzione per il rapporto fra pubblico e privato nella cultura», ha commentato testualmente il ministro Franceschini illustrando il decreto appena varato dal Cdm.

Chi ha ricevuto la donazione dovrà però rendere pubblico, anche sui siti web, l’ammontare della somma ricevuta. E sopratutto spiegare nei dettagli il suo utilizzo. Lo staff del ministro sta studiando il progetto di creare delle strutture (a costo zero) per incentivare le donazioni. «Con questo passo in avanti -ha dichiarato Franceschini- finalmente ci mettiamo al fianco di Paesi come la Francia che hanno creato e stimolato il mecenatismo con risultati formidabili».

Inoltre il Dl Cultura affronta le emergenze, da Pompei alla Reggia di Caserta, dai musei alle Fondazioni Liriche e cinema così come la cronica `povertà´ del ministero che la gestisce. Per i musei è prevista la creazione di soprintendenze autonome (senza maggiori oneri per la finanza pubblica) e di un amministratore unico. Una sorta di manager per queste e per i poli museali da affiancare al direttore. Regolamentato e semplificato anche il ginepraio delle gare per i servizi aggiuntivi, ovvero bar, caffetterie e book shop. Infine si è avviata una parziale liberalizzazione delle foto all’interno dei musei. E ancora: previsti nuovi finanziamenti per le Fondazioni Liriche, con 50 milioni in più per il Fondo di rotazione (che sale così a 125 milioni di euro) e la possibilità di salvare tutte le otto fondazioni in crisi. Viene fissato un tetto agli stipendi di sovrintendenti, amministratori e consulenti, equiparato a quello della Pubblica Amministrazione (240 mila euro annui compresi i benefit). Mentre il teatro dell’Opera di Roma diventa teatro dell’opera di Roma Capitale.

Sul fronte degli interventi per  il cinema, il tax credit passa da 5 a 10 milioni di euro e la dotazione generale del fondo sale da 110 a 115 milioni di euro. L’obiettivo, secondo Franceschini, è quello di stimolare nuove produzioni. Il decreto passato oggi in Cdm non riporta più la possibilità per il Mibact di avvalersi di una percentuale sulla vendita dei beni confiscati alle mafie.

Ulteriori novità importanti l’eliminazione del tetto a 100 milioni di euro per gli investimenti in beni culturali. Stabilizzazione della quota del 3% degli investimenti per le grandi opere a progetti culturali. Una parte di questo 3% (3 milioni annui) è destinata (2013-2016) a finanziare progetti culturali promossi dagli Enti Locali nelle periferie.

Infine vengono stanziati 3 milioni per l’occupazione giovanile in campo culturale (1,5 milioni per il 2015 e 1,5 milioni 2016), la possibilità per il ministero di dare vita a task force in caso di calamità naturali, facilitazioni per la consultazione degli archivi. Nota dolente per i libri: nel decreto non ci sono le attese norme per l’equiparazione della tassazione su libri ed e-book. Ma il ministro Franceschini ha promesso: «Siamo impegnati nel semestre europeo ad affrontare la questione in sede Ue».

Sarà anche propaganda elettorale ma finalmente una grande buona notizia per il settore culturale del nostro Paese.

Il premier Matteo Renzi scrive su Twitter che l’«#Italiariparte», annunciando in questo modo l’approvazione del decreto sulla cultura: «Molto interessante #artbonus. Prossime settimane il disegno di legge delega del settore».

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