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Paolo Poli: Aquiloni

Fino al 23 febbraio al Teatro Elfo Puccini di Milano Paolo Poli riporta in scena, dopo il successo del 2012,  Aquiloni, spettacolo in due tempi liberamente tratto da Giovanni Pascoli.

Con il suo modo impertinente ma raffinato Poli da quasi cinquant’anni si sposta da un classico all’altro della letteratura italiana tra ‘800 e ‘900 rendendo omaggio ai più svariati autori, da Marinetti a Fogazzaro, da Palazzeschi alla Ortese. Un’ironia sottile e colta si insinua così tra le pagine più note dei nostri autori per rivelarne i sottintesi più dissacranti e inaspettati.

Nel 1966, ad esempio, fece molto scalpore il suo spettacolo Rita da Cascia, che dava una lettura comica e irriverente della storia di Santa Rita, tanto che Oscar Luigi Scalfaro chiese un’interrogazione parlamentare sul caso: “per me era un affettuoso ricordo del teatro parrocchiale, invece venne preso male. E nello spettacolo mi ero vestito da suora, io stavo benissimo!“, dichiarò Poli in seguito con il suo aplomb.

Sulla scena con la sua compagnia si muove come una figurina di cartone con i vestitini da cambiare scappata da una scatola di latta, in una continua reinvenzione ludica sospesa in un realismo magico accentuato grazie alle scene del sodale Luzzati, mancato nel 2007, ma che Poli continua a portare con sé sul palcoscenico: alcuni grandi classici della pittura Italiana -da Fattori a DeChirico- si fanno così sfondo per la messa in scena.

Aquiloni, come il più classico dei suoi spettacoli, è un carosello di damerini e damine irriverenti in frac e crinoline, un libro di vecchie cartoline che si anima di siparietto in siparietto: in scena vengono declamate in maniera scanzonata le poesie di Pascoli, dal Gelsomino Selvatico a Italy, da Valentino a La morte del Papa, in un continuo cambio di scena con intermezzi lirici e burleschi: si susseguono travestimenti da messicano con sombrero al ritmo di Guantanamera o da attempata e vezzosa chansonnier francese, e ancora da anarchico sulle note di Addio Lugano bella.

Una rilettura appassionata e lieve che ci riavvicina a Pascoli in maniera inaspettata, alla maniera del vecchio varietà all’italiana, di cui Poli è l’ultimo vate.

AQUILONI due tempi di Paolo Poli liberamente tratti da Giovanni Pascoli

 

TEATRO ELFO PUCCINI | 15 – 23 FEBBRAIO 2014
MAR-SAB: 20:30 / DOM: 16:00

regia Paolo Poli
coreografie Claudia Lawrence
scene Emanuele Luzzati
costumi Santuzza Calì
musiche Jacqueline Perrotin

Orari: mar-sab 20:30 / dom 16:00
Durata: 120′ con intervallo
Prezzi: Intero euro 30.50 – Martedì biglietto unico euro 20 – ridotto <25 anni – >65 anni euro 16 – gruppi scuola euro 12

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