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Agostino Bonalumi, lo scultore di tele

Si è spento ieri, 18 Settembre 2013, all’età di 78 anni l’artista Agostino Bonalumi, lasciando un grande vuoto nell’universo artistico.

Dalla sua prima personale nel 1956 alla Galleria Totti di Milano, alle ultime mostre collettive programmate nel 2013, le opere di Agostino Bonalumi hanno fatto il giro del mondo segnando un progressivo alzarsi delle quotazioni negli ultimi 15 anni.

Amico di Lucio Fontana, Enrico Baj, Piero Manzoni ed Enrico Castellani, Bonalumi si inserisce nella sfera artistica milanese degli anni ’50. Già in questo periodo sono chiare le sue tendenze artistiche e la sua scelta di trattare i quadri in modo scultoreo, con una visione da architetto, più che da pittore. Nascono così le prime tele estroflesse che rivelano un forte gusto per la materia e una predilezione per la tridimensionalità. Dipinte con un impasto di cemento e colore, esse si presentano con una superficie ruvida e sbalzata e ben si accompagnano alla ricerca artistica di Manzoni e Castellani con cui Bonalumi forma il gruppo che porta i loro nomi, e che esporrà nel 1958 alla Galleria Pater di Milano, per poi toccare le città di Roma e Losanna.

Una lunga collaborazione in esclusiva con la Galleria del Naviglio di Milano – da cui esce la prima ampia monografia curata da Gillo Dorfles -, diversi inviti alla Biennale di Venezia (dove nel 1970 gli viene assegnata una sala personale), per poi proseguire il suo percorso artistico nell’Africa Mediterranea e negli Stati Uniti. Partecipa alla Biennale di Sao Paulo e alla Biennale dei Giovani di Parigi nel ’67 e nel ’68, e proprio in questi anni nascono le sue opere di pittura-ambiente come “Blu Abitabile”, “Grande Nero”, “Dal giallo al bianco e dal bianco al giallo”, che considerano l’ambiente attività primaria e psicologica dell’uomo.

Agostino Bonalumi, Blu abitabile, 1967

 Ma diamo ora un occhio al mercato.

Risale al Febbraio 2010  da Sotheby’s London la vendita che segna per Bonalumi l’attuale record d’artista. L’opera è Bianco, una scultura volume  del ’66, stimata $156.220 – 234.330 e aggiudicata per $348.761 (buyer’s premium incluso).

Agostino Bonalumi, Bianco, 1966
Venduto da Sotheby’s per $348.761
Record per l’artista

Se negli anni ’90 le sue ultime opere si vendevano per $3.000-5.000, quelle realizzate negli anni ’60/’70 valevano già $15.000-25.000. Si può far risalire la crescita delle sue quotazioni ai primi anni del nuovo millennio, a seguito del “Premio del Presidente della Repubblica” (2001) e a due importanti retrospettive organizzate alla Fondazione Peggy Guggenheim di Venezia e a Roma. E oggi, nella classifica per fatturato degli artisti, si posiziona al 791 posto, registrando una maggiore richiesta in Italia – Paese a cui si deve negli ultimi tredici anni il 77,04% del giro d’affari, con un numero di transazioni pari all’87,28%. Nettamente predilette le sue opere pittoriche che costituiscono il 69,23% sul totale dei lotti offerti, corrispondenti al 90,34% del guadagno totale dal 1999 al 2012.

Agostino Bonalumi, Indice dei prezzi.
©ArtPrice

Dal 2000 ad oggi le quotazioni di Agostino Bonalumi si sono moltiplicate al punto che 100$ investiti nel 1999 in una sua opera valgono, al Marzo 2013, 1027 $,con un picco di 1.241$ raggiunto a Gennaio 2012.

Il 2012 ha registrato per l’artista un auction turnover di 1.401.229 $, con una crescita del 12,3% rispetto al 2011, a fronte di un aumento del 20% di lotti offerti, seguito da una diminuzione del tasso degli invenduti.

Si può parlare di una crescita continua del mercato di Bonalumi in questi ultimi tredici anni, con un picco del fatturato nel 2010 (2.707.818$). Staremo a vedere cosa accadrà alle prossime aste.

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