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La collezione dei Conti Goffredo ed Enrica Manfredi

Goffredo ed Enrica Manfredi

DALLA DIMORA ROMANA DI GOFFREDO ED ENRICA MANFREDI

Goffredo ed Enrica Manfredi

Genova, Wannenes,  14 maggio 2013 – ore 15.00–21.00
15 maggio 2013 – ore 11.00

La collezione dei Conti Goffredo ed Enrica Manfredi è innanzitutto la testimonianza di due personaggi che hanno lasciato un segno di gusto ed eleganza nella Roma tra gli anni Trenta e Settanta. Lei discendente dell’Imperatrice Caterina II la Grande e con legami di parentela con il grande poeta romantico inglese Percy Bysshe Shelley; lui protagonista per mezzo secolo come imprenditore nel campo delle grandi infrastrutture e dell’edilizia, insignito per valori militari, culturali ed esteri di onorificenze e riconoscimenti, fra cui la laurea Honoris Causa in Ingegneria Civile conferitagli dall’Università degli Studi di Pavia, “per i suoi meriti imprenditoriali nel campo dell’ingegneria stradale, ferroviaria e aeroportuale, e per il contributo dato allo sviluppo dell’edilizia prefabbricata”. Nel 1936, a soli diciotto anni, il giovane Goffredo fonda la prima società nel campo delle costruzioni edili e stradali nel solco dell’impresa paterna.
Dopo aver partecipato attivamente come partigiano alla liberazione, tanto da meritarsi la medaglia d’argento al valore militare, nell’Italia che si prepara al grande sviluppo degli anni Cinquanta e Sessanta, il Conte Manfredi vede ampliare le sue attività in molteplici campi, quali il settore chimico, meccanico, delle costruzioni navali, aeroportuali civili e militari, autostradali e ferroviari, e la costruzione di interi quartieri per molte migliaia di appartamenti a Milano ed a Roma.

Enrica e Goffredo Manfredi hanno condiviso per 58 anni una vita a metà fra il pubblico e il privato. La nobiltà d’animo della Contessa a sostegno degli ultimi ne ha fatto una fra le più straordinarie e amate benefattrici della scena romana di quegli anni.

Parte degli oggetti a loro più cari provenienti dalla loro residenza romana, saranno esitati nell’asta di Arredi e arti decorative. Fra questi un mobile veneto a doppio corpo in legno di noce e radica di noce, con fronte e fianchi mossi, parte inferiore a tre cassetti, parte superiore a quattro ante con specchio e cimasa mistilinea del XVIII secolo (stima 20.000 – 30.000 euro); quattro sedie romane in legno intagliato e dorato, con schienale e seduta imbottite, gambe mosse del XVIII secolo, che riprendono come stilema quelle Doria Pamphilj e Nicola Carletti per Villa Chigi Salaria (stima 8.000 – 12.000 euro); infine, una specchiera veneta in legno intagliato e dorato di impianto rettangolare entro volute, girali vegetali e fregi fogliacei, cimasa centrata da riserva e sormontata da corona stilizzata (stima 4.000 – 6.000 euro). Per ciò che concerne i dipinti spicca una coppia di vedute venete in olio su vetro del XVIII-XIX secolo: “Il

Bucintoro arriva a Sant’Elena” e una “Veduta dal bacino di San Marco”, raffinatissime creazioni destinate ai viaggiatori del Grand Tour (stima 6.000 – 8.000 euro);

rimanendo nel clima del viaggio di formazione aristocratico settecentesco, si segnalano undici affascinati piccole tele raffiguranti scorci della Roma classica di Tommaso Masselli, firmate e datate 1782, esempio di una eclettica personalità e una sensibilità atmosferica di gusto veneto tipicamente rococò (stima 5.000 – 7.000 euro); di grande piacevolezza quattro ovali su rame, attribuiti ad un autore francese del XVIII secolo operante a Roma, e provenienti dal Palazzo Pallavicini Rospigliosi in piazza del Quirinale, raffiguranti le quattro stagioni personificate da putti: composizioni di grande eleganza di quel classicismo mondano e internazionale tipico della Città Eterna in epoca tardo barocca (stima 1.000 – 1.200 euro).

Il catalogo, infine, presenta un rilevante nucleo di porcellane e maioliche tra XVI e XIX secolo. Le porcellane, in particolare, sono di estremo interesse. Bella la scelta dei prodotti della manifattura di Meissen, con un interessante nucleo di figure (stima 500 – 700 euro), tra cui un gruppo dell’Indiscreto, ed una bella zuppiera a decoro Kakiemon (stima 1.000 – 1.200 euro). Anche della manifattura imperiale di Vienna, in epoca rocaille, la vendita offre esemplari interessanti, a cominciare da due bei porta orologi a figure (ancora con i meccanismi originali), decorati da personaggi galanti a tutto tondo.
Tra i prodotti della toscana Ginori a Doccia si segnalano oltre ad una bella zuppiera di primo periodo a decoro floreale accompagnata da un piatto di servizio en suite, un raro e grande portadolci policromo. Di un caratteristico gusto manierista di stampo fiorentino ed arricchito da una vivace policromia, ha il contenitore a forma di conchiglia, mentre il montante è modellato come un essere fantastico femminile alato: è databile al 1760 circa (stima 600 – 800 euro). Sempre da Doccia provengono diverse figure, tra cui una rara coppia di maschere in miniatura su base mossa ed una versione della Flora (stima 300 – 500 euro), databile tra il 1760 ed il 1770, che in catalogo si affianca ad una altra figura bianca , di un data un poco più alta, rappresentante una cacciatrice, forse una Diana. Tra i prodotti della manifattura veneziana di Geminiano Cozzi, ricordiamo una figura di Giove in trono tra le nuvole (di un modello assai raro) (stima 800-1.200 euro), oltre a vari esempi di vasellame. Infine, tra le cose ottocentesche, in catalogo è pubblicato una magnifica pendola di gusto neo rococò realizzata dal fantasioso ceramista francese Jacob Petit intorno al 1850 (stima 200-300 euro).

Parte dell’asta sarà dedicata agli arredi di Villa “Il Rosaio” (così denominata per le numerose piante di rose e di ciliegi che ne ornavano il viale d’accesso), dimora estiva della Contessa Anna Felice Bracci a Fano. La Villa, affacciata su un ampio mantello vegetativo particolarmente curato, risale agli anni settanta dell’Ottocento, poi ampliata nei primi decenni del secolo scorso.

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