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SCANDALO. HILLEL NAHMAD COLLUSO ALLA CRIMINALITA’ RUSSA?

Gli agenti federali escono dalla galleria Helly Nahmad al Carlyle Hotel di Manhattan la mattina di martedì 16 aprile 2013, con i computer prelevati.
Fonte: The New York Times. Foto: Michael Appleton for The New York Times

Un rampollo di una delle famiglie di mercanti d’arte più influenti e ricchi del mondo è stato accusato martedì 16 aprile di un’accusa infamante. Avere cioè un ruolo di primo piano in uno schema di riciclaggio e gioco d’azzardo sotto la direzione di un gruppo di criminalità organizzata russa. Secondo gli inquirenti americani l’organizzazione criminale organizzava principalmente tavoli con poker e gioco d’azzardo, coinvolgendo finanzieri di Wall Street, celebrità di Hollywood e atleti professionisti.

L’indagine ha portato ad accuse contro più di 30 persone, tra cui un noto uomo russo che è stato precedentemente ricercato in relazione per il suo ruolo attivo nel tentativo di scommesse truccate anche sui recenti giochi Olimpici Invernali (gare di pattinaggio). Ma sembra che le indagini abbiamo  legami che si estendono persino alla società di un idraulico del Bronx, auto- officine di Brooklyn, banche cipriote e oligarchi russi.

Durante un raid mattutino all’alba di martedì 16 aprile, gli agenti hanno eseguito un mandato di perquisizione presso la celeberrima Helly Nahmad Gallery, che si trova all’interno del Carlyle Hotel in Madison Avenue a New York. Il proprietario della galleria, Hillel Nahmad, conosciuto da tutti come Helly, è uno degli accusati oltre ad essere uno dei due figli del billionaire David Nahmad.

D’altro canto, si sa, i membri della famiglia Nahmad, mercanti d’arte libanesi con gallerie a New York e Londra, oltre che potentissimi nel mondo dell’arte sono giocatori ben noti. Ma nessuno poteva nemmeno immaginarsi questi incredibili retroscena e lo scandalo che ora è scoppiato. Negli ultimi anni, i Nahmad sono stati alcuni tra i compratori più prolifici nelle aste di fascia alta in tutto il mondo, acquistando e vendendo opere d’arte per milioni di dollari. Secondo la compilazione annuale della rivista Forbes, delle persone più ricche al mondo, la fortuna della famiglia Nahmad è stimata intorno ai 3 miliardi di dollari.

Oltre alle accuse di aver contribuito a finanziare un anello di gioco da milioni di dollari negli Stati Uniti, il signor Nahmad è accusato persino di aver frodato un individuo con la vendita di un dipinto per $ 300.000 quando, secondo l’accusa, ne valeva solo $ 50.000. Mr. Nahmad, avrebbe anche spostato – una volta $ 500.000 e un’altra $ 850.000 – dal conto bancario del padre in Svizzera su un conto in America per aiutare a finanziare il funzionamento del  gioco d’azzardo.

Gli inquirenti descrivono nell’ordinanzia, molto dettagliatamente, l’attività di due gruppi criminali distinti ma interconnessi. Uno operativo all’estero e l’altro negli Stati Uniti. Al centro dell’operazione oltreoceano era Alimzhan Tokhtakhounov, che i pubblici ministeri descrivono come membro in una banda organizzata, di criminalità russa, denominata “Organizzazione Taiwanchik-Trincher”. Tale guppo con la leadership e sedi a New York City, Kiev e Mosca, avrebbe operato in tutti gli Stati Uniti. Tra dicembre 2011 e gennaio 2012, il signor Tokhtakhounov è stato pagato circa $ 10 milioni per il suo ruolo di leadership nella organizzazione, sempre secondo i documenti rintracciati dall’indagine. Mr. Tokhtakhounov avrebbe curato il riciclaggio di denaro generato da un enorme operazione di scommesse sportive in Ucraina e l’ex Unione Sovietica che serviva oligarchi russi. Decine di milioni di dollari sarebbero stati riciclati dalla gestione attraverso società fittizie e conti bancari a Cipro e negli Stati Uniti.

Molti membri dell’organizzazione sono nati nella ex Unione Sovietica e molti mantengono legami con l’Ucraina e la Federazione russa. Negli Stati Uniti, uno dei principali dirigenti del gruppo era appunto Hillel Nahmad, che pare aiutasse a gestire il funzionamento dei tavoli d’azzardo con alte poste in gioco. L’organizzazione gestiva un gioco d’azzardo illegale a New York City e Los Angeles ed era sempre alla ricerca di clienti multimilionari e miliardari. Oltre al gioco d’azzardo reale l’organizzazione criminale curava quello online e le scommesse sportive, ma anche la gestione di società di catering per le celebrità di Hollywood, finanzieri di Wall Street e atleti professionisti.

Secondo l’accusa, il gruppo criminale avrebbe anche imposto il pagamento dei debiti di gioco attraverso la minaccia e la forza. Per esempio acquisendo una quota del 50 per cento in Titan P & H, una società di impianti idraulici nel Bronx a titolo di rimborso per un debito di gioco intorno ai $ 2 milioni.

Il governo americano sta ora cercando di confiscare quattro immobili di lusso, tra cui un appartamento al Trump Tower sulla Fifth Avenue e due tenute di Miami, in connessione con il caso. Ci sono diversi schemi di riciclaggio descritti nell’atto di accusa, tra cui un tentativo da parte di un direttore di filiale in una banca JPMorgan Chase a Manhattan, Ronald Uy, di strutturare le operazioni in un modo che non avrebbero dovuto richiedere rapporti sulla transazione di valuta.

Oltre ai milioni che scorrevano illegalmente tra banche negli Stati Uniti e Cipro, le indagini hanno acceso i riflettori sul riciclaggio di denaro attraverso un negozio di auto-riparazione a Brooklyn, una società immobiliare a New York e una società che ha venduto auto usate su Internet.

Mr. Tokhtakhounov, era già stato accusatoo nel 2002 da un avvocato di Manhattan per aver organizzato scommesse illegali sui risultati delle finali olimpici invernali in Salt Lake City a coppie di pattinaggio artistico e danza su ghiaccio. Già secondo le indiscrezioni di allora questo personaggio sembrerebbe collegato a potenti politici russi tra cui, secondo alcune fonti, persino il presidente Vladimir V. Putin.

Nel luglio 2002, le autorità fiscali italiane avevano trattenuto Mr. Tokhtakhounov nella sua villa lussuosa in Toscana su richiesta dei procuratori federali di New York. Ma successivamente la più alta corte italiana aveva annullato un ordine di estradizione, evitando così che fosse portato negli Stati Uniti per essere processato. Mr. Tokhtakhounov è nato nel1949 a Tashkent, la capitale dell’Uzbekistan, divenuta poi una repubblica sovietica. Nel mondo criminale di Mosca durante l’era sovietica, era conosciuto con il soprannome “Taiwanchik”, o il “Piccolo taiwanese”, a causa del suo aspetto vagamente asiatico, anche se i suoi amici lo conoscevano come Alik. Vladimir B. Rushailo, un ex ministro degli interni russo, lo ha descritto in un’intervista televisiva nel 1999 come un   piccolo truffatore. In Italia, era conosciuto per le sue scorribande in località lussuose alla guida di una berlina Mercedes-Benz, dono del tennista ucraino Andrei Medvedev. Le sua attività in questi ultimi anni rimangono avvolte nel mistero.

Nel 2008, il signor Tokhtakhounov è stato intervistato da ESPN in una dacia di Peredelkino, a sud-ovest villaggio di Mosca, patria di alcuni dei residenti più privilegiate della Federazione russa.

Il collegamento del signor Tokhtakhounov con la galleria Nahmad non è ancora chiaro. Ma tant’é. Verso le 10 e 15 di martedì 16 aprile 2013, agenti del F.B.I. e altri investigatori sono stati visti mentre portavano via i computer dalla galleria Nahmad.

La galleria, che commercia opere di maestri d’arte moderna come Wassily Kandinsky e Francis Bacon, ha un ingresso al Madison Avenue e la 76th Street. Durante la perquisizione tutte le finestre erano coperte da carta marrone. Un cartello sulla porta diceva: “Siamo chiusi per lavori di ristrutturazione, si prega di suonare il campanello.”

Ancora non si possono conoscere gli sviluppi di questa delicata indagine. Ma una cosa è certa. Il termometro dello scandalo nel jet-set internazionale dell’arte è altissimo. Chiunque frequenta il mondo delle aste conosce benissimo la potenza e la fama di questi mercanti. Che ora rischiano di passare alla storia anche per opache connessioni ad attività criminali.

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