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Sulle note del Futurismo

“Futurismo! Scoppi, rombi di tuono, esplosioni, fuochi, sibili e sbuffi”
con Antonello Negri alle Gallerie d’Italia, Milano
Mercoledì 20 Febbraio 2013

L’orologio settecentesco scocca le 18 e dà il via al secondo incontro di Parole in nota, atto VII, la rassegna di incontri proposti dalla Società del Quartetto di Milano, che, iniziata il 30 Gennaio, si concluderà Mercoledì 8 Maggio.
Nel  cuore pulsante del capoluogo meneghino, tra gli edifici di Piazza della Scala che hanno fatto la storia della città, cinque serate dedicate al rapporto tra arte e musica, ideate dallo scrittore e professore universitario Andrea Kerbaker, con la partecipazione del filosofo Carlo Sini.
Antonello Negri (docente di Storia dell’Arte all’Università degli Studi di Milano) è l’ospite di questo incontro e ci accompagna sulle note dell’arte futurista, tra scoppi, rombi di tuono, esplosioni, fuochi, sibili e sbuffi – per citare il testo di Luigi Russolo “L’arte dei rumori” (1913), la cui lettura introduce l’incontro.

Umberto Boccioni
La città che sale
1910-1911
MoMA, New York

In una città che sale, che guarda di giorno in giorno al progresso e che si apre all’industria, i cittadini di inizio ‘900 entrano in contatto con un nuovo tipo di musica, quella delle macchine: la musica del progresso industriale che prende voce nelle tele degli artisti futuristi, da Umberto Boccioni al già citato Luigi Russolo. In questi quadri silenziosi si respirano i rumori di una città nuova che grazie alle illuminazioni vive anche di notte e che produce suoni, movimenti e grida; i rumori delle rotaie, i fumi delle locomotive, il passo dei tram elettrici, perché “un’automobile da corsa col suo cofano ad orbi di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo… un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bella della Nike di Samotracia” [Tommaso Marinetti, “Manifesto del Futurismo”]. Come i rumori si susseguono e si sovrappongono, così le immagini sono frammentate, scomposte e rimontate, tese a rendere la tutta la dinamicità e la frenesia della vita reale: “Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido” – scrive Boccioni.

Luigi Russolo
Dinamismo di un’automobile
1912-13
Parigi, Musèe National d’Art Moderne

Musicalmente parlando, il periodo non ha regalato nessun risultato esaltante – spiega Carlo Sini -, ma ha presentato sperimentazioni interessanti. Come illustra “L’arte dei rumori” di Russolo, la prima visione rivoluzionaria sta nel rapporto tra strumento e musica: lo strumento non è più inteso come il medium, ma come musica stessa. Seguendo il breve spartito di sette battute composto dall’artista, si vedono in azione insoliti strumenti, tra cui ululatori, crepatori, sibilatori, gorgogliatori. Si tratta degli intonarumori, ovvero casse con amplificatori, governati a mano, che furono progettati, costruiti e brevettati dallo stesso Russolo, il quale sosteneva che ogni manifestazione della nostra vita è accompagnata dai rumori,  e che per questo essi ci sono familiari e, giungendoci confusi e irregolari sono in grado di riportarci alla vita. Attraverso un filmato di YouTube, Negri ci propone l’ascolto della musica futurista degli intonarumori andati perduti durante la guerra e oggi ricostruiti. L’esperienza ci lascia a metà strada tra l’attonito, lo stupefatto e il sorridente.

Luigi Russolo, Gli intonarumori

Il movimento Futurista si fa interprete di una città e di una società che sta cambiando e cerca di esprimere il progresso del tempo anche nelle arti, adottando un concetto di arte universale, che possa racchiudere le arti visive, la letteratura, la poesia, il teatro, la musica e il cinema, e che riesca ad incarnarsi nella quotidianità e a non essere soltanto un’esperienza élitaria. Si conclude l’incontro con alcuni esempi cinematografici che recuperano la componente del rumorismo. Con “Stramilano” Corrado D’Errico nel 1928 racconta il risveglio della città e di tutti i suoi rumori, lasciati però all’immaginazione dello spettatore poiché il film è muto. Qualche anno dopo, nel 1933, le immagini di D’Errico ci portano alla Stazione Centrale (“Ritmi di Stazioni. Impressioni di vita”), dove le musiche di George Gershwin si alternano ai rumori dei treni e al frastuono del luogo.

Tornando a casa non si può fare a meno di porre attenzione a tutti i rumori che animano la città: i motori dei taxi fermi al semaforo, i passi rimbombanti suo pavimento della Galleria, il vociare confuso dei passanti, i cori incontenibili di qualche tifoso in attesa della partita di Champions League, le ruote di una valigia trascinata sul pavé, il cigolare fastidioso di una bicletta, in una Piazza Duomo su cui scende la sera e  il neon di Fontana al Museo del Novecento risplende.

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PROSSIMI INCONTRI, alle ore 18 presso la Sala Mattioli delle Gallerie d’Italia, Piazza la Scala 6, Milano.

Mercoledì 20 Marzo, “Vissi d’arte” con Ugo Nespolo (artista)

Mercoledì 10 Aprile, “Narrare la musica, narrare l’arte” con Marta Morazzoni (scrittrice)

Mercoledì 8 Maggio, “Quando il mondo si fece pop” con Angela Vettese (critica d’arte)

INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI
Per informazioni clicca qui

Volantino Parole in nota 2013

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