Natale di Grazia
1 dicembre 2012 – 13 gennaio 2013. Milano, Palazzo Marino
Arriva Natale ed ecco il tradizionale panettone espositivo con biglietto d’auguri firmato ENI: “Da Parigi con Amore (e Psiche)“. Capolavoro d’immagine di “uno cane” a sei zampe, capolavori d’immagini dal Louvre. Quest’anno sotto le luci a basso consumo dell’albero di natale meneghino un doppio neoclassico coi fiocchi: Canova e Gérard per la berbera fiaba di Amore e Psiche dell’algerino Apuleio (nato tra le romane Numidia e Getulia). Sono un lontano ricordo le religiose atmosfere a lume di candela del barocchissimo George de La Tour dello scorso anno. Spente le candele, la serena luce della classicità squarcia le oscurità seicentesche inondando di grazia Palazzo Marino per un mese. Quanta “nobile semplicità e quieta grandezza“, tutta concentrata a Sala Alessi, tutta in una favola pagana: la metamorfica coppia ritrova i peccaminosi amplessi notturni sotto la madonnina al riparo da sorelle malvagie e invidiose divinità dell’Olimpo.
Le due guest-star in mostra è quasi inutile presentarle: Psiche, l’Anima, giovane fanciulla tanto bella da crederla una nuova Venere partorita dalla terra “grazie al seme di stilli celesti” e “adorna del fiore virginale“, e Amore, Eros, che in realtà è Cupido, l’amorino alato che tradisce la madre (Venere) innamorandosi perdutamente della ragazza.
La favola è la rappresentazione allegorica del cammino dell’Anima alla purezza, dalla terra al cielo, tramite il superamento di determinate prove inflitte dalla frustrata e furente Venere. Dopo esser scesa negli Inferi ed essersi purificata, finalmente Psiche è libera di unirsi a Eros (la bambina non poteva che chiamarsi Voluttà), bere l’ambrosia e divenire immortale. Ecco “l”anima riscaldata dall’amore celeste” come volle Platone.
Così tra Sette e Ottocento le peripezie dei due amanti conobbero una gran fortuna in quella nuova linfa classica che guardava già al romantico avvento. Artisti di ogni calibro si cimentarono a far rivivere la mitica fiaba dipingendo e scolpendo i teneri amori tra i due alla ricerca del bello ideale in un delicato eros.
In un perfetto binomio delle arti si confrontano il nostro Canova (Amore e Psiche stanti, 1797) e il francese ma nato a Roma François Gérard (Psyché et l’Amour, 1798), scultura e pittura insieme per dar forma all’ideale: equilibrio, grazia e pulchritudo elevati a modello estetico. Magari con sottofondo musicante ad hoc (il concerto di dolci armonie del coro delle invisibili ancelle?) per un coinvolgimento totale dei sensi per “elevare l’anima” al cielo.
La melodia dei flauti, il suono della cetra e in mezzo il marmo levigato di Canova apoteosi materiale della Grazia dove lei, leggiadra e innocente Psiche, tiene una farfalla simbolo di purezza tra le dita e lui, Cupido, in estasi contempla. Canova sembra scolpire Psiche seguendo alla lettera i versi di Apuleio: “Ammiravano, sì, la sua bellezza divina, ma come una splendida statua“. Poi l’olio di Gérard sospeso in un attimo di dolcezza sublime idealizzato in un eros raffinato e un po’ algido che svela le delicate movenze dei due amanti.
Amori e capolavori da non lasciarsi sfuggire, godibili come pezzi unici senza esser persi nell’immensità del Louvre. Sempre che Venere non si arrabbi. Che il dolce Zefiro vi accompagni fin qua.
Luca Zuccala
INFORMAZIONI UTILI
Amore e Psiche a Milano
Dal Museo del Louvre grazie a Eni
A cura di Valeria Merlini e Daniela Storti
Milano, Palazzo Marino
Piazza della Scala 2
1 dicembre 2012 – 13 gennaio 2013
Ingresso libero
Orari:
Tutti i giorni dalle 9.30 alle 20
giovedì dalle 9.30 alle 22.30
Chiusure anticipate
7 dicembre, chiusura ore 12
24 e 31 dicembre, chiusura ore 18
Aperture strordinarie:
aperto l’8 e 25 dicembre 2012 e 1 gennaio 2013
Info numero verde 800.14.96.17
