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Un’Arte da salvare

Mausoleo di Augusto - Roma

L’Operazione Colosseo ha diviso gli animi, questo è poco ma sicuro. Tuttavia si tratta di un’opera di mecenatismo non indifferente, che rimetterà in sesto uno dei simboli per eccellenza del nostro Paese. Inutile ricordare che ci troviamo nel bel mezzo di un serrato periodo di recessione, che non risparmia di certo il settore culturale e le bellezze artistiche italiane. I numeri parlano chiaro e lo fa anche l’architetto Antonia Pasqua Recchia, segretario generale del ministero dei Beni culturali: «Con la spending review l’anno prossimo dovremo tagliare ben 50 milioni su un bilancio già risicatissimo. Si apriranno problemi immensi proprio per gli investimenti sui restauri”.

Allora ci si chiede, quali sarebbero i monumenti da salvare se ci fossero altri mecenati bendisposti come Della Valle?

Di nuovo l’architetto Antonia Pasqua Recchia stila una sorta di classifica prioritaria, che vede al primo posto il Mausoleo di Augusto.

Mausoleo di Augusto – Roma

Monumento funebre del primo Imperatore, ospitò tombe di altri membri della gens Giulia. Cadde in rovina in età tardo antica e nel corso dei secoli divenne una vigna, un anfiteatro e poi un auditorium. Negli anni 1936-38 venne liberato di tutte le strutture successive. Oggi necessita di un intervento molto vasto per cui, però, mancano 4 milioni di euro.

Al secondo posto l’architetto mette la Villa dei Misteri di Pompei, per cui servirebbero altri 3 milioni di euro, che il governo non dispone.

Un particolare degli affreschi all’interno della Villa dei Misteri – Pompei

Al terzo e quarto posto – in realtà l’architetto le posiziona a pari merito – ci sono Villa Adriana a Tivoli e la Reggia di Caserta.  Per fortuna le proteste hanno fatto sì che la prima non venisse sfregiata dalla discarica. In ogni caso per restaurare entrambi i siti archeologici servirebbero di nuovo 4 milioni per operazioni non dilazionabili.

Il teatro sull’acqua a Villa Adriana – Tivoli

Le difficoltà sono molte e il tempo che scorre non si rivela di certo clemente nei confronti di queste bellezze. In questo caso e di questi tempi, sembra che solo un’opera come quella di Della Valle – cioè donazioni milionarie di altri imprenditori – possa risanare almeno in parte le mancanze del nostro panorama artistico. Intanto l’imprenditore ha già messo in atto un’opera di convincimento… vediamo che succederà.

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