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TOMBE LE NEIGE

Tombe la neige, sul nostro tormentato paese, neige che ovatta e silenzia il melanconico stato d’animo che ci pervade tutti, rintronati di spread, di naufragi e di falò di pubbliche risorse.

Debolmente allietati da gnometti della comunicazione che si inventano carteggi tra talentuosissimi frittellari d’aria, dei caro Adriano e caro Maurizio, sei forte, mi piaci, anche tu sei forte specie quando provochi e spiazzi…

Tombe la neige sui cinguettanti post-entusiasti della nomina dello smart Massimiliano Gioni alla direzione della biennale. Inconsapevoli che l’enfant prodige, figlio di quella specie di via Panisperna dell’arte che è la Via Farini di Flah Art, è la darwiniana evoluzione del critico-curatore in impresario, consustanziale a quel barnumizzato baraccone pop che è divenuto il mondo dell’arte. Vana dunque la solitaria voce del Vate (VS) che lamenta lo scarno background culturale del new director paragonato a quello prestigiossimo dei Lionello Venturi, Giulio Carlo Argan, Maurizio Calvesi ed altri illustri professori che hanno ricoperto il ruolo di direttore della Biennale o del Padiglione Italia. Dimentico, il Vate, che molti, non tutti, di quelli eruditi critici di pittura non capivano un beato cacchio, avvalendosi delle opere principalmente per giustificare aprioristiche teorie sull’arte. Ma, al di là di queste considerazioni, a rendere vani i pur comprensibili rilevi mossi da Sgarbi è, come già molte volte stigmatizzato dal vs rubricante di fiducia, l’inesorabile cambio di passo impresso a quel che viene definito cultura dopo i fab seexteen, e il sostanziale fallimento dell’esperienza sgarbiana a Venezia ne è la prova.

Tombe la neige infine sugli incredibili risultati delle aste londinesi che condannano il nostro domestic market a ruolo di morlock, di paria, che può solo sperare di azzannare qualche sparuto eloi nelle notti di plenilunio.

Bene, confidando che il nuovo mantra dei radical-chic illuminati -sobrieté, fiscalité, éticité- ci aiuti ad uscire dal girone infernale nel quale ci troviamo, e chi scrive ne dubita molto, auguro a tutti di salvare le chiappe facendo ricorso, come al solito, all’individualistico geniaccio italico, unica bussola in questo casino che ci avvolge tutti.

Tombe la neige 

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