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Galeotto fu l’acquisto. Francesco De Tatti e altre storie rinascimentali, una grande mostra di studio e ricerca alla Pinacoteca Züst di Rancate

Francesco De Tatti: Santo Stefano davanti ai giudici, 1526 Francesco De Tatti: Santo Stefano davanti ai giudici, 1526
Francesco De Tatti: Santo Stefano davanti ai giudici, 1526
Francesco De Tatti: Santo Stefano davanti ai giudici, 1526

Un’ottima mostra, di studio e ricerca, dedicata alla storia dell’arte rinascimentale di area ticinese, alla Pinacoteca Züst di Rancate, visitabile fino al 17 febbraio 2019. Riunito il patrimonio disperso del Canton Ticino: Il Rinascimento nelle terre ticinesi 2. Dal territorio al museo.

Galeotto fu l’acquisto del frammento della predella che Francesco De Tatti realizzò, nel 1525, per la Chiesa di Santo Stefano a Rancate da parte della Pinacoteca Züst. Era l’estate del 2017 e una breve mail di Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa informava la direzione della Pinacoteca che qualche mese dopo l’opera del pittore varesino sarebbe passata presso la casa d’aste Koller di Zurigo: il messaggio non voleva solo informare ma invitare ad acquistarla. Così fu e il 22 settembre di quell’anno il frammento fece rientro nella sua terra, da dove mancava dal 1796. Legittimo ritorno, o gioco del destino, la storia prosegue rivelando un più profondo legame tra l’opera di De Tatti e la Pinacoteca: l’edificio, fondato nel 1963 per accogliere la collezione di artisti ticinesi che l’imprenditore filantropo Giovanni Züst donò al Cantone, fu originariamente la casa parrocchiale della Chiesa di Santo Stefano che, prima di essere ricostruita insieme all’intero complesso sacro da Innocente Regazzoni di Balerna tra il 1771 e il 1774, sorgeva a nord-est della chiesa odierna. La struttura più antica è nota sin dal 1466 ed è attestato che sul finire del XVI secolo, in prossimità dell’altare, era ubicata la tavoletta con Santo Stefano davanti ai giudici del Sinedrio di Francesco De Tatti, proprio il frammento della predella che ha fatto ritorno, dopo lunghe peregrinazioni, a Rancate il 22 settembre 2017.

Madonna con il Bambino ,1500 circa, Vetrata, cm 73 X 45. Zurigo, Schweizerisches Nationalmuseum Landesmuseum
Madonna con il Bambino ,1500 circa, Vetrata, cm 73 X 45. Zurigo, Schweizerisches Nationalmuseum Landesmuseum

La storia apre tutta una serie di riflessioni legate alla dispersione del patrimonio artistico rinascimentale del Canton Ticino e porta all’esigenza di riunire, anche se solo temporaneamente, dipinti, sculture e vetrate che per varie vicissitudini il corso degli eventi ha portato lontano dai luoghi per cui erano stati realizzati. La mostra Il Rinascimento nelle terre ticinesi 2. Dal territorio al museo, eccezionalmente allestita da Mario Botta e ancora visitabile fino al 17 febbraio 2019 alla Pinacoteca Züst di Rancate, è un omaggio alle personalità che hanno fatto dell’area ticinese la culla della storia dell’arte Svizzera di epoca e stile Rinascimentale. Si tratta del secondo appuntamento di un più ampio progetto che ha inaugurato nel 2010 con la rassegna Il Rinascimento nelle terre ticinesi. Da Bramantino a Bernardino Luini, il proseguimento è lineare ed entrambe le esposizioni sono curate da Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa.

Anonimo: Assunzione di Maria, Legno di pioppo, cm H 70 X 84 X 19. Zurigo, Schweizerisches Nationalmuseum Landesmuseum
Anonimo: Assunzione di Maria, Legno di pioppo, cm H 70 X 84 X 19. Zurigo, Schweizerisches Nationalmuseum Landesmuseum

Affinchè si riesca a percepire il magma pulsante, di vita e di storia, che riemerge dalle terre delle zone interessate è necessario tenere presente che queste, tra Quattrocento e Cinquecento, progressivamente passarono dal Ducato di Milano ai Cantoni Svizzeri, innescando, in tal modo, un processo di contaminazione tra linguaggi pittorico-artistici che dal centro (Milano) reagivano con quelli locali. Ne consegue che le opere temporaneamente esposte presentano i caratteri figurativi tipici del Rinascimento lombardo, a volte raggiungendo una similarità tale da rendere difficile la ricostruzione dei rapporti di relazione reciproca.

Le opere in questione sono, per esempio, una tela di Bernardino Luini, l’ancona di Calisto Piazza -che si allinea per la prima volta, grazie alla mostra, con i suoi laterali- e tutta una serie di manufatti rinascimentali, da quelli per i Rusca a Locarno alle vetrate di ambito lombardo per la Chiesa di San Vittore Mauro di Poschiavo. Tuttavia per esigenze di conservazione o problematiche di trasposto, altre sono state escluse dalla raccolta e questo è il caso del polittico di Gandria di Lorenzo Fasolo, custodito al Museo Nazionale Svizzero di Zurigo, o dell’affresco attribuito al maestro di San Rocco a Pallanza (parrocchia di Ascona) e dell’opera di Bartolomeo da Ponte Tresa, una volta in Santa Maria Annunciata a Muralto poi venduto e trasferito al Castello di Langeais. Per tutte, comunque, si tratta di un temporaneo ritorno ma avere la possibilità di ammirare complessivamente tale produzione artistica permette di studiare e comprendere più approfonditamente la cultura visiva del tempo, influenzata dagli umori leonardeschi di Bernardo Zenale o di Bramantino e mossa dalle prime novità raffaellesche. In particolare questo è il caso di Francesco De Tatti, la cui opera è vivamente sensibile agli stimoli propagati dal capoluogo lombardo e nello stesso tempo risente di quella di Martino Spanzotti, un pittore quattrocentesco poco conosciuto ma estremamente rilevante nella formazione di De Tatti, sempre di origine varesina.

Dio Padre, 1500 circa, Vetrata, cm 73 X 45. Zurigo, Schweizerisches Nationalmuseum Landesmuseum
Dio Padre, 1500 circa, Vetrata, cm 73 X 45. Zurigo, Schweizerisches Nationalmuseum Landesmuseum

Lo studio delle vicende figurative del Canton Ticino porta come sottotitolo “dal territorio al museo” ed è in questa sede che si rivela l’intenzione primaria della rassegna: evocare, ricostruire e dare nuova vita a un patrimonio disperso, di cui i vari elementi, pur vivendo di luce propria, se ricomposti come in un puzzle irradiano di nuove e più complesse suggestioni la storia dell’arte rinascimentale, Svizzera ma anche della vicina Italia. Proprio per questa esigenza in mostra è presente una sezione tutta particolare dove sono ricreati contesti perduti per sempre. Pareti staccate e cornici vuote mettono in scena, per citarne solo alcuni, gli affreschi distrutti dell’oratorio di San Bernardino a Gazzada o ripropongono il polittico di Santa Maria Annunciata a Brunello che originariamente incorniciava l’antico affresco della Madonna del latte, restaurato da De Tatti nel 1520 e ancora oggi ubicato nella sua posizione natale.

San Pietro, 1500 circa, Vetrat,a cm 73 X 45. Zurigo, Schweizerisches Nationalmuseum Landesmuseum
San Pietro, 1500 circa, Vetrat,a cm 73 X 45. Zurigo, Schweizerisches Nationalmuseum Landesmuseum

Informazioni utili

Il Rinascimento nelle terre ticinesi 2. Dal territorio al museo
dal 28 ottobre 2018 al 17 febbraio 2019

Pinacoteca cantonale Giovanni Züst
CH-6862 Rancate (Mendrisio), Cantone Ticino, Svizzera

a cura di Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa
coordinamento scientifico e organizzativo a cura di Mariangela Agliati Ruggia e Alessandra Brambilla
catalogo: Edizioni Casagrande

allestimento a cura di Mario Botta

Sito web ufficiale

Galeotto fu l’acquisto. Francesco De Tatti e altre storie rinascimentali, una grande mostra alla Pinacoteca Züst di Rancate

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