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Pittura di affetti. Da Previati a Boccioni, l’amore materno in mostra a Verona

Gaetano Previati, Maternità, 1890-1891, olio su tela, 175,5 x 412 cm, Collezione Banco BPM

Una madre china allatta il suo bambino, un melo sopra di loro e angeli in preghiera attorno. Era il 1891 e Gaetano Previati presentava nelle sale di Brera a Milano, per la prima Triennale di Belle Arti, Maternità: l’opera inaugurava l’epifania del Simbolismo in una esposizione ufficiale italiana. Il tema della madre è portato dall’artista ferrarese a baluardo della pittura moderna -sia per le suggestioni simboliste, che per la tecnica del divisionismo- costituendo un momento cruciale dell’arte italiana fra Otto e Novecento. Prende le mosse da questo momento storico la mostra L’amore materno alle origini della pittura moderna, da Previati a Boccioni ospitata nelle sale dei Musei Civici di Verona, dal 7 dicembre 2018 al 10 marzo 2019.

Giuseppe Pellizza da Volpedo, Sacra Famiglia, 1892, olio su tela, 166,7 x 106,5 cm, Tortona, “Il Divisionismo” Pinacoteca Fondazione C. R.

Curata da Francesca Rossi e Aurora Scotti, l’esposizione è la prima che la città di Verona dedica agli esordi del Divisionismo, una tecnica che fin dal quel 1891 generò un vivace dibattito e pareri contrastanti: tra questi, lungimirante fu il giudizio del critico d’arte Vittore Grubicy De Dragon che vide nel monumentale dipinto di Previati i primordi della pittura “ideista”. Con la separazione delle pennellate, l’artista lascia una fessura per il coinvolgimento emozionale dello spettatore che si ritrova a partecipare in maniera soggettiva all’evento. Il maestro, a tal fine, aveva condotto un intenso esercizio sui temi della ‘pittura di affetti’ tipica degli Scapigliati.

Umberto Boccioni, Nudo di spalle (Controluce), 1909, olio su tela, 61 x 55,5 cm, Rovereto, Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Collezione L. F.

Oltre alla celebri tele di Previati, l’esposizione accoglie Medardo Rosso, Giovanni Segantini, Angelo Morbelli, Giuseppe Pellizza da Volpedo e Umberto Boccioni, a rappresentanza dell’intensa stagione artistica che ha caratterizzato gli anni di transito tra XIX e XX secolo, in cui la pittura italiana si inserisce nelle temperie delle Avanguardie europee. Gli autori, attraverso una selezione di circa quindici opere, sono posti a confronto, ponendo in dialogo esiti e ricerche contemporanee ma estremamente differenziate: per esempio, Boccioni  maturò la soluzione futurista ponendo l’opera di Gaetano Previati come punto cardine della sua poetica.

Giovanni Segantini, Angelo della vita, matita Contè, matita colorata, pastello, colore oro su carta bianca, 590 x 430 mm, St. Moritz, Fondazione Giovanni Segantini

L’esposizione, alla cui realizzazione hanno collaborato più istituzioni, è completata da un percorso virtuale, sempre incentrato sul tema dell’amore materno, itinerante tra le sedi di Verona, Rovereto e Milano tra cui Le due madri di Segantini, della Galleria d’Arte Moderna di Milano, e l’Autoritratto con la madre di Giorgio de Chirico, del Mart di Rovereto.

Giovanni Segantini, L’amore alla fonte della vita, 1896, olio su tela, 70 x 98 cm, Milano, Galleria d’Arte Moderna

 

Informazioni utili

L’amore materno, alle origini della pittura moderna da Previati e Boccioni
7 dicembre 2018 – 10 marzo 2019

Palazzo della Ragione, Galleria d’Arte Moderna A. Forti
Cortile Mercato Vecchio, 6
Verona

[Prima immagine: Gaetano Previati, Maternità, 1890-1891, olio su tela, 175,5 x 412 cm, Collezione Banco BPM]

 

Da Previati a Boccioni, l’amore materno in mostra a Verona. Arte italiana fra Otto e Novecento

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