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Anche i grandi artisti fanno puttanate? I blocchi di ghiaccio di Olafur Eliasson a Londra

Ice Watch, di Olafur Eliasson, davanti alla Tate Modern, Londra Ice Watch, di Olafur Eliasson, davanti alla Tate Modern, Londra
Ice Watch, di Olafur Eliasson, davanti alla Tate Modern, Londra
Ice Watch, di Olafur Eliasson, davanti alla Tate Modern, Londra

A Londra Eliasson piazza 30 enormi blocchi di ghiaccio provenienti dalla Groenlandia fuori dalla Tate Modern e nel cuore della City, fuori dalla sede europea di Bloomberg

È chiaro che abbiamo pochissimo tempo per limitare gli effetti estremi dei cambiamenti climatici“. Così il grande Olafur Eliasson contestualizza Ice Watch, la sua nuova opera d’arte pubblica costituita da 30 enormi blocchi di ghiaccio provenienti dalla Groenlandia, estratti dalle acque del fiordo Nuup Kangerlua ed esposti a Londra fuori dalla Tate Modern, a Bankside, ed in parte nel cuore della City, fuori dalla sede europea di Bloomberg. Ai visitatori è permesso di salire, toccare e persino bere l’acqua di fusione da questi grossi pezzi di antica acqua ghiacciata. Una grande sceneggiatura, dai significati decisamente profondi ed attuali. Ma la domanda diventa ineludibile: perché?

Il ghiaccio di Eliasson estratto in Groenlandia
Il ghiaccio di Eliasson estratto in Groenlandia

Perchè quel grandissimo protagonista dell’arte degli ultimi decenni, quello che sempre a Londra, sempre alla Tate Modern, ha incantato il mondo con la poesia, l’evocazione del suo Weather Project, cade così in basso? Questi pezzi di ghiaccio sono soltanto un retorico omaggio alla politically correctness più scontata: nulla trasmettono della potenza lirica del genio di Eliasson. “Spero che collegheremo le persone a ciò che ci circonda in un modo più profondo, e ispireremo cambiamenti radicali“, ha aggiunto l’artista. Ma questa è solo comunicazione, al più letteratura, caro Olafur: e stavolta è pure brutta…

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