Print Friendly and PDF

La potenza evocativa del sogno. Il “lampo” di Petrit Halilaj alla Fondazione Merz di Torino

Petrit Halilaj alla Fondazione Merz di Torino. Foto ArtsLife Petrit Halilaj alla Fondazione Merz di Torino. Foto ArtsLife
Petrit Halilaj alla Fondazione Merz di Torino. Foto ArtsLife
Petrit Halilaj alla Fondazione Merz di Torino. Foto ArtsLife

“Volevo ricostruire la Casa della Cultura del paesino dove sono cresciuto”. Petrit Halilaj (Kostërrc, Skenderaj-Kosovo, 1986) in persona ci accoglie all’ingresso della Fondazione Merz di Torino, confidandoci l’unico e commovente desiderio per la sua ultima impresa espositiva (Shkrepëtima, in mostra fino al 3 febbraio 2019). Ricostruire, appunto, metaforicamente (ma non solo) l’istituzione culturale, la Casa della Cultura di Runik in Kosovo, devastata dalla Guerra del Kosovo (1996-1999) che ha segnato la sua infanzia. Una vera e propria Casa per gli abitanti del luogo, che per oltre trent’anni è stata il simbolo dell’identità culturale della comunità. Risalente all’epoca dell’ex Jugoslavia, l’edificio un tempo ospitava una biblioteca con oltre 7 mila volumi, un teatro dove venivano organizzati regolarmente spettacoli e proiettati film, e la sede della cooperativa sociale del villaggio. Distrutta e abbandonata nel 1999, l’artista kosovaro la rievoca nella sua nuova personale italiana “Shkrepëtima” (la prima retrospettiva in Italia fu “Shuttle in the Garden” all’Hangar Bicocca di Milano nel 2015), momento culminante e conclusivo di un articolato progetto declinato in tre diverse tappe, curato da Leonardo Bigazzi.

Petrit Halilaj alla Fondazione Merz di Torino. Foto ArtsLife
Petrit Halilaj alla Fondazione Merz di Torino. Foto ArtsLife

La mostra si tiene dal 29 ottobre 2018 al 3 febbraio 2019 negli immensi spazi della Fondazione Merz, ex centrale termica delle Officine Lancia, efficace esempio di architettura industriale degli anni Trenta situato in Borgo San Paolo (Via Limone 24), riconvertito in spazio espositivo nel 2005 come centro d’arte contemporanea. Una ristrutturazione che ha sapientemente mantenuto l’originaria semplicità dell’impianto, ridefinendo gli spazi interni tenendo conto delle finalità culturali per le quali la Fondazione intende operare. Il risultato è una sorta di enorme white cube post-industriale molto luminoso dalle altissime pareti bianchi e dagli allestimenti rigorosamente puliti, senza didascalie o totem a “sporcare” alcuno spazio. Solo all’inizio del percorso espositivo, sulla parete bianca di destra, si trova una spiegazione sintetica e chiara del progetto. Spiegazione che i visitatori ritrovano anche sulla brochure contenente i testi del curatore. Dopo questa lettura il visitatore è pronto per affrontare la visita e farla propria sentendosi libero di dare spazio ai suoi sentimenti e alle sue interpretazioni.

Petrit Halilaj alla Fondazione Merz di Torino. Foto ArtsLife
Petrit Halilaj alla Fondazione Merz di Torino. Foto ArtsLife

Halilaj (vincitore, tra le cose, della seconda edizione del Mario Merz Prize, il premio biennale internazionale per l’arte e la musica istituito dalla Fondazione Merz nel 2013) è riuscito quindi a mettere in relazione due edifici e due realtà diametralmente opposte (Runik, Casa della Cultura – Torino, Fondazione Merz), che rappresentano però un’importante testimonianza storica e un punto di riferimento per le comunità che sono nate e cresciute intorno a esse, attraverso una serie di installazioni maestose che si sviluppano in tutti gli spazi della Fondazione, compreso il piano inferiore con l’installazione video-documentaristica della performance a chiudere simbolicamente il cerchio. Una serie di strutture evocative dal potente impatto estetico e simbolico che si dispiegano in tre momenti-movimenti: il letto dove Halilaj sognava di riportare in vita la Casa della Cultura; le quinte del Teatro allestito poi realmente nella performance; i documenti, assemblati sotto lunghe teche di vetro disposte parallelamente, trovati tra le rovine della Casa, sui cui l’artista è intervenuto con il disegno: artigli che si aggrappano alle spartiture, uccelli che volano sulle rovine di carta. Opere che ricontestualizzano all’interno dello spazio le scenografie, i costumi e gli oggetti di scena della performance teatrale di Runik di questa estate (7 luglio 2018) presso proprio le rovine della Casa della Cultura, primo e fondamentale capitolo del progetto. Da qui è seguita la mostra allestita dal 20 luglio al 19 agosto 2018 al Zentrum Paul Klee di Berna (Svizzera), punto di contatto tra Shkrepëtima e la ricerca sviluppata precedentemente dall’artista con la serie di opere RU (da “Runik”, che alla fine dell’anno scorso sono state raccolte ed esposte nella prestigiosa cornice del New Museum di New York). E ora, nel capoluogo piemontese, la performance viene restituita nelle forme di un’importante e inedita mostra conclusiva, illustrando come ha saputo agire. Come una “scintilla” in grado di riavviare il suo sviluppo culturale. In lingua albanese, difatti, il termine “Shkrepëtima” significa “lampo” e, per estensione, indica anche un pensiero improvviso e intenso che funziona come attivatore di coscienze.

Petrit Halilaj alla Fondazione Merz di Torino. Foto ArtsLife
Petrit Halilaj alla Fondazione Merz di Torino. Foto ArtsLife

E Halilaj ha colpito nel segno, come un lampo, riflettendo sul potenziale dell’arte e sul valore della memoria. Riavvicinando la comunità alle proprie origini, mettendo (anche) in discussione alcuni modelli che ancora oggi ne regolano la struttura sociale. La storica istituzione culturale, infatti, in totale abbandono prima dell’intervento dell’artista (che insieme ad alcuni membri della comunità Halilaj ha ripulito e messo in sicurezza per ospitare l’evento), in seguito alla performance, è stata inserita nella lista dei beni dichiarati di interesse nazionale dal Ministero della Cultura albanese. Garantendone così il futuro restauro. Quando la potenza universale, evocativa e concreta dell’arte agisce sul reale, partendo da un dramma intimo e locale. L’ennesima consacrazione di un artista giovane (32 anni) che ha già all’attivo la partecipazione alla Biennale di Berlino nel 2010, la vittoria del Premio Ettore Fico ad Artissima nel 2013 (si segnala la presenza di una sua installazione, RU del 2017, anche nella fiera torinese di quest’anno con la galleria berlinese ChertLüdde), e la partecipazione sia alla 55° edizione della Biennale di Venezia (2013) nella quale ha rappresentato il Kosovo, sia all’ultima kermesse internazionale lagunare (2017) con un’opera alla Mostra Internazionale “Viva Arte Viva” all’Arsenale.

Petrit Halilaj alla Fondazione Merz di Torino. Foto ArtsLife
Petrit Halilaj alla Fondazione Merz di Torino. Foto ArtsLife
Petrit Halilaj alla Fondazione Merz di Torino. Foto ArtsLife
Petrit Halilaj alla Fondazione Merz di Torino. Foto ArtsLife
Petrit Halilaj alla Fondazione Merz di Torino. Foto ArtsLife
Petrit Halilaj alla Fondazione Merz di Torino. Foto ArtsLife
Petrit Halilaj alla Fondazione Merz di Torino. Foto ArtsLife
Petrit Halilaj alla Fondazione Merz di Torino. Foto ArtsLife
Petrit Halilaj alla Fondazione Merz di Torino. Foto ArtsLife
Petrit Halilaj alla Fondazione Merz di Torino. Foto ArtsLife

Informazioni utili:
Titolo: Petrit Halilaj. Shkrepëtima
Date: 29 ottobre 2018 – 3 febbraio 2019
Luogo: Fondazione Merz, via Limone – 24, 10141 Torino
A cura di: Leonardo Bigazzi
Inaugurazione: lunedì 29 ottobre ore 19
Orari: martedì – domenica | 11 – 19
Biglietti: € 6,00 intero, € 3,50 ridotto (visitatori di età compresa tra i 10 e i 26 anni, maggiori di 65 anni, gruppi organizzati min. 10 persone, possessori di Pyou Card) – Gratuito (bambini fino a 10 anni, disabili e accompagnatori, possessori tessera Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card, Card ContemporaneamenteItalia, membri ICOM, giornalisti con tessera in corso di validità o accreditati, amici Fondazione Merz e ogni prima domenica del mese)
Info: tel. 011 19719437 www.fondazionemerz.org

La potenza evocativa del sogno. Il “lampo” di Petrit Halilaj alla Fondazione Merz di Torino

Commenta con Facebook

leave a reply

*